Comodamente sedute/31: la furbizia, una 'qualità' che oscilla tra il vizio e la virtù

LA SCATOLA FURBA

Già immagino i vostri sorrisi alla vista di questa foto.
Ebbene sì, amo questi Butter cookies danesi e non perdo occasione di tanto in tanto di acquistarli.
Quando li metto in tavola durante il tè pomeridiano si presentano con eleganza dentro la loro bella scatola blu, sono buonissimi e fanno fare sempre bella figura anche con gli ospiti che qualche volta aprendola, si stupiscono di trovarvi biscotti anziché ago e filo. Sì perché dovete sapere che sembra che la scatola di biscotti danesi Royal Dansk sia ufficialmente il contenitore da cucito più diffuso al mondo.


La storia di questi dolcetti il cui nome originale è Danish Butter Cookies ovvero biscotti danesi al burro, ebbe inizio 75 anni fa, quando Anna e Marinus decisero di aprire una panetteria in un piccolo villaggio in Danimarca, e con i loro squisiti biscotti incantarono tutti, fino a far diventare la loro piccola panetteria una grande azienda conosciuta in tutto il mondo: la Royal Dansk. Pensate che si tratta  di uno dei prodotti tipici danesi più esportati al mondo e anche in Italia non si fa fatica a trovarli nei supermercati.
Ciò che mi ha sempre stupito di questi biscotti, è il costo irrisorio (la scatola non supera i 4 euro), se considerate che oltre ad acquistare biscotti di grande qualità, alla fine vi ritrovate con una graziosa scatola di latta che si presta a molteplici utilizzi… come potete vedere.



Lungo gli anni, a seconda di ciò che dovevo riporre, ho messo in queste scatole davvero di tutto.
Quando i miei figli erano piccoli, non perdevo occasione di utilizzarle per conservare giochini o pennarelli. Sulle scrivanie poi sono comodissime perché raccolgono tutto ciò che i figli disperdono senza cura.
In un’altra ancora conservo nastri di ogni forma e misura e colore perché mi piace utilizzarli per impacchettare regali preziosi. Un’altra invece è pratica per conservare le bustine di tè.
E poi naturalmente non poteva mancare la scatola del cucito (la mia in verità è molto essenziale perché mi serve giusto per attaccare qualche bottone).
Insomma, questa è veramente una scatola furba.
Ma cos’è la furbizia?

Giovanna Fumagalli Biollo
FURBIZIA


“Vizio o virtù di chi utilizza la propria intelligenza per ottenere vantaggi per se stesso o, comunque, per scopi personali, anche attraverso espedienti ingegnosi”.

Spesso diamo a questa parola un’accezione negativa, perché siamo portati a credere che essere furbi significhi ottenere un vantaggio a scapito di qualcuno.
In realtà la storia stessa ci insegna che questa è forse una delle competenze che maggiormente l’uomo ha dovuto attivare per la sua stessa sopravvivenza.

“La furbizia non è una qualità né troppo buona, né troppo cattiva: oscilla tra il vizio e la virtù. Non c’è incontro in cui non la si possa e, forse, non la si debba sostituire con la prudenza”.
Jean de la Bruyère

Mi piace pensare che la furbizia sia una grande virtù se ben utilizzata.
Ci sono esempi di furbizia che io non tollero proprio: non sopporto chi cerca di scavalcare la fila perché non ha voglia di aspettare il proprio turno, o chi mi si affianca al semaforo e parte prima di me non appena scatta il verde.  
Invece ammiro chi utilizza la furbizia con intelligenza e rispetto a vantaggio del benessere altrui.
Come Anna e Marinus ad esempio che hanno inventato biscotti buonissimi, ma con furbizia, a differenza di altri, li hanno messi in una bellissima scatola di latta che ha fatto il giro del mondo.
Insomma quando la furbizia diventa uno strumento per raggiungere un fine nobile, ben venga.
Tornando ai nostri amati biscotti, mi piacerebbe tanto sapere se anche voi conservate una scatola di butter cookies e soprattutto cosa contiene.

Un caro saluto a tutte voi e se ne avete voglia, vi aspetto come sempre nel mio blog www.comodamentesedute.com.
Rubrica a cura di Giovanna Fumagalli Biollo
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