Retesalute: si lavora al nuovo CdA. In 9 hanno presentato la candidatura. Intanto la Corte dei Conti 'scrive' agli oggionesi

In vista dell'assemblea dei soci di Retesalute, convocata per il 9 febbraio alle ore 18 nell'auditorium del Comune di Merate, le trattative tra sindaci e loro delegati fervono.
Sì perchè a parte votare - all'unanimità si pensa - la revoca della procedura di liquidazione dell'azienda pubblica speciale che gestisce e eroga i servizi alla persona per tutti i comuni dell'area meratese-casatese c'è da eleggere il nuovo Consiglio di Amministrazione.

Massimo Panzeri, presidente dell'Assemblea di Retesalute

Lo statuto prevede cinque membri e al momento non contempla - come sempre accade - la possibilità che a guidare la società sia un Amministratore unico. Se tutto andrà come deve andare la mossa successiva sarà modificare lo statuto e inserire il CdA a tre, l'Amministratore unico e una remunerazione. Perché oggi l'incarico, pure irto di difficoltà e rischi, è svolto in forma gratuita.
Dunque gli incontri si susseguono, soprattutto tra i primi cittadini di Merate, Massimo Panzeri, Casatenovo, Filippo Galbiati, Monticello Alessandra Hofmann (anche presidente della Provincia nonchè rappresentante uscente dei sindaci casatesi), Daniele Villa (presidente del circondario di Merate); ma quasi tutti i sindaci intervengono al dibattito, tanto che la scorsa settimana si è tenuta una conferenza congiunta fra gli amministratori dei due circondari per fare il punto sul tema.
Alcuni hanno proposto di mantenere l'attuale Collegio dei Liquidatori per sei mesi al fine di far ripartire l'azienda e modificare lo statuto. Ma l'ipotesi non raccoglie consensi.
Tornando al CdA invece, la maggioranza dei sindaci pare aver chiesto un rinnovamento forte, che non contempli ad esempio, la presenza della ex numero uno Alessandra Colombo. Un tema di cui pare si sia discusso anche nell'ultima conferenza sindaci, durante la quale solo qualche amministratore vicino al centro sinistra avrebbe preteso un segnale di continuità, mediante appunto la permanenza nell'esecutivo temporaneo, dell'avvocato, entrata a far parte anche del collegio dei liquidatori.

Da sinistra i sindaci Daniele Villa, Alessandra Hofmann e Filippo Galbiati

Una proposta che, come dicevamo, non raccoglie consensi, soprattutto nel Casatese dove per il CdA si punta su un altro Colombo: Antonio, sindaco di Casatenovo dal 2004 al 2014, politicamente vicino al PD ed ex dirigente di banca, defilatosi dalla politica una volta concluso il secondo mandato amministrativo.
Dalla sua invece, Merate avrebbe chiesto la riconferma di Marco Stocola già membro dell'ultimo CdA che deve per forza di cose prevedere almeno qualche quota rosa. Se l'ipotesi Alessandra Colombo dovesse tramontare - come sembra - i sindaci potrebbero puntare su professioniste esterne, con il nome di Chiara Cogliati, commercialista con studio Merate, che sta circolando da qualche giorno e che figurerebbe peraltro nell'avviso di manifestazione di interesse pubblicato a dicembre dall'azienda speciale con scadenza proprio nella mattinata di oggi.
Nove i professionisti che da quanto è dato sapere hanno fatto pervenire la loro candidatura: oltre a Cogliati figurerebbero nell'elenco anche Michela Reggio D'Aci, Antonio Russo, Adelina Di Pietro, Daniela Fiocchi, Roberto Corbetta (già sindaco di Santa Maria Hoè), Maddaela Reitano (avvocato nonchè candidata alle elezioni di Casatenovo nel 2014), Antonio Colombo appunto e Sandro Feole, commercialista con studio a Olgiate ma di origine casatese, altro nome che sta circolando con insistenza.

Ciro D'Aries e Alessandra Colombo del collegio dei liquidatori

Non è detto che i componenti del nuovo CdA debbano essere scelti fra questa rosa di candidati. E' infatti falcoltà dell'assemblea proporre anche altrie figure o addirittura confermare gli attuali liquidatori. Molte sono le possibilità sul tavolo.
Oltre ai nomi indicati prima, i rumors indicano come papabili membri dell'organismo anche Paola Panzeri, già candidata sindaco di Merate e di professione avvocato e Enrico Bianchini, attuale direttore di Retesalute dopo essere stato componente del CdA su proposta di Airuno.
Nel frattempo, la Corte dei Conti regionale sembrerebbe aver acceso un faro sulle passate vicende contabili di Retesalute e in particolare sui quattro comuni oggionesi che ne fanno (o facevano nel caso di Oggiono) parte. La corte era stata chiamata in causa più volte, dai soci, per pareri interpretativi riguardo le procedure normative a cui i comuni stessi si sarebbero dovuti attenere nel predisporre il ripianamento del debito dell'azienda. L'azione odierna dell'organo potrebbe però essere stata stimolata da un'altra procedura. Ovvero dalla segnalazione inoltrata alla Corte stessa, da parte del Consiglio di Amministrazione di Retesalute.

L'assemblea dei soci di Retesalute in un'immagine d'archivio

Infatti, nel mese di maggio dello scorso anno 2020, l'organismo insediatosi aveva inoltrato ai giudici contabili una specifica nota riguardo a quanto accaduto in Retesalute negli anni precedenti. Illustrando le irregolarità contabili la segnalazione inviata alla Corte, che venne definita dal CdA stesso come una forma di atto dovuto, potrebbe aver spinto i giudici contabili a indagare per eventuali danni erariali. Un'indagine, quella della Corte, che - qualora dovessero essere confermate le indiscrezioni - si sarebbe già allargata. Infatti, se la segnalazione inviata dal CdA di Retesalute alla Corte riguardava, in via principale, possibili danni erariali a seguito delle criticità contabili interne all'azienda, la Corte stessa sembrerebbe oggi essere passata ad analizzare la specifica situazione di alcuni comuni. Semplice ipotizzare cosa i giudici contabili abbiano chiesto ai comuni oggionesi. L'adesione di Nibionno, Oggiono, Ello e Sirone a Retesalute era avvenuta nel 2019, quando all'interno della società erano già maturate quelle condizioni di dissesto finanziario che sarebbero poi emerse solo diversi mesi dopo. Qui apriamo una parentesi per ricordare come le decisioni delle singole Amministrazioni comunali di aderire a Retesalute vennero assunte dai consigli comunali dei rispettivi enti sulla base delle informazioni finanziarie fornite dall'azienda. Non è un segreto che quei documenti illustrassero una condizione finanziaria positiva, non corrispondente al reale stato di salute dell'azienda. L'anomalia dei quattro comuni oggionesi che scelsero di entrare a far parte della società nel pieno della tormenta finanziaria - anche se non risultante negli atti - sarebbe risultata evidente ai giudici contabili. Anche se, quella tormenta finanziaria - come abbiamo più volte spiegato - non figurava in nessun documento contabile trasmesso agli stessi comuni.
È quindi logico supporre che i giudici contabili chiedano di avere a disposizione proprio quei documenti che, forniti dall'azienda, furono alla base della scelta di adesione alla stessa Retesalute assunta dai comuni oggionesi e formalizzata nei consigli comunali.
Un approfondimento che potrebbe eventualmente estendersi anche ad altri comuni facenti parte dell'azienda speciale.
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