Calco: ripianato il disavanzo di Retesalute col prospetto dei liquidatori. Motta: ''Irresponsabile che non lo fa''

Anche il Comune di Calco nel corso del consiglio di martedì 30 novembre ha approvato - unanimemente - il ripiano dei disavanzi accertati dell'azienda speciale Retesalute, riconoscendo il debito fuori bilancio e pagando la quota in base al prospetto redatto dai liquidatori. "Quelli che non pagheranno secondo la proposta dell' organo di revisione - ha sentenziato il sindaco Stefano Motta - sono degli irresponsabili".


Il consiglio si è aperto con l'approvazione dei verbali della seduta del 10 novembre e subito si è passati alla variazione al bilancio di previsione finanziario 2021-2023, approvabile per legge proprio entro il 30 novembre e di imprescindibile importanza per il punto seguente: il ripiano dei disavanzi dell'azienda speciale. Con la variazione infatti Calco ha potuto liberare i fondi necessari per ripianare il disavanzo. La cifra ammonta a 171.697,29 euro. Tra le maggiori spese anche i 5.100 euro da stanziare per il compenso dei liquidatori di Retesalute. Messa ai voti la variazione ha visto l'astensione dei consiglieri di minoranza Giuseppe Magni, Rosa Marianna Comotti e Tiziano Sala.
Giunti quindi al terzo e ultimo punto all'ordine del giorno il sindaco Motta ha ritenuto non necessario ripercorrere la storia di Retesalute, già ripetuta in sede di consiglio negli ultimi mesi più e più volte. "Direi di indicare solo i passaggi fondamentali della delibera, di focalizzarci sui disavanzi e sulla perdita per la quota di competenza del Comune di Calco, che viene proposta e quantificata, e sopratutto di concentrarci sul fatto che andiamo a deliberare il ripianamento di queste perdite utilizzando lo strumento del riconoscimento dei debiti fuori bilancio ai sensi dell'articolo 194 del Testo Unico degli Enti Locali". Questa modalità, ha tenuto a precisare il primo cittadino, non costituisce un mero soccorso finanziario a fondo perduto ma il mantenimento e garanzia di una stabilità strutturale ed economica di un'azienda che svolge un servizio di interesse generale.
Lo scorso 20 maggio l'azienda speciale è stata posta in liquidazione e a quel punto è stato nominato anche il collegio dei liquidatori, che il 9 luglio ha inviato ai Comuni una richiesta di copertura dei costi di esercizi dal 2015 al 2019. Il collegio si è dedicato nell'ultimo periodo alla ricostruzione contabile complessiva dell'azienda, portando alla luce una presunta cattiva gestione da parte degli organi sociali dell'azienda stessa, oltre che a una differenza notevole tra le tariffe dei servizi erogati e i reali costi sostenuti, anche per mancata contribuzione da parte dei Comuni.
Il collegio dei liquidatori ha proposto una ricostruzione degli importi di competenza dei Comuni. La quota di Calco ammonta a 171.697,29 euro, imputabile per 153mila euro circa alla copertura di disavanzo gestionale dell'azienda e per i restanti 18mila euro a copertura del disavanzo servizi erogati per erronea determinazione delle tariffe.
Illustrata la questione e letti i punti della delibera il consigliere di minoranza Rosa Marianna Comotti ha mosso un'osservazione ricordando che nel consiglio Comunale di aprile il sindaco aveva raccomandato di non temere il ripianamento poiché c'erano già 150mila euro accantonati, e inoltre Calco era a credito di 30mila euro circa. A fare chiarezza il Segretario Comunale Viviana Tutore, spiegando che il credito di Calco ammonta a 50mila euro e che in una nota il collegio dei liquidatori ha informato che a seguito di questa operazione ai Comuni verranno riconosciuti i crediti che vantano nei confronti di Retesalute, imputabili esclusivamente a trattenute che ha operato l'azienda sui trasferimenti dell'Ambito. Questi soldi, ha precisato il sindaco Motta, non sono persi, ma non sono compensabili.
La seconda osservazione del consigliere Comotti è stata in merito al punto 4 della delibera: "Dare atto che le modalità di tenuta della contabilità non consentono di quantificare in modo certo e dettagliato la quota di disavanzo imputabile al singolo ente". Con la delibera dunque si accoglie la ricostruzione effettuata dal collegio dei liquidatori. "Ho visto - ha detto il consigliere di 'Tutti per Calco' - che altri Comuni, come Merate, hanno fatto una scelta di prudenza prendendo la percentuale del debito che corrisponde alla quota di partecipazione e tenendo in accantonamento la differenza". "E chi la paga la differenza? ha domandato il sindaco Motta. "Questa vicenda ha avuto un inizio, molto probabilmente con la stessa costituzione dell'azienda, e deve avere una fine. Si deve mettere una pietra sopra alla situazione basandosi sulla ricostruzione della contabilità aziendale, un'attività rivelatasi molto complessa, - ha continuato - Ricostruire al centesimo la contabilità aziendale per fare un riparto aderente alla realtà è impossibile, ma io direi che a un certo punto non interessa più a nessuno. L'interesse è chiudere questa vicenda e andare avanti con una gestione aziendale nuova".
Infine, ha concluso Motta: "La ricostruzione che è stata proposta dal collegio non è la verità assoluta, ma è quella più verosimile. Direi che esiste un patto non scritto ma doveroso tra tutti gli enti che hanno condiviso questo percorso di andare ad approvare le perdite di competenza di ciascuno secondo la proposta dell'organo di revisione. Chi non lo fa è irresponsabile, perchè allora non bisognava condividere fin dall'inizio questo percorso, o doveva fare osservazioni prima, non arrivare alla delibera che chiude il procedimento e apre una nuova pagina per Retesalute e poi non accettare questa valutazione. Non so cosa succederà, ma quello che manca qualcuno dovrà pagarlo".
A questo punto anche il capogruppo di minoranza Giuseppe Magni, che non ha nascosto l'intenzione fino a quel momento di volersi astenere dal voto, ha riconosciuto il percorso posposto dalla delibera come l'unico effettivamente percorribile. "L'azienda è nata senza testa. È successo quello che è successo. Ce lo si poteva aspettare? Sì. Si doveva porre rimedio? Sì. Il rimedio che abbiamo trovato è il migliore? Forse no, ma è l'unico possibile". Si è quindi dilungato in una riflessione sul passato dell'azienda, auspicandosi che in futuro non si verifichino più problemi di natura contabile, anche se il bilancio del 2020 - chiuso in positivo - già lascia ben sperare. E poi ancora, parlando della gestione dell'azienda: "Perchè nessuno ha avuto il coraggio di dire 'siamo indrè a fare come quelli di de Varès, che i compra a vot e i vend a sés?'". Il detto ha divertito il consiglio ed è stato tradotto dal sindaco: perchè nessuno ha avuto il coraggio di dire che stiamo facendo come (i mercanti) di Varese, che comprano a otto e vendono a sei?
L'assise ha infine approvato all'unanimità.
E.Ma.
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