Musica: Strumento di Meditazione e di Preghiera

Nella nostra cultura occidentale quando si parla di "meditazione" vengono subito alla mente i monaci buddisti, i maestri indiani, il suono del "sitar" o della "vina", le vibrazioni delle "campane tibetane". Atmosfere sonore e azioni legate alla concentrazione in posizione yoga, in spazi legati al silenzio con candele accese, delicati profumi che inebriano dolcemente e che assumono nel suo insieme un profondo significato spirituale ed una perfetta armonia. Corpo e mente vengono a trovarsi in una autentica simbiosi con il cosmo. Di fatto nella cultura orientale la meditazione diventa uno strumento per favorire il contatto tra l'umano e il divino. La musica di conseguenza assume un ruolo fondamentale e il mezzo migliore per relazionarsi e per comunicare con le divinità.
Ma, penso anche al "Canto Gregoriano", nel monachesimo cristiano dove il "Testo Sacro" unito alla pura e semplice vocalità "a cappella" diventa strumento di riflessione, preghiera, meditazione. Noi cristiani abbiamo emarginato o sottovalutato spazi esclusivi come monasteri, conventi, basiliche dove possiamo soffermarci in preghiera e rimettere al centro la nostra persona in rapporto con Dio. Torna in primo piano l'importanza del "tempo e del silenzio". Ma, anche semplicemente rallentare il passo per ritrovare una dimensione persa e cioè quella spirituale. Da sempre mi domando e cerco risposte al peso, importanza e significato della dimensione spirituale nella vita di una persona.
L'essenza in tutte le culture diventa il puro suono emesso da uno strumento, dalla voce o dal creato che ci circonda. Bellissima la concezione e la visione che "Oliver Messiaen" ha della musica e della composizione (grande compositore francese del novecento): "Per me l'unica autentica musica è sempre esistita nei rumori della natura. Il suono armonioso del vento negli alberi, il ritmo delle onde marine, il timbro delle gocce di pioggia, dei rami spezzati, dell'urtarsi delle pietre, dei vari gridi di animali costituiscono per me la vera musica". Emerge la perfetta relazione tra l'uomo e la natura. La musica non fa altro che creare una perfetta relazione e offrire una dimensione esistenziale perfetta. La parola chiave diventa l'assoluto rispetto del creato e la gioia di condividere una esistenza serena e di pace. Emerge in questa visione o interpretazione un elemento significativo e cioè la capacità di ascoltare con attenzione.
Ma è il "silenzio" il denominatore comune che trasforma la meditazione in "preghiera". Preghiera intesa come forma di invocazione, ascolto, comunicazione, intercessione, lode alla divinità. L'obiettivo è l'aiuto e il perdono. Tutti sentiamo la necessità di intraprendere un personale colloquio con l'ultraterreno ed instaurare così un rapporto stretto e molto personale. Il linguaggio della musica ha l'esclusiva capacità di aiutarci in questo cammino e in questa relazione con la dimensione trascendente. Può apparire superata o di altri tempi, ma credo che la riscoperta dell'autentica e semplice preghiera, supplica, prece, orazione (sinonimi che racchiudono lo stesso significato) sia la chiave per aprirci il cuore alla relazione e amicizia con il Padre e soprattutto vicinanza con chi è già nella grande pace e luce che condivideremo.
Attraverso la meditazione riesco a valorizzare la mia dimensione spirituale e la preghiera diventa spontanea e molto personale. Certo, nella preghiera posso utilizzare formule e testi predisposti ma c'è anche una forma più intima che può servirsi di brevi frasi tratte da frammenti di Salmi oppure giaculatorie che ripetute con pazienza e gradualità, stando attenti alla declamazione, respirazione, silenzio interiore portano ad una forma di pace e di distacco. Ecco allora che può iniziare un dialogo con il Padre e con l'infinito celato in noi. Questo cammino è reso possibile attraverso la pazienza, attenzione, spazi e tempi adeguati. L'infinito diventa quasi alla portata di mano e il tuo essere se ne compiace.
"Meditare" è una parola che richiama subito l'importanza del "Silenzio e il Valore del Tempo". Due aspetti che ci tengo ad evidenziare come elementi significativi per incamminarsi in quella che chiamo "trasformazione interiore". Trasformazione per ritrovare un "senso di pace" ed una "autentica essenza di vita". Naturalmente le condizioni per raggiungere gradualmente dei benefici sono sempre un esercizio costante e una pazienza nell'approccio con la tecnica e fasi di preparazione alla meditazione.
Oggi, troppo spesso si vuole tutto subito e di conseguenza (è un dato di fatto), davanti ad una difficoltà e percorso si tende a rinunciare o abbandonare. Tendenzialmente si intraprendono differenti esperienze (anche interessanti e costruttive per la persona), ma che, purtroppo rimangono tutte in sospeso e alla fine il risultato è appena sufficiente o addirittura decisamente scarso.
Meditare deve diventare sinonimo di "calma" e soprattutto di "pace". É il tempo di concentrarci sul respiro e i battiti del cuore, di ridare significato alle "cose" che abbiamo scelto e che facciamo. É il tempo di mettere in secondo piano (o eliminare), il superfluo, l'effimero, il di più che alla fine disturba e onestamente ci impoverisce in tutti i sensi. É il tempo di rimettere al centro il silenzio come elemento
fondamentale per concentrarci e finalmente ritrovare la nostra vera identità. Un silenzio che ci sprona ad ascoltarci e ad ascoltare la vita che ci circonda. Un silenzio che ci parla e ci aiuta nel cammino della vita. Un silenzio che diventa vera musica e soprattutto strumento di comunicazione.
Mirabile (lo riprendo perché molto bello), il contenuto di un "canto dell'arpista" che risale circa al 1425 a.C., pervenuto a noi dalla cultura egizia. "Vi sia musica e canto davanti a te, getta alle tue spalle tutte le pene e volgi l'animo alla gioia fino a quando verrà il giorno in cui viaggeremo verso quella terra che ama il silenzio". Incredibile come più di 3000 anni fa l'attenzione era già focalizzata alla centralità della persona e all'essenza della vita. La musica sempre in primo piano e il pellegrinaggio continuo dell'esistenza fino a raggiungere la grande meta promessa dove tutte le amarezze e preoccupazioni saranno alle spalle e dove finalmente si apriranno spazi in cui contemplare la perfezione e l'assoluto. Straordinario come la concezione dell'immanente sia sempre messa in relazione con il trascendente. Una concezione filosofica che dobbiamo rimettere in primo piano se non vogliamo cadere nel baratro del transitorio o fugace. Le pene della vita devono assolutamente lasciare spazio alla gioia che ci aspetta.
La musica diventa lo strumento o il mezzo per aiutarci a meditare. Ma qual è il significato di meditazione e perché nella società moderna c'è una ricerca e una richiesta sempre maggiore di riscoprire l'arte della meditazione? Non c'è una contraddizione tra l'esigenza di occupare tutto il nostro tempo in molteplici attività e all'opposto il soffermarsi a meditare?
Ribadisco che (forse) è giunto il tempo (o per meglio dire: questo è il tempo) di fermarci o perlomeno rallentare semplicemente il passo per provare a ri-trovare una dimensione più umana. Proviamo a valorizzare semplicemente attenzioni dimenticate, gesti, parole, sguardi delicati, sensibili e armoniosi. Abbiamo e sentiamo il bisogno di un "Nuovo Umanesimo", dove la persona, il prossimo e lo spazio in cui viviamo, siano al centro del progetto di vita. Ri-scopriamo l'importanza e la consapevolezza che tutti siamo sulla stessa barca e solo collaborando insieme possiamo raggiungere la meta oppure perderci inesorabilmente.
"Papa Francesco", ci esorta nell'evidenziare che: "è giunto il "momento (adesso e non domani rimandando sempre le occasioni che il tempo e la storia ci offrono), di sognare in grande, di ripensare le nostre priorità - ciò che stimiamo, ciò che vogliamo, ciò che cerchiamo - e di impegnarci nelle piccole cose, di agire secondo ciò che abbiamo sognato". Troppo spesso giriamo la colpa alla società che è cambiata, alle persone che non sanno più ascoltare, alle amicizie sbagliate, ma, dobbiamo ammetterlo è un modo per evitare l'ostacolo. E, l'ostacolo ha un nome e una identità precisa: "IO". Sono Io che devo riprendere a pensare con la mia testa, sono Io che devo essere capace di sognare ancora, sono Io che devo agire adesso, ora e non domani.
Credo che la finalità e l'essenza del meditare sia proprio quello di mettere al centro il valore della persona, delle relazioni e soprattutto della dimensione spirituale. Tutto deve trovare un peso e una misura adeguata. Dobbiamo evitare di caricare di significato o importanza alcuni aspetti o elementi del nostro vivere quotidiano. Elementi che se dominanti rischiano di schiacciare l'importanza del nostro rapportarci al tempo. Bellissima la citazione di "Madre Teresa", dove elenca tanti aspetti legati al valore del tempo e soprattutto di trovare il tempo. Il tempo è adesso, in questo angolo del mondo e della storia. Come ci suggerisce ancora Papa Francesco, "possiamo ritornare a sognare solo se sappiamo recuperare la consapevolezza che abbiamo un destino comune". "Materiali della musica sono il suono e il silenzio. Integrarli significa comporre." Questo aforisma di "John Cage", (grande compositore contemporaneo americano del secolo scorso 1912-1992) credo sintetizzi mirabilmente l'essenza di una creazione musicale e di conseguenza i benefici che essa può apportare all'ascoltatore sensibile e attento. L'essenza emotiva e trascendente del linguaggio musicale, sta nella forma e nella capacità del compositore di riportare attraverso l'incontro delle note (che diventano suono attraverso gli strumenti musicali o la voce), la bellezza di comunicare sensazioni, astrazioni libere e soggettive. Ognuno nella sua unicità coglie il messaggio e il significato che l'autore gli ha voluto trasmettere. Attraverso la musica entriamo nelle sfere della bellezza che elevano lo spirito e il corpo. Ascoltare la musica diventa una terapia per lo star bene con se stessi e con il prossimo. Anche in contesti di solitudine o isolamento la musica ha creato relazione e comunicazione. Il suono ti parla, ti consola e le difficoltà che stai affrontando ti sembrano meno invasive. Intravedi spiragli di luce e di speranza che ti aiutano a non mollare. "La Musica è una legge morale: essa dà anima all'Universo, ali al pensiero, slancio all'immaginazione, fascino alla tristezza, impulso alla gioia e vita a tutte le cose. Essa è l'essenza dell'ordine ed eleva ciò che è buono, giusto e bello, di cui è la forma
invisibile, ma tuttavia splendente, appassionata ed eterna" (Platone). Solo il pensiero profondo di un filosofo (colui che riesce a entrare nella vera profondità del pensiero), ha saputo esprimere al meglio il senso vero della musica. Sono sempre più convinto che la musica (l'arte in generale), sia un dono divino per aiutarci, da un lato a vivere pienamente la nostra dimensione umana e quindi accettare anche i nostri limiti, ma, riconoscere che la musica rappresenta anche l'immortalità che è in noi. La musica è sinonimo di armonia e di rispetto. Credo che una società ricca di musica sia anche una società autentica, vera e nobile. Meditare attraverso la musica significa ritrovare una dimensione fisica e soprattutto spirituale emarginata o smarrita. "Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle, sentire gli odori delle cose, catturarne l'anima. Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo. Perché lì c'è verità, lì c'è dolcezza, lì c'è sensibilità, lì c'è ancora amore". La grande poetessa "Alda Merini" ha saputo riscoprire l'essenza dell'esistenza e l'autenticità della persona umana. Dimostrazione dell'infinita bellezza che è in ciascuno di noi e che spesso rimane assopita. In poche righe ha saputo comporre e suggerire un cammino verso il vero significato di "Amore". L'arte è un bene primario per la persona e la comunicazione, è il pane dell'anima e della mente che permette la crescita della nostra società, stimolando il pensiero, la sensibilità e la creatività di ogni persona. Facciamo in modo che non passi mai in secondo piano, ricordando e ribadendo ogni giorno la figura dell'artista e l'importanza che riveste a livello sociale. Riscopriamo la capacità di ascoltarci e ascoltare, di catturare e contemplare con attenzione tutto quello che ci circonda, di cercare la profondità del cuore. La nostra vita è tormentata e affannata nella ricerca del vero significato di amore. Il poeta come il musicista lo contempla nello stupore e nella bellezza della vita che ogni giorno nasce, cresce e muore. L'amore è dentro di noi e intorno a noi. Oggi più che mai sentiamo il bisogno di poesia e di musica. E, quando non sappiamo come esprimerlo lasciamoci guidare dal silenzio. Il grande silenzio credo sarà la vera musica, la vera poesia che ci accompagnerà nell'infinita bellezza eterna. "La vita senza la musica sarebbe un errore" (Friedrich Nietzsche).
M° Antonello Brivio
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