Merate: accusato di avere chiesto soldi per non partecipare a un'asta. Agente immobiliare a processo

Un agente immobiliare di un comune di Monza Brianza, confinante con la provincia di Lecco, è accusato di tentata estorsione ai danni di una meratese. Avrebbe chiesto alla donna soldi per non partecipare ad un'asta.

Nel processo a suo carico, incardinato questa mattina davanti al giudice monocratico del Tribunale di Lecco Gianluca Piantadosi, oltre al maresciallo della Guardia di Finanza Antonio Guadagnino (che il 12 dicembre 2019 ha raccolto e depositato in Procura la notizia di reato) ed al querelante, presidente di una società di gestione di aste online, è stata sentita come testimone la persona offesa.
La donna, residente a Merate, ha raccontato al Vpo Mattia Mascaro di come il 13 dicembre 2019 lei e il marito avrebbero dovuto partecipare all'asta della villetta in cui erano in affitto, dopo il fallimento della società proprietaria: "In quel periodo venivano parecchie persone a vedere l'immobile, accompagnati da qualcuno della casa d'aste. Ricordo che il 28 novembre verso le 17.30 ho sentito citofonare: erano due persone che avevano già visto la casa e volevano farmi qualche domanda in più". Dopo essere stati invitati ad entrare, i due individui si sono presentati come agenti immobiliari, impegnati in investimenti nel settore delle aste fallimentari.
"Mi hanno detto che erano soliti aggiudicarsi gli immobili per poi rivenderli agli inquilini e che se non volevo che partecipassero all'asta avrei dovuto dare loro una somma di denaro non specificata" quindi le era stato consegnato un biglietto da visita con il nome dell'odierno imputato. "Mi è rimasta impressa un'espressione con cui mi hanno raccontato di un inquilino che non aveva voluto collaborare con loro: "è stato un bagno di sangue" ha proseguito la donna, aggiungendo come i due se ne fossero andati da casa all'arrivo del compagno (che qualche settimana più tardi si sarebbe aggiudicato l'immobile all'asta) e a seguito del suo rifiuto. Solo qualche giorno più tardi, dopo essere stata consigliata dal personale della propria banca, la donna aveva informato la società di gestione delle aste dell'accaduto.
"Quella notte non ho dormito: la loro visita e il loro modo di fare mi hanno parecchio scossa. Ho avuto la sensazione che mi avessero minacciata: ci hanno detto "o ci pagate o ci aggiudichiamo la casa all'asta". Mi sono molto spaventata" ha concluso la donna, che ha poi riconosciuto nell'odierno imputato (oggi presente in aula accanto al suo difensore, l'avvocato Maurizio Perini del foro di Monza) uno dei agenti che si erano presentati a casa sua due anni fa.
Il processo è stato aggiornato al 4 febbraio per terminare l'istruttoria: verranno sentiti altri due testimoni per la difesa e l'imputato.

F.F.
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