Neve a Merate: grazie a chi ha lavorato notte e giorno

Egregio direttore,

ci ho pensato un po' prima di scrivere questa lettera, perché l'argomento è abbastanza futile, ora ho deciso di farlo e confido che la pubblicherà con tanto di foto.

Ho letto l'intervento di Patrizia Riva "Merate, ma il marciapiede di via Marconi non merita una pulizia?".

Ogni volta che nevica una lettere di questo genere viene pubblicata... e chi si ricorda mai di ringraziare le persone che hanno lavorato notte e giorno per quarantotto ore? Voglio farlo ora pubblicamente. Merate è più pulita che mai, è rimasto indietro quel marciapiede, sì, ma dopo quante ore di lavoro?

Colgo l'occasione della neve per dire che sono annoiata dalle continue lamentele e richieste ai Comuni. È ora che si cambi passo, che ogni cittadino, in questo momento di possibile rinascita dell'Italia, dia il suo contributo, a partire dalla neve.

 

Ho vissuto in un paese avanzato, negli Stati Uniti, dove non si spalava; si buttava un po' di ghiaia sopra le strade carrabili. Quando la neve si scioglieva i tratti pedonali al sole si trasformavano in laghetti fondi venti centimetri e nessuno si stupiva: indossavano gli stivali.

Ho vissuto nella civilissima Valchiavenna, dove mentre ancora nevicava tutti uscivano di casa a spalare, sì anche il marciapiede pubblico vicino alla propria abitazione. Che occasione unica per iniziare o rinsaldare fraterni rapporti di vicinato!

Ho vissuto nella poetica Val Camonica, dove le vecchiette per raggiungere la chiesa in sicurezza, tra viuzze scoscese e sempre ghiacciate, indossavano quei ramponcini per scarpe comuni.

Ora, meratesi e brianzoli tutti, sappiate che qui ogni tanto, purtroppo raramente e scarsamente, nevica. Che ognuno si organizzi di conseguenza, aiutato dalle previsioni meteo piuttosto precise.

È Avvento, la neve porta poesia, pace nei cuori e gioia nei bimbi, non roviniamole.

Marianna Comotti
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