Osnago: acquisto di area parrocchiale per il nuovo nido e un Polo unico dell'infanzia. L'opposizione teme sarà la 'Cassinetta 2.0'

È più vicino il trasferimento dell'asilo nido da piazza Dante, vicino al Municipio, a via Gaetano Donizetti, a fianco della materna. L'amministrazione di Osnago ha da tempo l'intenzione di costruire un nuovo edificio su un terreno attualmente di proprietà della parrocchia. Nel Consiglio comunale del 29 dicembre è passata a maggioranza la delibera sull'acquisizione dell'area, 1.133 mq di verde, per 75 mila euro (oltre alla limitrofa sede stradale ceduta a titolo gratuito). Tra gli allegati all'atto anche la bozza di convenzione tra il Comune e la parrocchia, che consentirebbe di andare in deroga alla normativa, con la possibilità di costruire il nuovo edificio a una distanza di 2,5-3 metri dal giardino della materna, a Ovest della nuova struttura.

 

 

 

Passato San Silvestro e le festività verrà concretizzata la pratica, che trova un'indicazione favorevole della Curia di Milano. Una volta che il terreno sarà nelle disponibilità del Comune, sarà affidato l'incarico per progettare uno studio di fattibilità complessivo, che dovrà essere prodotto in tempi consoni per partecipare al bando emesso questo mese dal Ministero dell'Istruzione, sostenuto dai fondi del PNRR, che scade il 18 febbraio. L'obiettivo è di costituire un Polo Unico dell'Infanzia, che unisca i due segmenti 0-3 e 4-6 anni in un percorso educativo continuativo, sfidando tuttavia il fatto che le due scuole manterranno la propria autonomia gestionale, la prima retta dal Comune l'altra dipendente dalla parrocchia.

Intanto bisogna correre, incrociare le dita e sperare che il progetto venga selezionato tra i meritevoli del beneficio economico. Un'impresa non scontata e le ragioni sono state evidenziate nell'aula virtuale [il Consiglio si è tenuto in videoconferenza, ndr] dal capogruppo di minoranza Marco Riva. Il consigliere ha fatto notare che un presupposto del bando è che ci sia necessità di posti, ovvero che la domanda non sia stata pienamente soddisfatta negli ultimi anni. Alla richiesta di dati in tal senso le risposte sono apparse evasive, per quanto sia stato detto che negli ultimi tempi sia stata raggiunta la capienza massima. Altro aspetto critico è l'analisi dei reali bisogni che valichi i confini osnaghesi, in un'ottica di sistema sovracomunale. Si attendono risposte in merito dall'Ambito e dal Distretto, che non sempre hanno dimostrato di avere tempi di reazione che facciano al caso di Osnago al momento.

 

Il sindaco Paolo Brivio ha comunque rassicurato che i fondi del PNRR sono una chance e non la chanche. "Se non si vince questo bando o si ricorre ad altri o al credito o a risorse proprie di bilancio o a forme di partenariato pubblico-privato - ha dichiarato il primo cittadino - Valuteremo quali siano le strade migliori possibili qualora non avessimo accesso ai fondi del PNRR".

Nel motivare la scelta di un nuovo edificio da destinare al nido, Brivio ha sostenuto il bisogno di offrire una sede più consona per le attività rivolte alla fascia di età dei più piccoli. Dunque una migliore articolazione degli spazi interni, ma soprattutto per quelli esterni, oggi piuttosto sacrificati.

In secondo luogo la nuova locazione, limitrofa alla materna, agevolerebbe la sinergia tra le due scuole, nell'impostazione di un percorso pedagogico condiviso e coordinato, una linea di pensiero ormai affermata tra gli esperti in ambito educativo su cui sono state modellate le più recenti normative in Italia. "Riteniamo che la costruzione del nuovo nido vicino alla scuola dell'infanzia agevoli e anzi consenta la concretizzazione di questo disegno e ponga le premesse per la costituzione di un Polo unico dell'infanzia" ha detto Brivio. Ad ogni modo, come ha rimarcato dal fronte di Orgoglio Osnago Riva, il Polo potrebbe essere costituito anche in assenza di una vicinanza fisica tra gli edifici.

L'area individuata per il nuovo asilo nido

È trasparita grande soddisfazione nelle parole dell'assessore Felice Rocca, che nella precedente consigliatura aveva la delega all'Istruzione. E anche per ripararsi anticipatamente dalla pioggia di critiche che a breve sarebbero arrivate dalla minoranza Rocca ha premesso: "Il fatto che sia stato uno dei punti fondamentali del programma elettorale con cui la nostra lista è stata riconfermata compagine di maggioranza di fronte agli elettori osnaghesi è motivato dal lungo lavoro dell'amministrazione". Un lavoro costruito insieme alle istituzioni scolastiche del paese. Ha poi spiegato: "Il sistema integrato propone un percorso interamente educativo e non più parzialmente socio-assistenziale, come prima avveniva storicamente nella fascia 0-3 anni". Il Polo unico dell'infanzia sarebbe il compimento di un obiettivo a cui l'amministrazione ha già tentato di dare risposte negli anni passati. "Abbiamo creato le condizioni perché, pur in presenza di una evidente decrescita demografica che caratterizza tutta l'Italia, i numeri di accesso alle nostre strutture fossero sempre importanti, adeguati, sostenuti da una domanda che potesse arrivare da un territorio limitrofo, a cui Osnago si candida come riferimento per l'offerta di servizi unici e di qualità" ha rivendicato Rocca.

Di più ampio respiro l'intervento dell'attuale assessore all'Istruzione Tullia Ascari: "C'è un obiettivo di Barcellona che punta ad offrire 33 posti ogni 100 bambini e noi siamo ancora sotto al livello nazionale ma anche locale. Stiamo cercando quindi di adeguarci" ha dichiarato. "La continuità del progetto educativo fra i due segmenti di età è fondamentale per lo sviluppo cognitivo dei bambini - ha osservato ancora Ascari - Pur nell'autonomia e nel rispetto delle due istituzioni, porta ad una serie di sinergie positive, già riscontrate dove i Poli unici sono stati realizzati, dove la condivisione delle strutture, degli spazi e delle risorse professionali porta in prospettiva anche a cospicui risparmi". Per l'assessore i Poli unici dell'infanzia sono uno strumento di lotta alla povertà educativa e di contrasto alle disuguaglianze. Sono inoltre un'occasione per l'occupazione femminile.

È stata proprio l'assessore Ascari a concedere su un piatto d'argento la prima polemica del capogruppo Marco Riva, non tanto per le sue parole quanto per il luogo da cui le stava pronunciando: un treno su cui stava viaggiando. "È tanto importante questa scelta - e probabilmente lo è, non è che siamo contrari - che viene discussa mentre si sta viaggiando in treno".

Entrando nel contenuto della proposta del Polo unico, il consigliere all'opposizione ha riflettuto: "Nella stessa Legge che parla dei Poli dell'infanzia si dice che è difficile quando c'è una parte gestita dallo Stato e una in modo diverso perché è difficile condividere questi servizi". Critiche anche sulla bozza di convenzione: "La prima cosa che si va a fare quando si costruisce questa scuola è creare la recinzione. La convenzione non è mai passata dal CdA della scuola dell'infanzia. Che la scuola verrà costruita ad un limite di distanza dall'attuale materna di 2,5-3 metri non è mai stato citato" ha lamentato Riva, che fa parte del CdA dell'Infanzia, in quota dell'amministrazione comunale. "Approvate una delibera senza avere il parere favorevole del CdA. State facendo un atto che secondo me non è lecito perché il CdA non l'ha approvato. Fatemi leggere un verbale del CdA che approva che verrà ceduto quel terreno alle condizioni previste dalla convenzione sulla proposta di atto" ha denunciato Riva.

Perplessità poi sulla reale esigenza di creare un nido più grande, alla luce del tendente calo demografico a Osnago come in tutta Italia. Su questo punto il sindaco ha assicurato che non verrà costruita nessuna cattedrale nel deserto. Le dimensioni non saranno di molto superiori. E ha persino sostenuto: "Se a livello di Ambito o Distretto ci verrà suggerito di mantenere i posti oggi disponibili, lo faremo, soltanto miglioreremo la struttura e creeremo una relazione educativa più positiva con la scuola che sta accanto". Scetticismo a proposito anche da parte della consigliera Emanuela Corneo, che si è domandata se valga davvero la pena spendere tante risorse. Corneo che ha peraltro lamentato il consumo di un suolo oggi verde, che sarebbe così sacrificato.

Le ha fatto eco Riva, secondo il quale si potrebbe lasciare verde quel terreno e utilizzare per il nuovo nido il comparto della nota Cassinetta, acquistata in passato dal Comune sempre dalla parrocchia e che a tutt'oggi versa in condizioni di abbandono. Il sillogismo tra i due casi era prevedibile sarebbe stato uno spunto di critica per la minoranza. "Negli atti mi sarei aspettato uno studio di fattibilità, per capire se ha senso o no costruire in via Donizetti. Era quello che ci aspettavamo una decina di anni fa quando avete acquistato la Cassinetta che è ancora lì così. Oggi ci fa paura sapere che si fa un progetto senza uno studio di fattibilità". Concetto ribadito poco dopo: "Vorrei evitare che avvenga quello che è successo alla Cassinetta. Non ci fidiamo, abbiamo già visto in passato un acquisto fatto senza uno studio di fattibilità".

Il sindaco Brivio ha spiegato che un'amministrazione non può affidare una progettazione per la realizzazione di qualcosa su un'area non di sua proprietà. Ma la linea di Riva è stata sostenuta con nettezza anche dal consigliere Vittorio Bonanomi: "È un'operazione nebulosa, si impegna il denaro dei cittadini, con il rischio neanche lontanissimo di avere una Cassinetta 2.0. Con il decremento demografico potrebbe non essere coerente con le reali esigenze del paese. Ci chiedete di deliberare a fine anno su qualcosa di cui non si sa nulla, non il reale esborso, non il reale beneficio per la cittadinanza".

M.P.
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