Paderno: rischia 4 mesi per interruzione di pubblico servizio
4 mesi di reclusione per aver causato 8 minuti di ritardo: è la richiesta di condanna formulata dal Vpo Pietro Bassi a carico di un 48enne originario della Sierra Leone.
L'uomo è accusato dalla Procura di Lecco di "interruzione di pubblico servizio" ai sensi dell'articolo 340 del codice penale perchè nel 2017 sarebbe stato trovato sprovvisto di titolo di viaggio a bordo di un convoglio sulla tratta Bergamo-Milano. Per nulla intenzionato a pagare il prezzo del biglietto né a scendere dal treno, l'imputato avrebbe ingaggiato una discussione con i controllori, prima di cedere e abbandonare la carrozza alla fermata di Paderno d'Adda. Secondo la pubblica accusa la "trattativa", durata una manciata di minuti, avrebbe causato un disservizio alla rete ferroviaria.
Sarebbe da escludere secondo il Vice Procuratore Onorario l'ipotesi di particolare tenuità del fatto poiché "la norma prescinde dalla durata del ritardo e bisogna valutare la ripercussione sull'intera rete ferroviaria". Per questo ha chiesto che l'imputato fosse condannato a 4 mesi di reclusione.
"Posso apprezzare la visione utopica dei treni in orario" ha replicato il difensore, l'avvocato Rosanna Pontieri del foro di Lecco, che ha chiesto l'assoluzione per il proprio assistito per mancanza di prove: "non possiamo dire se il ritardo sia imputabile a quel comportamento".
Il giudice Maria Chiara Arrighi ha rinviato al prossimo 25 marzo per repliche.
L'uomo è accusato dalla Procura di Lecco di "interruzione di pubblico servizio" ai sensi dell'articolo 340 del codice penale perchè nel 2017 sarebbe stato trovato sprovvisto di titolo di viaggio a bordo di un convoglio sulla tratta Bergamo-Milano. Per nulla intenzionato a pagare il prezzo del biglietto né a scendere dal treno, l'imputato avrebbe ingaggiato una discussione con i controllori, prima di cedere e abbandonare la carrozza alla fermata di Paderno d'Adda. Secondo la pubblica accusa la "trattativa", durata una manciata di minuti, avrebbe causato un disservizio alla rete ferroviaria.
Sarebbe da escludere secondo il Vice Procuratore Onorario l'ipotesi di particolare tenuità del fatto poiché "la norma prescinde dalla durata del ritardo e bisogna valutare la ripercussione sull'intera rete ferroviaria". Per questo ha chiesto che l'imputato fosse condannato a 4 mesi di reclusione.
"Posso apprezzare la visione utopica dei treni in orario" ha replicato il difensore, l'avvocato Rosanna Pontieri del foro di Lecco, che ha chiesto l'assoluzione per il proprio assistito per mancanza di prove: "non possiamo dire se il ritardo sia imputabile a quel comportamento".
Il giudice Maria Chiara Arrighi ha rinviato al prossimo 25 marzo per repliche.
F.F.