Osnago: sul ritorno in bonis di Retesalute la minoranza si astiene. Discussione in cc

Discutere di Retesalute in Consiglio comunale a Osnago scalda sempre gli animi. E così è stato anche durante la seduta di venerdì, convocata principalmente per deliberare sul ritorno in bonis dell'azienda speciale. Le prime scintille però si sono accese ben prima, con l'approvazione dei verbali delle riunioni consiliari precedenti. La minoranza ha denunciato il fatto che i numerosi interventi dei consiglieri di Orgoglio Osnago fossero stati omessi nel verbale della passata seduta in cui si è parlato di Retesalute. Inaccettabile per l'opposizione la quantità di omissis, motivati dall'incomprensibilità dei suoni nella registrazione. Il capogruppo di minoranza ha inoltre lamentato il fatto che gli siano state attribuite parole che non ha pronunciato.

La trascrizione è affidata a una ditta esterna che si serve dei file audio dei Consigli comunali. L'impianto di microfoni/registratori è già in programma che sia sostituito a breve. La minoranza si è rifiutata di approvare il verbale in questione, minacciando di lasciare l'aula se si fosse arrivati al voto. Ha quindi chiesto e ottenuto di congelare la votazione. I consiglieri di Orgoglio Osnago hanno richiesto una copia della registrazione. Per il sindaco Paolo Brivio non sussiste alcun problema nel fornire l'audio, ma ha sostenuto che la difficoltà nell'ascoltare nitidamente le voci è dovuta alla scarsa disciplina di alcuni consiglieri che o parlano lontano dal microfono o intervengono in contemporanea a chi stava già parlando. Ne è sorto un breve botta e risposta tra il primo cittadino e il consigliere di minoranza Vittorio Bonanomi che, lontano dal microfono, ha contrastato la tesi di Brivio.

Il segretario Giovanni Balestra ha puntualizzato che ha sempre dato importanza a riportare gli interventi dei consiglieri tanto che svolge sempre una registrazione di riserva, talvolta richiesta dalla ditta che svolge il servizio di trascrizione. Ha inoltre anticipato che muoverà una contestazione alla ditta rendendo conto delle critiche emerse in Consiglio comunale. La minoranza ha poi precisato che non intende proporre delle integrazioni al verbale, compito che spetterà o agli uffici comunali o alla ditta a cui è affidato l'incarico.

Il sindaco Paolo Brivio

Di Retesalute si è parlato più nel dettaglio con la trattazione del punto riguardante la revoca della liquidazione per il ritorno in bonis dell'azienda. Un passaggio in Consiglio non obbligatorio, ma che il sindaco ha ritenuto di effettuare per dare un maggiore spazio di confronto pubblico sul tema. Brivio ha rivendicato che Osnago è stato tra i primi Comuni a decidere di ripianare la cifra indicata da Retesalute di 154 mila euro, con il pagamento effettuato nella prima metà di dicembre. "Tutti i Comuni hanno in qualche modo ottemperato al proprio dovere. Sappiamo che Merate e Olgiate per considerazioni loro di natura giuridica e politica hanno ritenuto di non seguire il criterio di ripianamento indicato dal Collegio dei liquidatori" ha detto Brivio, che ha spiegato come sia stato trovato il modo per recuperare dagli stessi due Enti locali la quota mancante. Ha poi aggiunto: "La scelta di Merate è stata stigmatizzata politicamente da una serie di Comuni in Assemblea dei soci. Merate ha cercato di motivare, si rispettano le motivazioni addotte. Non è il momento di guardare più al passato. Il recupero è stato completato". Osnago quindi perdona e invita a voltare pagina. E in qualche modo anticipa quello che potrà (non) essere l'espressione dei sindaci sulla permanenza di Merate alla guida dell'Assemblea dei soci. Del resto non sono pervenuti segnali di dimissioni di Massimo Panzeri dopo le prese di distanze dalle sue mosse da diversi sindaci del territorio.

 

In primo piano il consigliere Vittorio Bonanomi

"Se l'azienda è giunta sull'orlo del fallimento lo si deve a meccanismi di cattiva gestione e di controllo. Lo si deve anche alla vetustà di un modello di welfare che determina anche la vetustà del modello aziendale e dei rapporti tra l'azienda e il territorio" ha dichiarato Paolo Brivio. Che ha incitato ad andare oltre, a cambiare passo e ad adottare modelli già in uso in altri territori: "Bisogna guardare al futuro a partire da un rinnovamento del modello di welfare. L'organizzazione interna è una funzione di questa visione politico-strategica".

Dunque una nuova fase "ricostituente", con la revisione dello Statuto e un nuovo approccio nello spirito con cui l'azienda opera, avendo come punto di riferimento il piano di risanamento e rilancio di Retesalute che comporterà un impatto economico maggiore da qui in avanti.

il consigliere Marco Riva

Per Marco Riva non è coerente mantenere Retesalute e rifondarla dall'interno allo stesso tempo, come a far intendere che giunti a questo punto converrebbe chiudere definitivamente l'esperienza di Retesalute e ricominciare da zero. Quanto è bastato per stuzzicare Paolo Brivio. "Proprio ieri da Anci è arrivata la comunicazione di un webinar sulla funzione delle imprese sociali nel territorio, imprese in cui concorrono soggetti pubblici, privati non profit e profit. Non c'è consenso politico attorno a questa ipotesi" ha detto con tono irritato il sindaco. "Se andassi in Assemblea dei soci a proporre una cosa del genere la stampa e i colleghi mi crocifiggerebbero. Non ci sono le condizioni politiche per innovare a quel livello, posto che sia più o meno corretto". E sulla supposta bontà di questa soluzione, il primo cittadino ha guardato al modello di Lecco, un sistema che Brivio ha definito "coraggioso" e che "ha fatto scuola in Italia, citata in tutti gli studi di settore", pur mantenendo il beneficio del dubbio sulla sua adeguatezza in un territorio con peculiarità differenti.

"Rimanendo all'interno del perimetro delle aziende speciali, ci sono molti modi per intrecciare relazioni tra questo strumento e il proprio territorio" ha aggiunto il sindaco osnaghese, citando questa volta il convegno organizzato dal direttore di Retesalute qualche mese fa in cui aveva partecipato l'associazione lombarda delle aziende speciali, che aveva raccontato come la conduzione della gestione delle aziende speciali possa essere differenziata e articolata, a seconda delle specificità territoriali. "Io mi auguro che il nostro territorio, pur rimanendo nel perimetro giuridico dell'azienda speciale, possa fare passi in avanti per migliorare l'efficacia delle relazioni con il territorio. È il momento di chiederci dove è il caso di osare di più". La minoranza si è astenuta perché ha sostenuto che ancora sono poco chiare le cause del dissesto di Retesalute, nonostante sia passato molto tempo da quando sono emerse le criticità.

M.P.
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