Airuno: più 'opportunità' che 'dubbi' circa l'ingresso nel Parco del Curone, la serata
Non sono state disattese le aspettative anticipate dal titolo dato alla serata sulla possibilità di adesione del comune di Airuno al Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone. Nel corso dell'incontro, tenutosi venerdì 10 dicembre, sono stati infatti esposti i "dubbi e le opportunità" dell'entrata nel Parco. Con qualche obiezione - respinta con fermezza e assoluta cognizione di causa dei relatori, il presidente dell'ente Marco Molgora e il direttore, Michele Cereda - ad emergere è stato una propensione ad abbracciare il progetto, sia da parte dell'amministrazione comunale, che ha parlato di una vera e propria risorsa, sia dai cittadini, partecipi e attivi nel corso della serata.
Da sinistra, il presidente del Parco del Curone Marco Molgora, il sindaco di Airuno Alessandro Milani, il direttore del Parco Michele Cereda, l’assessore alle opere pubbliche Claudio Rossi, il consigliere al territorio Enrico Riva, il consigliere di minoranza Gianfranco Lavelli
Introducendo il discorso, il sindaco Alessandro Milani ha ricordato che, ormai nel 2019, il gruppo di maggioranza aveva deliberato per uscire dal PLIS per una mancanza di interventi concreti, aprendo invece il dialogo con l'ente Parco, divenuto in questo biennio costruttivo e proficuo. "Non vogliamo fare sotterfugi né compromessi" ha puntualizzato, ricordando che per l'amministrazione da lui guidata fondamentale è la concretezza. Concretezza che Airuno ha potuto toccare con mano con la vittoria di un bando indetto da Regione Lombardia a cui il comune ha partecipato in partnership proprio con il Parco, aggiudicandosi fondi per 44.000 euro da investire in interventi sul territorio comunale proprio ad Aizurro, frazione (CLICCA QUI per leggere l'articolo completo).
Marco Molgora, Alessandro Milani e Michele Cereda
L'assemblea cittadina di venerdì sera è stata la conclusione di una serie di incontri, tenuti a porte chiuse tra gli attori di questa partita, l'amministrazione comunale, la direzione del Parco e i privati cittadini. A fare eco alle parole entusiaste del primo cittadino è stato l'assessore alle opere pubbliche, Claudio Rossi, che ha sottolineato come per il gruppo di maggioranza sia importante il dialogo: "Non vogliamo cedere il territorio a scatola chiusa, ma vogliamo saper capire le opportunità, ragionare sui dubbi e ascoltare tutte le voci" ha precisato.
È stato poi lo stesso direttore del Parco Molgora a ricordare l'importanza di un confronto: "E' previsto dal nostro stesso statuto che, una volta che bisogna prendere una decisione, relativa agli interventi, ai piani territoriali o ad altro, ci sia il parere favorevole dei comuni, poiché lo stesso Parco è nato dalle amministrazioni, che hanno sviluppato e portato avanti l'idea di un ente coeso legato dal territorio" ha detto. Nel corso degli anni, la superficie del parco si è ampliata, passando dai 1600 ettari circa agli attuali 2990. Dati alla mano, Molgora ha detto: "Non credo che ci siano svantaggi in un'entrata nel Parco. I comuni, infatti, versano per il sostentamento 1,10 euro per ogni abitante ogni anno, cifra molto bassa. Per fare un esempio solo, noi mettiamo in gioco risorse per 82.000 euro annualmente solo per quanto riguarda l'educazione ambientale nelle scuole". Tutti i fondi che il Parco ha a disposizione, infatti, arrivano dall'esterno: provincia, regione e soprattutto dai bandi, a cui si partecipa presentando progetti concreti e precisi, che rispettino al 100% i paletti posti dagli enti promotori. "Ciò che più mi piace del Parco è il metodo, basato sul dialogo e la condivisione" ha concluso, passando la parola al direttore Michele Cereda.
"Mi preme sottolineare che lo scopo dell'essere parte di un Parco nel 2021 è sicuramente diverso dal 1983, anno in cui la legge regionale 77 l'ha istituito" ha esordito, ripercorrendo in breve la storia dell'ente, nato dalla necessità di tutelare il territorio e proteggerlo dall'edificazione senza limiti. "Oggi, prendersi cura dell'ambiente non vuol dire, fortunatamente, solo vietare, ma andare a fare interventi mirati per migliorare il territorio, e il vantaggio dell'avere il parco è quello di avere a disposizione un'ulteriore agente che pone le attenzioni alla tutela dell'ambiente. Tutela e sviluppo sostenibile vanno di pari passo" ha detto con convinzione. Per Airuno, dunque, l'entrare a far parte del Parco di Montevecchia potrebbe essere un vero volano per sviluppare altre attività. Parole di elogio sono arrivate anche dalla minoranza. Il capogruppo Gianfranco Lavelli, infatti, ha ricordato come, agli albori del Parco, questo fosse visto dalla comunità come un limite. "Oggi, dobbiamo pensare che il territorio è nostro, certo, ma soprattutto è delle generazioni che verranno dopo di noi".
Claudio Rossi, Enrico Riva, Gianfranco Lavelli
Quando la parola è passata ai cittadini, voci contrastanti si sono levate dal pubblico. C'è stato chi ha riconosciuto l'importanza del dare valore alla zona di Airuno e Aizurro, culla di storia, natura e cultura, e chi, come una ex insegnante, ha ricordato di aver sfruttato al meglio il Parco, usufruendo delle guide e dei volontari per portarvi in visita le scolaresche, cercando di trasmettere ai ragazzi e ai bambini l'amore per il patrimonio nascosto sulle nostre colline. Qualcuno tra i presenti ha poi obiettato, domandando cosa cambierà nella pratica per i proprietari di terre, con l'entrata nel parco. Al quesito ha risposto il dottor Cereda, spiegando che i tempi non saranno assolutamente dilatati rispetto al presente, solo cambieranno i gestori delle varie pratiche, che passeranno in capo al Parco. Dopo una parentesi relativa ad alcuni lavori che si stanno svolgendo sul territorio di Valgreghentino, lungo il sentiero che sale a Dozio (assolutamente autorizzati dal comune, come ha precisato Cereda rispondendo con toni pacati alla provocazione), un cittadino ha chiesto se verranno poste limitazioni sul territorio al transito delle biciclette. A questa domanda ha risposto il coordinatore delle Guardie Ecologiche Volontarie del Parco Giovanni Zardoni, seduto tra il pubblico. "Premesso che, attualmente, la limitazione al transito è relativa al 10% dell'intera rete sentieristica, c'è un regolamento da rispettare ed è la comunità del parco a prendere decisioni, dunque sono i comuni che se riterranno necessario bloccare l'accesso ad alcune zone, lo faranno". L'auspicio del capo delle GEV, comunque, è ovviamente quello che con l'ampliamento a Airuno, Valgreghentino e Sartirana (chiamati a decidere se entrare nel Parco o meno), nuove forze possano giungere in aiuto alle 40 Guardie, supportate già da 30 volontari e da 25 membri della Protezione Civile specializzati in anti-incendio.
A chiudere la serata sono state le parole del sindaco Alessandro Milani, che ha lasciato aperto molto più di uno spiraglio verso il Parco: "Ora è il momento di prendere una decisione, che mi sento di definire partecipata, condivisa ed illustrata concretamente. Siamo consci che il parco offre reali opportunità, e che dobbiamo, adesso più che mai, guardare alle generazioni del domani". Il dibattimento è rimandato, con ogni probabilità, all'inizio del 2022, quando si sarà ufficialmente se Airuno entrerà a far parte del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone o se si tirerà indietro.
Articoli correlati
G.Co.