Cernusco: UPAI critica lo streaming del Consiglio comunale sul canale di IFNC. Toto: ''Prima era di un privato''
Il Consiglio comunale di Cernusco Lombardone, svoltosi in videoconferenza, si è aperto in polemica prima ancora della trattazione dei punti all’ordine del giorno. La minoranza ha lamentato infatti l’utilizzo del canale YouTube del gruppo di maggioranza e non uno del Comune. Inopportuno è l’aggettivo ripetuto più volte dall’opposizione. “Un vizio di forma che non riteniamo accettabile perché stiamo utilizzando la vostra pagina” ha dichiarato il capogruppo di UPAI Gabriele Gavazzi.
Il sindaco Gennaro Toto aveva fin da subito premesso: “Stiamo trasmettendo dalla pagina di IFNC perché non potevamo fare diversamente in questo momento, non avendo la possibilità di aprire un canale YouTube del Comune. Richiede del tempo e delle particolari operazioni. Questa è la ragione per cui vedete il simbolino di IFNC”.
Il consigliere Gavazzi ha quindi replicato: “Che io abbia notizia fino ad ora le dirette streaming sono avvenute attraverso la pagina facebook del Comune di Cernusco Lombardone”. Ha domandato il motivo di una scelta diversa. Il primo cittadino ha intanto ricordato che l’attuale amministrazione è la prima volta che si serve della modalità a distanza. “Quella precedente faceva la diretta streaming su una pagina facebook che non era del Comune ma di un singolo cittadino privato, che l’aveva nominata ‘Comune di Cernusco Lombardone’, ma non era intestata al Comune. Penso fosse del sig. Rezzoli. La pagina facebook attuale è sì del Comune, ma non avevamo possibilità per questioni tecniche di trasmettere in streaming il Consiglio”. Secondo Toto YouTube conferisce una maggiore visibilità rispetto a facebook. Ha assicurato che verrà aperto un canale YouTube appena possibile.
Non sufficiente come risposta per Gavazzi che ha insistito perché si trovasse una soluzione alternativa. Ha citato un documento – che ha definito “regolamento” – che andrebbe a “normare gli incontri in assistenza remota”. All’articolo 2 ci sarebbe scritto che andrebbero utilizzati canali istituzionali del Comune. Ha poi domandato come mai non sia stata trovata una soluzione in precedenza. “Pensavo che l’amministrazione fosse dotata di una piattaforma adeguata alla gestione del Consiglio comunale in streaming, anche perché era stato fatto diverse volte – ha risposto Toto – La prospettiva è di aprire al più presto possibile un canale YouTube o avere una piattaforma abilitata per la trasmissione in streaming. La piattaforma Zoom è stata disattivata e noi non ne eravamo al corrente. Non è possibile aprire Zoom in tempi rapidi perché accetta pagamenti solo con carta di credito. Mi sembra la nostra una scelta coerente e in continuità con quanto fatto fino ad oggi”. Ha poi aggiunto: “Possiamo cambiare il nome al canale e scrivere Comune di Cernusco Lombardone, ma sarebbe un’ipocrisia. Non basta cambiare il nome, sarebbe come fare quello che facevano prima, usare il nome del Comune ma il canale è di un’altra persona. Non dobbiamo privilegiare l’apparenza. Non pregiudica la fruibilità del Consiglio”.
Un Passo Avanti Insieme è apparso irremovibile arrivando a chiedere di rinviare la seduta su una piattaforma fruibile in linea con i regolamenti per i Consigli comunali da remoto, in alternativa l’abbandono della seduta.
Il sindaco ha proposto a questo punto l’unica altra strada percorribile al momento: interrompere la diretta e mettere in differita il video o l’audio del Consiglio. “Ditemi voi se volete negare ai cittadini il diritto di assistere al Consiglio comunale, interrompiamo la diretta e lo mandiamo in differita domani”. Messo alle strette, il gruppo di minoranza ha deciso di restare.
Un altro scontro era pronto per essere servito, con la preannunciata interrogazione sull’accesso agli atti in merito al ricorso al TAR sulla Variante n. 2 al PGT [Clicca QUI]. Per i tempi di risposta ritenuti non idonei, la minoranza aveva interessato il Prefetto.
Il sindaco ha negato che ci siano stati dei ritardi. Citando il Testo Unico degli Enti Locali ha detto che i termini sarebbero entro i 30 giorni, mentre il Regolamento comunale non indica una tempistica. “Abbiamo impiegato 19 giorni. Non capisco l’urgenza” ha dichiarato Gennaro Toto. Ha aggiunto che il diritto di accesso è stato rispettato. L’amministrazione avrebbe agito nell’interesse dei cittadini, fornendo la documentazione dopo aver assunto atti deliberativi sull’affidamento dell’incarico legale, dunque per tutelare la difesa del Comune. “Non capisco l’intimazione di fornire la documentazione in 8 giorni, non capisco la finalità. Se era urgente andava specificato nella richiesta”.
Dalla minoranza è intervenuta anche Valeria Pirovano, che ha rimarcato l’interesse preminente del gruppo sulla vicenda dei bitumi all’Andegardo, ricordando che sono state previste delle ulteriori spese a carico del Comune per l’incarico legale. “Dunque era un documento che ritenevamo opportuno vedere il prima possibile” ha chiarito Pirovano, che ha messo in discussione il termine di 30 giorni, che varrebbe per le interrogazioni o le istanze di sindacato ispettivo e non per una semplice richiesta di accesso agli atti.
Samantha Brusadelli ha evidenziato che il Regolamento parla di sottoscrivere eventualmente un patto di riservatezza, cosa che non è stata chiesta dall’amministrazione. Ha domandato delucidazioni al vice segretario Claudio Brambilla, che ha risposto: “È fuori discussione che i consiglieri abbiano diritto di avere accesso alle notizie di loro pertinenza. Il Regolamento di Cernusco non prevede un termine. La scelta di aspettare dell’amministrazione è stata discrezionale e comunque vi è stata data risposta. Non vedo quale sia la problematica sotto l’aspetto giuridico”.
Quindi la stoccata di Toto: “Abbiamo fatto di tutto per tutelare i cittadini su scelte non condivise dalla popolazione”. Affermazione rispedita al mittente dalla consigliera Brusadelli: “Non è una discussione sui bitumi, ma sul diritto di accesso. I cittadini vengono tutelati anche se i consiglieri di minoranza vedono tutelato il proprio diritto ad essere informati”.
Il Consiglio comunale ha infine approvato all’unanimità la revisione ordinaria delle società partecipate, motivo per cui è stato convocato il Consiglio comunale negli ultimi giorni dell’anno. Tra le domande della minoranza, Pirovano ha chiesto se si conoscesse il motivo delle perdite negli ultimi due esercizi di Seruso, partecipata di secondo livello. L’assessore delegato Daniela Fiocchi ha sostenuto: “Effettivamente c’è un dato leggermente in negativo”. Seruso ha maturato perdite per 328.672 euro nel 2019 e per 592.308 euro nel 2020. “Penso si tratti di una loro revisione di sistema commerciale” ha aggiunto Fiocchi. Secondo il sindaco si tratta di un “adeguamento di attrezzature che è stato rinnovato e che ha quindi inciso sul bilancio della partecipata indiretta”.
M.P.