Comodamente sedute/29: quando guida una donna pensa, sogna, piange e canta
Forse è il pensiero che la mia diciottenne si sta apprestando fin troppo velocemente a raggiungere il traguardo della patente, oppure il semplice fatto che durante quest'ultima settimana mi è capitato di percorrere tragitti in auto più lunghi del solito. Non lo so.
Quello che so è che in questi giorni continuavo a pensare a quell'antico ma discriminante proverbio "Donne al volante pericolo costante" e non riuscivo a togliermelo dalla testa.
L'origine del proverbio risiede nell'immaginario collettivo che vede le donne destreggiarsi con più difficoltà fra parcheggi e manovre che richiedono una certa precisione. Secondo una ricerca realizzata dall'agenzia dei trasporti britannica le donne, in media, hanno bisogno di più ore degli uomini per ottenere la patente di guida e incontrano più difficoltà nei parcheggi. Il motivo di queste difficoltà è nel cervello. La nostra mente è infatti predisposta a fare dei calcoli immediati per le manovre e quella degli uomini sembra più propensa e reattiva a questo tipo di calcoli. Se però il cervello dell'uomo sembra essere più propenso alle manovre, dall'altro è più incline a sfidare i limiti di velocità e infrangere i divieti. Le statistiche infatti dimostrano come le donne siano causa di molti meno incidenti stradali rispetto a quelli causati dagli uomini perché decisamente più prudenti.
Io credo che quando una donna si mette alla guida di un auto, faccia molto di più che raggiungere una meta.
Una donna al volante pensa.
Pensa al bacio frettoloso che ha dato a suo marito quella mattina, ai figli che ha accompagnato a scuola sempre troppo di corsa, alla giornata lavorativa che l'attende, al pranzo, alla cena, alla lista della spesa che non può segnare e che spera di tenere a mente, alle lavatrici da fare e alla pila di biancheria da stirare possibilmente prima che il giorno finisca.
Una donna al volante sogna.
Sogna quel viaggio che rimanda da troppo tempo, quel taglio di capelli che non ha il coraggio di fare, quel cappotto in saldo così bello e ancora troppo caro, quella serata al ristorante con chi ama che fatica a organizzare, quel sonno lungo e ristoratore che non arriva mai, quella chiacchierata leggera con un'amica rimandata troppo a lungo.
Una donna al volante piange.
Dentro il confortante abitacolo della sua auto, al riparo da occhi indiscreti e da domande che non conoscono risposta, piange per un milione di motivi che nemmeno riesce a spiegare. Piange perché dopo aver pianto sa che starà meglio.
Una donna al volante ascolta musica. E canta.
Da quando è mancato mio marito quest'ultimo pezzetto me lo sono negata per lungo tempo.
Perche ogni volta che mi capitava di ascoltare una canzone, avevo l'impressione che qualcuno prendesse il mio cuore e lo accartocciasse come un biglietto del treno usato.
E quando qualcosa fa troppo male, non te la vai a cercare.
Ho trascorso così lo scorso anno.
Poi una mattina di queste, in previsione di un viaggio un po' più lungo del solito, con cautela, trattenendo il respiro, mi sono sintonizzata sulla mia radio preferita di sempre, Radio Italia e sono rimasta in attesa.
Una dopo l'altra canzoni conosciute e altre mai sentite mi hanno piacevolmente trasportata in una nuova dimensione di benessere e di serenità.
Certo, alcune mi hanno colta alla sprovvista e prima che avessi il tempo di proteggermi, mi hanno rubato qualche lacrima, ma altre mi hanno messa di buonumore, altre ancora hanno suscitato emozioni dimenticate da tempo e altre mi sono concessa di cantarle a squarciagola come non credevo più di poter fare.
Perché la musica fa proprio quell'effetto lì, ti prende il cuore e lo fa in mille pezzi talmente è forte la malinconia che sprigiona, ma poi lo ricompone adagio e senza fretta te lo restituisce rimesso a nuovo, e l'avresti mai creduto possibile? Più forte di prima. Insomma ti fa sentire meravigliosamente viva.
E voi amiche care? Cosa fate quando siete al volante?
Cosa succede quando ascoltate una canzone?
Mentre aspetto di leggere le vostre storie, vi auguro una buona domenica comodamente sedute su un divano, o perché no? Anche sul sedile di un auto, magari in viaggio verso una bellissima meta.
E siccome abbiamo parlato di canzoni, vi lascio con il video dell'ultimo successo di Adriano Celentano e Mina "Niente è andato perso" che ho ascoltato tanto in questi giorni e di cui mi sono innamorata. Racconta di un rapporto di amicizia o di amore (chi lo sa?) tra due persone, degli alti e bassi, della fatica e del desiderio di essere felici, dei ricordi dei giorni vissuti insieme, della bellezza e dell'importanza di un legame da custodire, con la consapevolezza che nonostante il trascorrere del tempo, nulla di tutto questo andrà perduto.
"Ma non lo vedi che c'è uno spazio così grande
Che dura il tempo di un istante
C'è tutto e niente è andato perso". https://www.youtube.com/watch?v=Ntnv9zPUI2s&t=5s Ve la dedico con affetto
E come sempre se questo articolo vi è piaciuto potete sempre venire a trovarmi nel mio blog www.comodamentesedute.com per leggerne altri.
Quello che so è che in questi giorni continuavo a pensare a quell'antico ma discriminante proverbio "Donne al volante pericolo costante" e non riuscivo a togliermelo dalla testa.
Così sono andata un po' a curiosare e ho scoperto, (come se ce ne fosse bisogno!) che non corrisponde affatto alla verità.
Io credo che quando una donna si mette alla guida di un auto, faccia molto di più che raggiungere una meta.
Una donna al volante pensa.
Pensa al bacio frettoloso che ha dato a suo marito quella mattina, ai figli che ha accompagnato a scuola sempre troppo di corsa, alla giornata lavorativa che l'attende, al pranzo, alla cena, alla lista della spesa che non può segnare e che spera di tenere a mente, alle lavatrici da fare e alla pila di biancheria da stirare possibilmente prima che il giorno finisca.
Una donna al volante sogna.
Sogna quel viaggio che rimanda da troppo tempo, quel taglio di capelli che non ha il coraggio di fare, quel cappotto in saldo così bello e ancora troppo caro, quella serata al ristorante con chi ama che fatica a organizzare, quel sonno lungo e ristoratore che non arriva mai, quella chiacchierata leggera con un'amica rimandata troppo a lungo.
Una donna al volante piange.
Dentro il confortante abitacolo della sua auto, al riparo da occhi indiscreti e da domande che non conoscono risposta, piange per un milione di motivi che nemmeno riesce a spiegare. Piange perché dopo aver pianto sa che starà meglio.
Una donna al volante ascolta musica. E canta.
Da quando è mancato mio marito quest'ultimo pezzetto me lo sono negata per lungo tempo.
Perche ogni volta che mi capitava di ascoltare una canzone, avevo l'impressione che qualcuno prendesse il mio cuore e lo accartocciasse come un biglietto del treno usato.
E quando qualcosa fa troppo male, non te la vai a cercare.
Ho trascorso così lo scorso anno.
Poi una mattina di queste, in previsione di un viaggio un po' più lungo del solito, con cautela, trattenendo il respiro, mi sono sintonizzata sulla mia radio preferita di sempre, Radio Italia e sono rimasta in attesa.
Certo, alcune mi hanno colta alla sprovvista e prima che avessi il tempo di proteggermi, mi hanno rubato qualche lacrima, ma altre mi hanno messa di buonumore, altre ancora hanno suscitato emozioni dimenticate da tempo e altre mi sono concessa di cantarle a squarciagola come non credevo più di poter fare.
Perché la musica fa proprio quell'effetto lì, ti prende il cuore e lo fa in mille pezzi talmente è forte la malinconia che sprigiona, ma poi lo ricompone adagio e senza fretta te lo restituisce rimesso a nuovo, e l'avresti mai creduto possibile? Più forte di prima. Insomma ti fa sentire meravigliosamente viva.
E voi amiche care? Cosa fate quando siete al volante?
Cosa succede quando ascoltate una canzone?
Mentre aspetto di leggere le vostre storie, vi auguro una buona domenica comodamente sedute su un divano, o perché no? Anche sul sedile di un auto, magari in viaggio verso una bellissima meta.
E siccome abbiamo parlato di canzoni, vi lascio con il video dell'ultimo successo di Adriano Celentano e Mina "Niente è andato perso" che ho ascoltato tanto in questi giorni e di cui mi sono innamorata. Racconta di un rapporto di amicizia o di amore (chi lo sa?) tra due persone, degli alti e bassi, della fatica e del desiderio di essere felici, dei ricordi dei giorni vissuti insieme, della bellezza e dell'importanza di un legame da custodire, con la consapevolezza che nonostante il trascorrere del tempo, nulla di tutto questo andrà perduto.
"Ma non lo vedi che c'è uno spazio così grande
Che dura il tempo di un istante
C'è tutto e niente è andato perso". https://www.youtube.com/watch?v=Ntnv9zPUI2s&t=5s Ve la dedico con affetto
E come sempre se questo articolo vi è piaciuto potete sempre venire a trovarmi nel mio blog www.comodamentesedute.com per leggerne altri.
Rubrica a cura di Giovanna Fumagalli Biollo