San Zeno: don Roberto Malgesini ucciso da uno dei suoi ''ultimi'', nel ricordo degli amici
Don Roberto Malgesini
Don Giancarlo Cereda
Ad aprire la serata è stato don Giancarlo Cereda che, parlando di emarginati, ha ricordato le tragedie dei giorni nostri come i numerosi naufraghi morti nel mar Mediterraneo alla ricerca di un futuro migliore. Soddisfatto poi della presenza di tante persone a un incontro che può diventare una "testimonianza che incide sulla vita".
A presentare l'associazione "Incroci", 160 volontari, dove don Roberto per molto tempo ha fatto sentire la sua presenza, è stata Paola Zappa. .
Il religioso, ha spiegato, era portatore dei valori dell'associazione che assicura un pasto caldo e ha l'obiettivo di promuovere incontri e relazioni tra le persone. "Credeva nella multiculturalità e nella giustizia, senza giudicare l'altro ma accogliendolo. Ha insegnato a guardarci negli occhi, a valorizzare le persone anche con i difetti. Il sorriso era la sua arma, è difficile sorridere quando si portano i pesi sulle spalle. Ora è pesante la sua assenza".
Mariarita Gooni e Paola Zappa
La parola è poi passata a Mariarita Gooni, anche lei volontaria presso Incroci, che ha ricordato il contributo di don Roberto che per 15 anni, tutte le sere, tranne il venerdì aiutava e stava vicino alle ragazze che si trovavano sulla strada. Spesso le accompagnava a fare delle visite oppure offriva loro qualcosa di caldo. "L'obiettivo non era portarle via dalla strada, lui stava loro vicino e se avevano bisogno lui c'era". "Non sempre gli ospiti arrivavano lucidi, ma lui manteneva sempre la calma e stava con loro". La vicinanza di don Roberto era sino agli ultimi istanti di vita e "celebrava il funerale a tutti gli ospiti deceduti, di qualsiasi religione".
Luisa Marzorate
Luisa Marzorate, parrocchiana di san Rocco, ha ricordato il giovane sacerdote con grande dolcezza "Aveva la sua Pandina bianca (Fiat Panda, ndr) ed era buono come il pane, ho pensato subito al connubio pane quotidiano e pane eucaristico".
Il suo racconto è stato poi ricco di aneddoti e esperienze vissute al suo fianco. "In un campo rom c'era una ragazza sedicenne incinta e la notizia è stata accolta con applausi ed occhi che brillavano. "In carcere una ragazza in isolamento ha fatto richiesta per poter andare a messa e ricevere l'eucarestia, don Roberto si è subito reso disponibile dicendo: Gesù è venuto per lei oggi. Queste esperienze rasentano la santità, lui andava oltre la solidarietà, parlerei di fraternità perché conosceva la data di nascita di tutti i ragazzi. La sua vita era una Messa continua, si prendeva cura degli altri senza pretendere la guarigione".
A chiudere la serata, densa di emozioni, è stato un momento di preghiera a ricordo di don Roberto e di tutto quanto lui ha fatto e ha lasciato.