Retesalute: Ciro D’Aries querelato per diffamazione da cinque ex amministratori, tutelati dall’avv.Vivenzio. Ed è solo l’inizio
La denuncia-querela sostenuta dal legale con studio a Robbiate poggia sull'art.595 del codice penale e si riferisce nello specifico ai fatti accaduti durante un'assemblea a Merate tenutasi il 28 luglio scorso.
L'avvocato Vivenzio ha dedicato ore a sbobinare il registrato per estrapolare i testuali laddove si parla espressamente di malagestione, conti manipolati, bilanci e preventivi falsi. Affermazioni ritenute altamente denigratorie
E offensive dell'onorabilità di questi ex amministratori che, a norma di statuto, hanno operato a titolo del tutto gratuito. E in ogni caso, nonostante sia stato acclarato senza ombra di dubbio che nessun euro è stato sottratto. Ma i passaggi "incriminati", che Massimiliano Vivenzio ha messo a fuoco sono numerosi. Nello spiegare ai sindaci le ragioni della mancata conoscenze della tipologia dei debiti accumulati nel corso del tempo il Presidente del Collegio dei Liquidatori "... sollevava il dubbio con riferimenti profondamente denigratori..": Perché non potevamo riconoscere i debiti fuori bilancio? E' impossibile sapere se hanno rubato, se hanno comprato la Ferrari, se hanno fatto le vacanze con i soldi di Retesalute, chi poteva dirlo"?
Toni decisamente inquietanti, soprattutto se pronunciati quando le evidenze già escludevano qualsiasi ipotesi di sottrazione indebita. In realtà il dottor D'Aries se la prende anche con i Comuni che pure avevano debiti verso Retesalute non saldati. Ma, soprattutto, non hanno svolto alcun controllo nel corso degli anni: "La vostra vigilanza non vi consente di dire, quelli ci hanno nascosto, noi non abbiamo nessuna responsabilità".
Peraltro su diversi documenti si rilevano toni molto critici nei confronti degli ex amministratori e non è escluso che dall'esame delle registrazioni escano altri elementi in grado di chiamare in causa anche qualche sindaco che, soprattutto nelle fasi iniziali della vicenda non aveva lesinato con le parole.
Insomma si è voluto percorrere la strada a nostro parere peggiore prima votando una liquidazione che poteva essere evitata sia in punto di diritto sia in punto di fatto, e non lo diciamo noi ma esperti di aziende speciali pubbliche, e poi si è dato fondo a una campagna aggressiva che si è persino riverberata nelle delibere predisposte dai liquidatori e date ai Comuni per l'approvazione del debito fuori bilancio. Diversi comuni, a partire da Casatenovo, però, hanno espunto tutti i riferimenti a azioni legali con annessi e connessi.
Evitando così abilmente una chiamata di correità. Del resto l'ordinanza prima della dottoressa Federica Trovò giudice del lavoro di Lecco e poi della prima sezione civile del medesimo tribunale hanno già indicato chiaramente la rotta.
E chi ha parlato a sproposito ora si deve preoccupare seriamente.
E' probabile che questa denuncia-querela sia la prima. Di una serie.