Non disturbare il conducente

Gentile Direttore,

nella Repubblica del Draghistan è possibile politicizzare e disquisire su ogni argomento: vaccinisti contro antivaccinisti, patriota come alternativa al sostantivo camerata, vagheggiamenti sulle fortune dei poveri avvantaggiati dai sussidi, decine (in realtà ho perso il conto) di angoscianti interventi sulla legittimità di parcheggiare un camper fuori da un cimitero.

E' proibitissimo parlare di diritti, non si comprende la priorità della contrapposizione sociale, è obbligatorio plaudire il Governo dei migliori, in un Paese in cui gli stipendi sono bloccati dal 1992, unico caso in Europa, dove l'85% dei neo assunti subisce contratti a tempo determinato di cui la metà hanno durata inferiore a un anno, i ragazzi trascorrono la giovinezza partecipando a eterni stage, in aziende italiane e straniere che col plauso di Confindustria possono licenziare con un sms o delocalizzare a piacere. Il diritto allo sciopero (sancito dalla Costituzione antifascista) è considerato divisivo, fuori tempo, farsa contro i lavoratori, lesa maestà. I quotidiani, non solo i fascio trash, dopo aver denigrato per giorni Landini e Bombardieri con epiteti irripetibili, non hanno scritto un rigo ieri, per poi riprodurre le deliranti dichiarazioni di Bonomi, ventriloquo di quel "signore" che sostenne a sprezzo del ridicolo che la causa dei morti per covid in Val Seriana era imputabile agli animali dei boschi.

Lo sciopero ha riempito le piazze di tutto il Belpaese, adesione con una media del 80% nell'industria, con punte del 100% in in alcuni settori, esclusi per scelta responsabile il settore sanitario e le poste, ma per il "testa di legno" a capo degli imprenditori italiani la partecipazione non ha superato la soglia del 5% cazz! una prova che la classe lavoratrice, chi lotta per i diritti di tutti, è invisibile ai media nonché alla maggioranza Frankenstein che occupa Palazzo Chigi ma anche per chi siede a Montecitorio e Palazzo Madama.

Grazie per l'attenzione

Fulvio Magni
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