"Guardandoti dentro puoi scoprire la gioia, ma è solo aiutando il prossimo che conoscerai la vera felicità" ha detto qualcuno, ed è proprio questo lo spirito con cui padre Alessandro Nava, nativo di Cernusco Lombardone, supportato dalla dottoressa Manuela Buzzi, farmacista, opera da lungo tempo in Africa. Ospiti dell'associazione culturale La Semina di Merate, hanno dimostrato come l'asse Brianza-Tanzania sia più vivo che mai: nel corso della serata, infatti, padre Sandro e la dottoressa Buzzi hanno raccontato della nuova esperienza che stanno vivendo presso l'ospedale di Makiungu, invitati dal vescovo della diocesi di Singida, dove si stanno dando da fare duramente per ristrutturare interamente la struttura.
Padre Sandro con la dottoressa Emanuela Buzzi
"Una povertà che in quarant'anni di missione non avevo mai visto" ha avuto modo di spiegare padre Sandro all'indomani della sua partenza verso il continente africano, con all'orizzonte la prospettiva di rimettere in piedi un ospedale, dalle sue poverissime e diroccate fondamenta, e che gli ha tolto il sonno per più di una notte.
Introdotti da Stefano Covino dell'associazione culturale, i due ospiti sono stati accolti con calore dal pubblico, collegato via web, che ha ascoltato la storia del Makiungu Hospital. Fondato nel 1954 dalle suore della congregazione delle Medical Missionaries of Mary, il nosocomio ha vissuto prima un periodo di grande sviluppo, per poi cadere in declino negli ultimi anni. In Africa dal lontano 1978 e forte dell'esperienza vissuta all'ospedale di Ikonda fino al 2019, padre Sandro ha accolto con gioia ma anche con preoccupazione l'invito a mettere mano alla struttura, la cui storia si perde fino agli inizi del secolo scorso quando i primi missionari arrivarono sul territorio seguendo le piste carovaniere dei commercianti di schiavi, giungendo infine nel cuore della Tanzania, sul lago di Kimbwi.
"Lo scopo del Makiungu Hospital è quello di offrire le migliori cure mediche alle popolazioni locali, concentrandosi su mamme e bambini, e salvaguardando le condizioni igienico sanitarie in cui le comunità vivono" ha spiegato padre Sandro, chiarendo che la zona su cui sorge l'ospedale è molto arida, e il terreno è infestato da sabbia, rovi e pietre che lo rendono poco fertile. Dal 1954 ad oggi, Makiungu non è stato minimamente ammodernato, e necessita quindi di un intervento molto sostanzioso, praticamente di una ricostruzione completa. È questo il progetto a cui da un anno a questa parte padre Sandro Nava e la dottoressa Buzzi - farmacista che lavora sul campo in Africa dal 2004 - stanno dedicando anima e corpo. "Analizzando la situazione, abbiamo appurato che la struttura non è più adeguata. I reparti sono in gran parte fatiscenti, le sale operatorie, i laboratori e il Day Hospital necessitano di essere ricostruiti. Allo stesso modo, anche la sezione dedicata alla maternità ha bisogno di una ristrutturazione generale, poiché qui nascono in media fino a 4000 bambini ogni anno, e Makiungu è il punto di riferimento per i villaggi locali".
Ad oggi, dunque, si stanno dando da fare per portare avanti i lavori, che sono partiti con lo spostamento di alcuni container che si trovavano lì da anni e sradicando gli alberi sul terreno interessato dalla realizzazione dell'opera. La speranza è di poter costruire l'ospedale in tre o quattro anni, ma la fatica è tanta. Non ha indorato la pillola o cercato di presentare un quadro più roseo padre Sandro, a cui ha fatto eco anche la dottoressa Buzzi. I lavori da fare sono potenzialmente infiniti: una volta terminata la parte pratica, infatti, si dovrà pensare alla preparazione del personale per un progetto ottimale sotto tutti i punti di vista. In questi mesi, oltre ad aver avviato gli studi con la collaborazione di due architetti, è stato anche trivellato un pozzo della profondità di 120 metri. "Non è mai facile" ha ammesso padre Sandro, dicendo però che il carico è alleggerito da una snella divisione dei compiti.
In tutto, in ospedale oggi lavorano 210 persone tra cui 16 medici, i tecnici, gli infermieri, gli elettricisti, il personale della farmacia, dei laboratori e della radiologia. Oltre a loro, sono 60 gli operai impiegati per la costruzione della nuova struttura, guidati da un ingegnere che sta portando avanti l'aspetto dell'impiantistica. Le necessità sono tantissime, e a dare una mano nella pratica ci pensa qualcuno che l'Africa la conosce benissimo e ha fatto del suo grande cuore un motore che porta avanti progetti da lungo tempo: Giancarlo Magni, dell'associazione osnaghese ‘Amici di San Francesco', intervenuto nel corso della serata. "Padre Sandro è stato un mio compagno di scuola ed è dai tempi dell'ospedale di Ikonda che collaboriamo per darci una mano". Quando è stato il momento di far partire il progetto di restauro dell'ospedale di Makiungu e padre Sandro ed i suoi hanno avuto bisogno della logistica pesante, il missionario di Cernusco non ha avuto alcun dubbio su chi chiamare. "Da settembre abbiamo già fatto arrivare due container per lui, e nonostante siamo fermi da due anni ed è da allora che non possiamo andare in Africa, lavoriamo alacremente".
Servono figure professionali mediche, come ortopedici, non solo per curare ma anche per formare dottori del posto che poi lavorino in ospedale. C'è bisogno di macchinari e strumenti, da quelli sanitari (ecografi, letti, materiale per le sale operatorie, generatori per l'ossigeno) a quelli per la vita ordinaria (pozzi, ecc). E tramite le donazioni si può "regalare" un parto, comperare un kit di cure, donare un posto letto. Insomma i modi non mancano per essere quella goccia nel mare, indispensabile seppur piccola.
Ciò che è emerso dalle parole di padre Sandro, Manuela Buzzi e Giancarlo Magni è sicuramente l'importanza del fare rete. Lasciando trapelare la propria gratitudine, padre Sandro ha colto l'occasione per ringraziare di cuore tutti coloro che nel tempo hanno fatto pervenire la propria vicinanza con una donazione. "Senza i benefattori, questo ospedale chiude i battenti" ha ammesso, ricordando che aiutare significa anche sognare e sperare, e se tutti sognano qualcosa ci sono grandi possibilità che i desideri diventino realtà. In chiusura dell'incontro, anche Stefano Covino della Semina ha rinnovato l'invito a sostenere la missione di padre Sandro, perchè è solo così che possiamo aiutare i nostri fratelli nati nella parte più sfortunata del mondo.
Per fare una donazione: Bonifico bancario: INTESA SANPAOLO (ex Banca Prossima) IBAN: IT69 F 03069 09606 100000124201 intestato a Fondazione MISSIONI CONSOLATA ONLUS Codice BIC/S:WIFT: BCITITMM Conto corrente postale: N° 33.40.5135 IBAN: IT35 T 07601 01000 000033405135
intestato a Fondazione MISSIONI CONSOLATA ONLUS Corso Ferrucci 14 - 10138 Torino Causale: EROGAZIONE LIBERALE - per Padre Alessandro Nava - Makiungu Hospital
Le donazioni sono deducibili dalla dichiarazione dei redditi Importante! segnalare gli avvenuti versamenti tramite: e-mail: makiunguhospital@makiunguhospital.org WhatsApp n. 339.2938623 oppure sms n. 333.8160665
G.Co.
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