Paderno: Matteo Martini, collaboratore di Auser meratese, spiega 'Insegna digitale'
L’Auser di Paderno d’Adda è un'associazione di volontariato con 26 anni di storia alle spalle e un organico di 65 volontari attivi. Indiscutibile è l’aiuto che il sodalizio fornisce con il servizio di trasporto e accompagnamento alla fascia anziana e fragile della popolazione ma non è soltanto questo. Auser è molto di più, e ne abbiamo parlato proprio con un giovane volontario collaboratore, Matteo Martini, che ha fatto il suo ingresso in Auser lo scorso ottobre. Ha 22 anni ed è uno studente di Giurisprudenza ma tra i suoi interessi vi è anche la politica. È infatti attualmente consigliere all’interno del gruppo di maggioranza padernese guidato dal sindaco Gianpaolo Torchio. Il terzo settore è, però, ciò a cui Martini “dà uno sguardo da tempo” anche dal punto di vista lavorativo, per questo non si è fatto scappare l’occasione di collaborare 6 mesi con Auser candidandosi al bando “Time To Care”.
Matteo, da dove è nata l’idea di diventare volontario e soprattutto perché hai scelto di farlo per Auser?
Prima di tutto perché volevo avere un’esperienza in una associazione che si occupa di volontariato perché, appunto, è un mio desiderio lavorare in questo ambito e l’Auser era perfetto. Poi perchè si trova sul territorio padernese al quale sto incominciando ad interessarmi di più anche grazie all’impegno comunale e poi perché è composto da volti amici, che già conoscevo.
Quanto tempo dedichi al volontariato e di cosa ti occupi in Auser?
È una collaborazione part-time perché il contratto prevede 18h al mese, però mi prende molto quindi per me è come se fosse un lavoro a tempo pieno. Mi occupo in generale del trasporto sociale che comprende non solo gli anziani - che chiedono di essere accompagnati alle visite mediche o a fare il vaccino -, ma anche le persone fragili, da portare a scuola, ad esempio. E non solo, c’è anche una grande componente dettata dal lavoro in ufficio nel quale affianco la presidente, Elisabetta Mapelli, nper lavori di amministrazione del sodalizio. E infine c’è l’aspetto della telefonia sociale dove provo a colmare, con una chiamata, il desiderio di chi ha richiesto un po’ di compagnia e supporto, soprattutto in un momento come questo di difficoltà.
La grande novità è che ti stai occupando in prima persona del progetto “Insegna Digitale”, di che cosa si tratta? Qual è il suo scopo?
Il progetto nasce dall'esigenza di offrire all’interno del territorio una maggiore consapevolezza e attenzione all’utilizzo del computer e del cellulare da parte della fascia più anziana della popolazione. Ho notato questo bisogno in prima persona mentre lavoravo perché in molti, data forse la mia giovane età, si avvicinavano per chiedermi di risolvere piccole problematiche “che comparivano” sui loro cellulari. Dunque mi sono chiesto perché non fare delle lezioni, e renderlo un servizio fatto per bene?
Inoltre stiamo attraversando un periodo storico in cui non sapere usare il computer non è un aspetto superfluo, ma concreto. Banalmente non è possibile prenotare l’appuntamento per fare il vaccino. Quindi non è un problema di nicchia ma che migliaia e migliaia di anziani devono affrontare quotidianamente. Questo servizio è già in parte offerto da Auser, grazie al vicepresidente, Gianmario Panzeri, che tutti i giorni, in sede, si offre di prenotare non solo i vaccini ma anche tanti altri tipi di servizi. Con questa iniziativa lo scopo è proprio quello di “tappare i buchi” lasciati, forse, da una mancanza nel sistema di informatizzazione della fascia più debole.
Infine devo dire che quando l’ho proposto a Betty (la presidente, ndr) – che è sempre attentissima ai bisogni della popolazione - non ha esitato un secondo a darmi manforte e a sostenermi nel progetto.
Come è strutturato il progetto e dove si svolgerà?
Il progetto è diviso in quattro lezioni rivolte all’uso del pc, e altre quattro allo smartphone. L’aspetto che tengo a sottolineare è che è un servizio che ha un costo di 10 euro a lezione. Si è scelto di fare pagare la singola lezione e non l’intero corso per lasciare agli anziani la scelta più libera possibile. Saranno loro infatti a decidere quali lezioni frequentare, in base alle proprie necessità. Per esempio, è possibile partecipare soltanto alla lezione del computer in cui si parlerà del pacchetto Microsoft, se si è già in grado di rispondere ai messaggi o mandare email, o viceversa seguire soltanto quelle dedicate all’uso del cellulare. Un altro aspetto importante è che oltre alle 8 lezioni vi sarà anche un momento dedicato alla consulenza, ossia sarò presente un pomeriggio a settimana, in sede, per rispondere a qualsiasi domanda di chi ha preso parte al "corso".
Le lezioni saranno di un’ora e si terranno in una delle aule in Piazza Vittoria, quelle adibite ora al doposcuola. Le abbiamo affittate per un giorno a settimana per due mesi, quindi da venerdì 4 febbraio (data della prima lezione, ndr) fino a venerdì 29 marzo. Al momento abbiamo a disposizione un pc, che ci è stato donato proprio con lo scopo di essere utilizzato da parte dei volontari per supportare gli anziani e far fronte a tutte le varie situazioni di difficoltà. La lezione si articolerà in una spiegazione iniziale e poi nei minuti restanti si aiuteranno i partecipanti (si valuterà poi in base al numero degli iscritti) a esercitarsi con il pc nel rispetto di tutte le precauzioni sanitarie.
Che cosa ti aspetti da questo progetto?
Sicuramente una buona partecipazione, perché vedendo la richiesta in prima persona di consulenza informatica penso che ce ne sia bisogno. Al tempo stesso serve una buona comunicazione proprio per riuscire ad arrivare a tutti e intercettare chi ha più necessità. Oltre a questo mi aspetto tanta voglia di imparare perché sicuramente c’è il desiderio da parte della fascia anziana di capire meglio senza dover dipendere da altri.
Mi aspetto poi che da entrambe ci siano l'attenzione e la pazienza, soprattutto da parte di chi deve imparare che deve aver la voglia di mettersi in gioco e “rompere” quelle barriere dettate dal pensare a pc e smartphone solo come "mezzi del futuro".
Un'ultima domanda…data la tua giovane età, che cosa ti senti di dire ai tuoi coetanei oggi riguardo al mondo del volontariato?
Questo universo a volte rischia di essere stereotipato in qualcosa da fare soltanto se si ha tempo e rivolto ad alcune persone più predisposte. Secondo me invece è un mondo aperto a tutti perché non richiede requisiti all’entrata. Nel senso che devi essere una persona che, certo, ha voglia di fare del bene per gli altri, cosa non scontata, ma sicuramente è alla portata di chiunque.
E la cosa bella di questo mondo è che richiede il minor sforzo possibile dal punto di vista dei requisiti, poi è sicuramente impegnativo però il risultato e la soddisfazione sono massimi: fai qualcosa di buono e concreto e lo fai per gli altri. Ciò permette una maggiore sensibilizzazione verso sé e verso gli altri, aiuta a comprendere che siamo in una comunità. Infine essere attenti ai bisogni degli altri ci rende ancora più attenti verso noi stessi. In più io sono davvero fortunato, perché questo è anche il mio lavoro!
Matteo Martini
Matteo, da dove è nata l’idea di diventare volontario e soprattutto perché hai scelto di farlo per Auser?
Prima di tutto perché volevo avere un’esperienza in una associazione che si occupa di volontariato perché, appunto, è un mio desiderio lavorare in questo ambito e l’Auser era perfetto. Poi perchè si trova sul territorio padernese al quale sto incominciando ad interessarmi di più anche grazie all’impegno comunale e poi perché è composto da volti amici, che già conoscevo.
Quanto tempo dedichi al volontariato e di cosa ti occupi in Auser?
È una collaborazione part-time perché il contratto prevede 18h al mese, però mi prende molto quindi per me è come se fosse un lavoro a tempo pieno. Mi occupo in generale del trasporto sociale che comprende non solo gli anziani - che chiedono di essere accompagnati alle visite mediche o a fare il vaccino -, ma anche le persone fragili, da portare a scuola, ad esempio. E non solo, c’è anche una grande componente dettata dal lavoro in ufficio nel quale affianco la presidente, Elisabetta Mapelli, nper lavori di amministrazione del sodalizio. E infine c’è l’aspetto della telefonia sociale dove provo a colmare, con una chiamata, il desiderio di chi ha richiesto un po’ di compagnia e supporto, soprattutto in un momento come questo di difficoltà.
La grande novità è che ti stai occupando in prima persona del progetto “Insegna Digitale”, di che cosa si tratta? Qual è il suo scopo?
Il progetto nasce dall'esigenza di offrire all’interno del territorio una maggiore consapevolezza e attenzione all’utilizzo del computer e del cellulare da parte della fascia più anziana della popolazione. Ho notato questo bisogno in prima persona mentre lavoravo perché in molti, data forse la mia giovane età, si avvicinavano per chiedermi di risolvere piccole problematiche “che comparivano” sui loro cellulari. Dunque mi sono chiesto perché non fare delle lezioni, e renderlo un servizio fatto per bene?
Inoltre stiamo attraversando un periodo storico in cui non sapere usare il computer non è un aspetto superfluo, ma concreto. Banalmente non è possibile prenotare l’appuntamento per fare il vaccino. Quindi non è un problema di nicchia ma che migliaia e migliaia di anziani devono affrontare quotidianamente. Questo servizio è già in parte offerto da Auser, grazie al vicepresidente, Gianmario Panzeri, che tutti i giorni, in sede, si offre di prenotare non solo i vaccini ma anche tanti altri tipi di servizi. Con questa iniziativa lo scopo è proprio quello di “tappare i buchi” lasciati, forse, da una mancanza nel sistema di informatizzazione della fascia più debole.
Infine devo dire che quando l’ho proposto a Betty (la presidente, ndr) – che è sempre attentissima ai bisogni della popolazione - non ha esitato un secondo a darmi manforte e a sostenermi nel progetto.
Come è strutturato il progetto e dove si svolgerà?
Il progetto è diviso in quattro lezioni rivolte all’uso del pc, e altre quattro allo smartphone. L’aspetto che tengo a sottolineare è che è un servizio che ha un costo di 10 euro a lezione. Si è scelto di fare pagare la singola lezione e non l’intero corso per lasciare agli anziani la scelta più libera possibile. Saranno loro infatti a decidere quali lezioni frequentare, in base alle proprie necessità. Per esempio, è possibile partecipare soltanto alla lezione del computer in cui si parlerà del pacchetto Microsoft, se si è già in grado di rispondere ai messaggi o mandare email, o viceversa seguire soltanto quelle dedicate all’uso del cellulare. Un altro aspetto importante è che oltre alle 8 lezioni vi sarà anche un momento dedicato alla consulenza, ossia sarò presente un pomeriggio a settimana, in sede, per rispondere a qualsiasi domanda di chi ha preso parte al "corso".
Le lezioni saranno di un’ora e si terranno in una delle aule in Piazza Vittoria, quelle adibite ora al doposcuola. Le abbiamo affittate per un giorno a settimana per due mesi, quindi da venerdì 4 febbraio (data della prima lezione, ndr) fino a venerdì 29 marzo. Al momento abbiamo a disposizione un pc, che ci è stato donato proprio con lo scopo di essere utilizzato da parte dei volontari per supportare gli anziani e far fronte a tutte le varie situazioni di difficoltà. La lezione si articolerà in una spiegazione iniziale e poi nei minuti restanti si aiuteranno i partecipanti (si valuterà poi in base al numero degli iscritti) a esercitarsi con il pc nel rispetto di tutte le precauzioni sanitarie.
Che cosa ti aspetti da questo progetto?
Sicuramente una buona partecipazione, perché vedendo la richiesta in prima persona di consulenza informatica penso che ce ne sia bisogno. Al tempo stesso serve una buona comunicazione proprio per riuscire ad arrivare a tutti e intercettare chi ha più necessità. Oltre a questo mi aspetto tanta voglia di imparare perché sicuramente c’è il desiderio da parte della fascia anziana di capire meglio senza dover dipendere da altri.
Mi aspetto poi che da entrambe ci siano l'attenzione e la pazienza, soprattutto da parte di chi deve imparare che deve aver la voglia di mettersi in gioco e “rompere” quelle barriere dettate dal pensare a pc e smartphone solo come "mezzi del futuro".
Un'ultima domanda…data la tua giovane età, che cosa ti senti di dire ai tuoi coetanei oggi riguardo al mondo del volontariato?
Questo universo a volte rischia di essere stereotipato in qualcosa da fare soltanto se si ha tempo e rivolto ad alcune persone più predisposte. Secondo me invece è un mondo aperto a tutti perché non richiede requisiti all’entrata. Nel senso che devi essere una persona che, certo, ha voglia di fare del bene per gli altri, cosa non scontata, ma sicuramente è alla portata di chiunque.
E la cosa bella di questo mondo è che richiede il minor sforzo possibile dal punto di vista dei requisiti, poi è sicuramente impegnativo però il risultato e la soddisfazione sono massimi: fai qualcosa di buono e concreto e lo fai per gli altri. Ciò permette una maggiore sensibilizzazione verso sé e verso gli altri, aiuta a comprendere che siamo in una comunità. Infine essere attenti ai bisogni degli altri ci rende ancora più attenti verso noi stessi. In più io sono davvero fortunato, perché questo è anche il mio lavoro!
Federica Fumagalli