Retesalute: i sindaci contro Panzeri, ''hai tradito il patto politico'', Merate isolata, Galbiati ne chiede le dimissioni e ''intima'' ai Liquidatori di finire il lavoro e fermarsi lì

Una tabella è stata proiettata all'inizio dell'Assemblea dei soci di Retesalute di mercoledì 22 dicembre. Conteneva il dettaglio relativo alla copertura delle perdite dell'azienda speciale, con l'indicazione per singolo Ente di quando e quanto è stato deliberato nei Consigli comunali di versare rispetto all'importo dovuto, e quando è stato o sarà corrisposto effettivamente il pagamento.

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Una tabella - frutto di un lungo percorso di analisi, mediazione e sintesi tra sindaci e rispettivi apparati tecnici - che dimostra la posizione di pressoché assoluto isolamento di Merate. Tutti i Comuni hanno deciso di rispettare il calcolo fatto dal Collegio dei liquidatori, che imputa gli importi in parte alla copertura del disavanzo gestionale aziendale e in parte alla copertura delle perdite per i servizi erogati. Uniche voci fuori dal coro: Olgiate Molgora, da sempre contrario alla soluzione della liquidazione con possibilità di revoca e tutto ciò che ne è conseguito (prediligeva invece l'immediato ripiano delle perdite), e Merate appunto. Più uno, forse: Cassago, assente in Assemblea e che delibererà in Consiglio comunale stasera.

 

Massimo Panzeri

 

Il cortocircuito rappresentato dal fatto che il sindaco di Merate, Massimo Panzeri, è anche presidente dell'Assemblea e nonostante ciò ha assunto una strada diversa da quella accordata con i colleghi è stato aspramente condannato da Filippo Galbiati, sindaco di Casatenovo, che a viso aperto ha chiesto a Panzeri di dimettersi da presidente dell'Assemblea dei soci. Galbiati ha poi preannunciato le proprie dimissioni da presidente dell'Ambito. Una resa dei conti senza precedenti.

 

Tutto tranquillo all'inizio. Dopo gli interventi ottimistici dei liquidatori che hanno fatto respirare un po' di aria fresca, un primo discorso di Panzeri - non particolarmente memorabile - in cui ha apprezzato il convegno di un paio di settimane fa sul mondo delle aziende speciali [clicca QUI] e ha riconosciuto di essere tra quei Comuni ad aver versato meno (la differenza è di 85.874 euro), ma rivendicando di vantare crediti da Retesalute di 407 mila euro. Hanno chiesto la parola anche i rappresentanti di Cernusco Lombardone (per sapere chi pagherà per i Comuni che hanno versato di meno), Montevecchia (ribadendo all'incirca la stessa domanda) e Olgiate Molgora (per avere delucidazioni sui dati all'insegna di una maggiore trasparenza).

 

Filippo Galbiati

Quindi il turno di Filippo Galbiati, che ha sparigliato le carte. Un J'accuse senza esclusione di colpi. "Voglio essere positivo e franco questa sera" ha premesso con tono mite e grave allo stesso tempo. Ha ribadito più volte che il suo approccio è stato sempre caratterizzato dalla volontà di tenere unito il territorio, una riproposizione quasi a voler sottolineare una distinzione dal suo interlocutore privilegiato. Ha quindi ammesso: "Ho avuto una lunga pazienza che ora è arrivata al limite". Il primo sassolino che si è voluto togliere dalla scarpa è stato contro l'organizzazione del convegno lodato da Panzeri. "Invito il Collegio dei liquidatori a fare ciò per cui è stato chiamato a fare, non ad organizzare degli incontri sui modelli di welfare da adottare sul territorio". Ha poi lamentato che l'incontro in questione fosse stato organizzato senza coinvolgere l'Ambito, da lui rappresentato, e che l'invito è stato rivolto al Responsabile dell'Ufficio di Piano che dipende dall'Ambito. Una mossa reputata "inopportuna" dal punto di vista istituzionale.

 

Questa elevazione sul rispetto della forma è stata il viatico perfetto per la contestazione regina. Galbiati ha rimproverato a Panzeri di essere venuto meno al patto tra sindaci sul ripiano delle perdite. "Non è accettabile che questo obiettivo sia stato messo in discussione. Per il futuro dobbiamo dirci apertamente anche questo. Altrimenti, Massimo, non ci si può assumere questo ruolo [presidente dell'Assemblea dei soci, ndr]". E a proposito del futuro ha sostenuto che nel costituire la nuova governance andranno separati nettamente i ruoli dell'Assemblea dei soci e del management. Ha ravvisato l'opportunità di avere un amministratore unico e non un CdA che poi rispecchia gli equilibri della politica. Ha chiesto una svolta per evitare gli errori del passato.

 

L'assessore Maurizio Maggioni e il sindaco Giovanni Battista Bernocco di Olgiate Molgora

Infine l'annuncio: "Mi ero dato un tempo per il mio incarico da presidente dell'Ambito: che fosse chiuso l'iter di revoca della liquidazione di Retesalute e che elaborassi la relazione del Piano di zona, che sarà a febbraio. Poi dopo lascerò, anche perché servono nuove persone". Una nuova fase che non dovrebbe trovare tra i protagonisti gli attuali liquidatori: "Devono finire il loro lavoro e fermarsi lì".

 

Panzeri ha tentato di difendersi sostenendo che il piano di riparto delle perdite - definito poi "lista della spesa" - non era stato mai approvato dall'Assemblea, individuando in quel calcolo l'origine della sua posizione avversa. Ha controribattuto che anche Casatenovo ha modificato la delibera decidendo di coprire le perdite con il debito fuori bilancio. Anche Merate ha fatto altrettanto "per poi decidere, codice civile alla mano, di procedere con la copertura pro quota" ha motivato Panzeri. "Se questo è un problema, rimetto il mio mandato, che non ho chiesto io, qualora l'Assemblea avanzasse questa richiesta" ha proseguito con altrettanta schiettezza il presidente dell'Assemblea dei soci.

 

 

Contro Panzeri si è posto anche Daniele Villa, sindaco di Robbiate (e tra l'altro presidente della Conferenza dei sindaci del Meratese): "Non puoi dire che politicamente non avessimo concordato il sistema di riparto. Io per primo in una riunione avevo indicato di preferire il pro quota ed ero stato assalito da tutti. Era stata una scelta alla fine presa all'unanimità e non è stata un'azione del Collegio dei liquidatori".

Stefano Motta

A ruota anche Stefano Motta, di Calco: "Fin dall'inizio ci siamo detti di partire uniti e di finire uniti questo percorso. Se alcuni Comuni hanno deciso di andare per vie traverse, ciò implica una riflessione politica che andrà fatta". Motta ha annunciato di voler dare un incarico professionale come Comune di Calco a uno dei relatori del convegno, per produrre uno studio sul sistema di welfare ritenuto migliore per il territorio. Un lavoro che metterà a disposizione dell'Assemblea e ha così invitato gli altri Comuni a fare altrettanto come ulteriore arricchimento alla discussione.

 

Paolo Brivio di Osnago ha parlato apertamente di tradimento politico. "Non mi è piaciuto quanto è successo. Il socio più grande non può tradire questo patto politico. Se 26 Comuni non si autolimitano non va bene" ha asserito il primo cittadino osnaghese, che si è domandato se non sia il preludio di una scelta differente, preoccupazione rivolta sia a Merate che a Casatenovo. Una ricostruzione smentita da Panzeri, che ha ricordato di aver sempre confermato i servizi a Retesalute, di aver costantemente onorato il pagamento delle fatture e aver già versato la quota di copertura delle perdite. E ha aggiunto, "a differenza di qualcun altro", forse rivolgendosi a Casatenovo che non risulta aver ancora versato l'importo.

 

Il presidente del Collegio dei liquidatori, Ciro D'Aries, non è stato da meno, pur di poche parole: "Per noi quelle delibere [di Merate e Olgiate, ndr] sono improprie. Incasseremo compensando i crediti. Non è un rimprovero istituzionale, ma è quello che faremo". Gianpaolo Torchio, sindaco di Paderno d'Adda, si è detto soddisfatto della risposta insieme ad altri Comuni.

Marco Pessina
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