Osnago: su Retesalute riconosciuto il debito fuori bilancio. Brivio, non ho responsabilità

Il gruppo di minoranza ha votato contro anche al punto sul ripiano delle perdite di Retesalute ricorrendo al riconoscimento del debito fuori bilancio. 154 mila euro è la quota di Osnago (sulla base dei calcoli fatti dal collegio dei liquidatori), oltre ai 3.390 euro per le operazioni di liquidazione. Anche qui la materia è diventata incandescente. Per il sindaco si tratta di una presa d'atto del periodo che sta attraversando Retesalute e dei passaggi che sono stati fatti nell'Assemblea dei soci, con la riapprovazione dei bilanci e l'approvazione del piano di risanamento che pone le basi per risalire la china. "Quello che chiediamo di approvare questa sera è conforme con il mandato che avevamo dato al collegio dei liquidatori, che ora ritiene ci siano le condizioni per fare quello che gli avevamo chiesto, ovvero un ritorno in bonis dell'azienda e la revoca della liquidazione" ha argomentato Brivio. L'obiettivo è di arrivare in Assemblea entro fine anno per la revoca dello stato di liquidazione.

Il sindaco Paolo Brivio


Ha dunque preso la parola Vittorio Bonanomi per battere il chiodo. "Nelle scorse sedute avevo ripetutamente chiesto come mai si era arrivati a questa situazione. Oggi non ce lo sa dire o non è in grado di dircelo ancora. Ci invita soltanto a ripianare il debito". Una richiesta che è diventata un ritornello, in assenza di una risposta del sindaco che ha più volte ripetuto: "Non è mio compito dirlo, non sono io a doverlo dire". Il primo cittadino ha aggiunto che dalle relazioni del collegio dei liquidatori e della BDO appare che si sia trattato di meri fatti di gestione e che spetterà alla magistratura accertare eventuali responsabilità. Bonanomi ha puntato allora sulle responsabilità della politica, chiedendo come abbiano fatto i Comuni a non accorgersi della reale condizione in cui versava l'azienda. "Io non mi sono mai accorto, in queste proporzioni, in questi anni, come non se ne sono accorti gli altri sindaci, anche i sindaci che avevano la responsabilità di gestire l'assemblea dell'azienda, come i membri del CdA e i revisori" ha commentato Brivio, che ha poi proseguito: "Nel 2017-2018 io e alcuni altri sindaci fummo dipinti dalla stampa come degli affossatori. Noi non avevamo contezza di questa situazione precisa, ma qualcosa non tornava. Ci venivano proposti un ampliamento e una ricapitalizzazione non documentati. Noi chiedevamo un advisor e un benchmarking, esattamente le operazioni che sono state fatte anni dopo".

Brivio ha espresso una nota di orgoglio: "Non dico che sono meno responsabile di altri, ma mi fregio di quello che avevamo fatto perché avevamo capito che questa azienda non era gestita nei migliori dei modi, forse più di altri. E se chiedevamo di cambiare il progetto di organizzazione nei rapporti con i soggetti del territorio, chiedevamo esattamente quello che l'azienda si deve accingere a fare subito dopo aver chiuso il processo di revoca della liquidazione".   Un'intuizione rivendicata a gran voce in Consiglio comunale, senza che la minoranza abbia ribattuto che senza una ricapitalizzazione immediata, in quel preciso momento, ora non staremmo ancora parlando di Retesalute, perché l'azienda non avrebbe resistito alla fine del 2018. Bonanomi ha invece risposto che se il sindaco sapeva qualcosa lo avrebbe dovuto segnalare nelle opportune sedi. "Probabilmente c'era coscienza di quello che era in essere e si è sentito di palesarlo in un secondo momento - ha detto il consigliere di minoranza - Lei sta governando questo Comune da sette anni. Se si è accorto di qualcosa vuol dire che era a conoscenza. Le negligenze andavano segnalate nelle opportune sedi".  

I consiglieri di minoranza Vittorio Bonanomi, Emanuela Corneo, Ruggero Ripamonti


Il primo cittadino ha replicato di non aver avuto contezza dello stato di dissesto dell'azienda e ha rincarato che l'ampliamento sia stato scriteriato e che la ricapitalizzazione fosse basata su dati "inesistenti più che inconsistenti". "Mi ricordo la presentazione di alcune slide in una prima assemblea che poi sono scomparse" ha lamentato Brivio. Il sentore era dato da indizi di criticità, come la difficoltà manifestata dal CdA in Assemblea dei soci nel pagare il Tfr dei dipendenti. "Il suo ruolo avrebbe dovuto indurla a chiedere maggiori delucidazioni e ad approfondire. Forse non tutto è stato fatto. Resta un'ombra su tutta questa vicenda difficilmente dissipabile" ha concluso Bonanomi. Allora il primo cittadino ha riconosciuto la responsabilità della politica e di tutti i sindaci, invitando però a risalire su tutti i gradi di responsabilità. Marco Riva, capogruppo di minoranza, ha calcato sulla scarsa trasparenza dell'azienda partecipata dal Comune. Alla fine è stato votato il ripiano del disavanzo attraverso lo strumento del riconoscimento del debito fuori bilancio. La delibera è passata con il voto a favore della maggioranza e quello contrario della minoranza.
M.P.
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