La Valletta: dissidi tra vicini. Chiesti i danni a una 53enne
Un anno e tre mesi, la pena chiesta dalla pubblica accusa, rappresentata dal viceprocuratore onorario Caterina Scarselli. L'assoluzione con formula piena, invece, la "pretesa" della difesa, nella persona dell'avvocato Rosanna Pontieri in sostituzione del collega Claudio Rea. Nel mezzo la parte civile che rimettendosi alla decisione del giudice ha comunque insistito per la condanna dell'imputato e per il riconoscimento al denunciante di un risarcimento quantificato in 10.000 euro per quanto patito nel tempo. L'ultima parola spetterà al giudice in ruolo monocratico Martina Beggio, la cui sentenza è attesa ora per il prossimo 22 febbraio quando, formalmente, il processo a carico di una 53enne di La Valletta Brianza chiamata a rispondere di "stalking" nei confronti dei vicini di casa, è stato aggiornato per repliche.
La vicenda discussa quest'oggi è stata sviscerata nel corso di più udienze. Stando all'impianto accusatorio, che il VPO ha ritenuto provato all'esito del dibattimento, l'imputata si sarebbe resa responsabile di atti persecutori nei confronti dei dirimpettai, disturbati dai rumori provenienti dalla sua abitazione, dall'abbaiare dei suoi cani - arrivati ad essere anche quattro - nonché dall'odore delle deiezioni degli animali non puntualmente raccolte - stando sempre alla versione degli accusatori - in giardino. Nel corso della scorsa udienza, i testi citati dalla difesa e la stessa 53enne rendendo esame, avevano provato a fornire al giudice una chiave di lettura diversa dell'intera vicenda, facendo leva sullo stile di vita della presunta persona offesa tacciata anche di essere poco empatica. Al giudice ora il pallino, dopo aver tentato invano nel corso del processo ad invitare le parti a addivenire a un accordo perché, indipendentemente da come si chiuderà il fascicolo giudiziario, lì dovranno continuare ad abitare e senza venirsi reciprocamente incontro la convivenza continuerà a essere - con ogni probabilità - faticosa.
La vicenda discussa quest'oggi è stata sviscerata nel corso di più udienze. Stando all'impianto accusatorio, che il VPO ha ritenuto provato all'esito del dibattimento, l'imputata si sarebbe resa responsabile di atti persecutori nei confronti dei dirimpettai, disturbati dai rumori provenienti dalla sua abitazione, dall'abbaiare dei suoi cani - arrivati ad essere anche quattro - nonché dall'odore delle deiezioni degli animali non puntualmente raccolte - stando sempre alla versione degli accusatori - in giardino. Nel corso della scorsa udienza, i testi citati dalla difesa e la stessa 53enne rendendo esame, avevano provato a fornire al giudice una chiave di lettura diversa dell'intera vicenda, facendo leva sullo stile di vita della presunta persona offesa tacciata anche di essere poco empatica. Al giudice ora il pallino, dopo aver tentato invano nel corso del processo ad invitare le parti a addivenire a un accordo perché, indipendentemente da come si chiuderà il fascicolo giudiziario, lì dovranno continuare ad abitare e senza venirsi reciprocamente incontro la convivenza continuerà a essere - con ogni probabilità - faticosa.