Merate: un acero e una quercia nel cortile dell'istituto Viganò ricordano la lotta alle mafie e l'attenzione all'ambiente
L'appuntato scelto Chiara Azzetti e l'appuntato scelto con qualifica speciale Liana Fedrigoli
Questa mattina, in un condensato di simboli e di significati, nel cortile dell'istituto Francesco Viganò di Merate gli studenti di 4^ A e 4^C che, pandemia permettendo, questa primavera visiteranno con "Addio pizzo" i luoghi simbolo della mafia, hanno piantumato "due alberi per il futuro" nel giardino della scuola.
Con loro il dirigente scolastico dottoressa Manuela Campeggi, i docenti Lucilla Barassi, Maria Grazia Rota, Loredana Lombardo, Stefania Brigatti e due militari dell'Arma carabinieri del raggruppamento biodiversità di Peri (Verona), l'appuntato scelto Chiara Azzetti e l'appuntato scelto con qualifica speciale Liana Fedrigoli.
Un progetto che parte da Palermo con l'albero delle legalità, un ficus, del giudice Giovanni Falcone i cui innesti sono stati portati in diverse parti d'Italia e poi piantati nelle scuole, quale simboli di una legalità diffusa che vuole radicarsi nei giovani ma anche come segnale di attenzione all'ambiente, ai cambiamenti climatici con una maggiore sensibilizzazione alla sostenibilità
Stante i climi brianzoli, l'istituto meratese in collaborazione con l'Arma ha deciso di optare su piante più resistenti, un acero appunto e una quercia, che questa mattina nel corso di una breve ma significativa cerimonia, sono stati piantati.
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Da sinistra Roberto Massucco, Lucilla Barassi, Liana Fedrigoli, Chiara Azzetti,
Manuela Campeggi, Maria Grazia Rota, Loredana Lombardo
I due arbusti, la cui crescita e cura è stata affidata agli studenti, sono stati inseriti, grazie a riconoscimento con QRCode, nel registro assieme ad altre centinaia di specie che scuole di tutta Italia hanno accolto nei loro cortili e che, oltre a simboleggiare la lotta alla mafia, indicheranno anche quanta anidride carbonica è rimasta "fissata" e non dispersa nell'ambiente, grazie alla loro piantumazione.
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