Nell’intervento dell’avv. Vivenzio due considerazioni di grande importanza e una profezia che mette i brividi
Partiamo da quest'ultima: voci ricorrenti dicono che una volta tornata in bonis Retesalute vedrà nel board i tre liquidatori. Noi già riteniamo una posizione bordeline quella di Alessandra Colombo che con disinvoltura è passata da presidente del CdA a membro del Collegio dei Liquidatori. Ma sarebbe davvero il colmo se i liquidatori una volta conclusa la proficua attività fossero eletti tra i componenti del Consiglio di Amministrazione che (forse) verrà.
Detto ciò veniamo alle due considerazioni. La prima conferma quello che diciamo da sempre nonostante le accuse di seminare bufale sibilate in Aula da Massimo Panzeri: l'insufficienza delle corresponsioni rispetto al costo dei servizi usufruiti dove il soggetto cui Vivenzio si riferisce è il Comune-socio, tutti i comuni-soci. Ora se il signor sindaco di Merate ha capito, bene; altrimenti a mettergli in testa questo semplice concetto di economia domestica (ricavi- costi = guadagni oppure, se i costi sono superiori costi - ricavi = perdita) provvedano i suoi assessori. Perché così si continua a rimediare brutte figure.
E questo ci porta al punto due, dove l'ex vice sindaco di Merate, da sempre nel centrodestra, quindi non certo sospettabile di opportunità politiche dice: la scelta (di optare per il pro quota e non seguendo l'indicazione dei Liquidatori nel calcolo della parte di debito di cui farsi carico ndr) non rappresenta solo un debito numerico ma anche di credibilità rispetto al resto del territorio.
Vivenzio si augura che si possa porre rimedio a questa posizione già nell'assemblea di domani e, soprattutto, che torni il forte legame tra Merate e Casatenovo quando la città era guidata da Andrea Massironi che aveva allacciato un rapporto di stretta collaborazione con Filippo Galbiati, pur militando in schieramenti diversi.
Perché la politica locale così si fa, non arroccandosi dietro frasi fatte, ormai usurate dal tempo tipo che nella vicenda Retesalute c'è stata troppa politica, come aveva sostenuto Panzeri. Ce n'è stata troppo poca perché chi ha un minimo di memoria sa che vicende così si risolvevano fuori dall'assemblea formale, dove invece si sancisce ciò che già è stato concordato con unanimità d'intenti.
La scelta di accollarsi il debito pro quota rispetto alla partecipazione sarà forse condivisa da Olgiate Molgora il cui Consiglio comunale decide stasera e da Cassago che delibererà il 23. Tre, forse, su 28 soci Provincia inclusa. E tra queste proprio la città capofila il cui sindaco è anche presidente dell'assemblea dei soci di Retesalute.
Quante altre pessime figure dovrà subire Merate prima che la maggioranza consigliare si convinca a prendere l'inevitabile decisione?