Il Presidente del tribunale dr. Secchi sul 'caso' Carlo Gilardi: dal Ministero nessuna attività ispettiva, le decisioni adottate derivano dai dati di assistenti sociali, forze dell’ordine e CTU

Il presidente dr. Ersilio Secchi
Sulla vicenda del professore Carlo Gilardi, a favore del quale è aperta una procedura di amministrazione di sostegno davanti al Tribunale di Lecco, in data 12.11.2021 il Ministero della Giustizia ha risposto con una ampia relazione all'interpellanza urgente presentata da alcuni Parlamentari, dopo aver vagliato la dettagliata documentazione inoltrata dalle istituzioni coinvolte ed in particolare da questo Tribunale sin dal dicembre 2020. La puntuale esposizione, cui si rinvia essendo facilmente reperibile nel testo integrale, conclude espressamente ritenendo che "dai contenuti evidenziati, risultanti dallo relazione dell'ufficio giudiziario interessato della vicenda, deve ritenersi che, allo stato, non vi sia spazio per attività ispettive o di natura disciplinare, posto che le decisioni adottate dall'autorità giudiziaria derivano dagli elementi raccolti dalle assistenti sociali, dalle Forze dell'ordine e dalle consulenze tecniche d'ufficio. A ben vedere, alla luce di tutti gli elementi di fatto sopra evidenziati, gli interventi assunti in relazione alla persona del Girardi Carlo hanno riguardato la tutela della sua salute e della libera determinazione dello stesso, le cui fragilità dal punto di vista psichiatrico sono state esposte con ampie motivazioni dalla consulenza tecnica di ufficio, la quale monitora costantemente la situazione sanitaria del medesimo Gilardi Carlo".
Pochi giorni dopo è intervenuto il CSM, con la delibera del 17.11.2021, adottata a conclusione della pratica aperta a tutela dell'indipendenza e dell'autonomia del Giudice tutelare di questo Tribunale. E' stato ritenuto che "vi siano stati plurimi comportamenti che hanno leso il prestigio della giurisdizione e hanno turbato la credibilità della funzione giudiziaria" e che "si siano travalicati i limiti di serena e obiettiva cronaca e critica dei provvedimenti giudiziari e si siano verificate plurime interferenze volte a condizionare il percorso ordinario della vicenda giudiziaria".
Si deve tuttavia constatare con rammarico che la necessità di replicare, presso le sedi istituzionali, alle rappresentazioni ampiamente inveritiere e fuorvianti che si protraggono dal novembre 2020 quasi senza soluzione di continuità, ha comportato la pubblicizzazione di dati sensibili relativi alla condizione fisico-psichica dell'amministrato e di vicende del suo vissuto quotidiano su cui lo stesso ha ripetutamente invocato, quasi implorandolo, il silenzio attraverso l'Amministratrice di Sostegno.
Proprio per evitare la compromissione della privacy, il Tribunale ha fin qui osservato un profilo comunicativo estremamente sobrio affidato a due comunicati, che tuttavia è stato scambiato per imbarazzato rifiuto di confronto o difficoltà di replica, finendo per amplificare attacchi in più occasioni diffamatori per i singoli e delegittimanti per l'istituzione giudiziaria.
In realtà gli atti del procedimento, aperto nel 2017 e seguito nel tempo da più Amministratori e Giudici Tutelari, attestano una situazione di crescente trascuratezza personale, di degrado ambientale e di malessere di Gilardi Carlo, aggravata da interventi e pressioni esterne spesso vissuti dall'amministrato con grave turbamento. I tentativi di intervento dei Servizi Sociali furono respinti; nessun badante fu accettato se non il sig. Brahim EI Mazoury. A seguito di una CTU psichiatrica, regolarmente svoltasi nel contraddittorio delle parti, è stata accertata in capo all'amministrato una condizione patologica che spiega l'incapacità critica nei confronti di coloro che si approfittavano di lui e la tendenza a solidarizzare e difendere costoro. In questo contesto, sulla base di conforme indicazione della CTU, è stata valutata la collocazione in RSA, al fine di allontanare Gilardi Carlo da un ambiente insalubre, di garantirgli la necessaria assistenza fisica e morale, di recidere i rapporti con persone per lui nocive che altrimenti sarebbe inevitabilmente tornato a frequentare.
Il professor Carlo Gilardi
La collocazione in RSA è stata accettata dal prof. Gilardi, gratificato da assistenza e cure erogate dalla struttura ospitante con elevata professionalità e umana vicinanza degli operatori che hanno riscosso il ripetuto riconoscimento di quanti hanno visitato il Gilardi e (ciò che più conta) dello stesso.
Sebbene in alcune occasioni egli a parole esprima il desiderio di ritorno a casa, nei fatti non si può che evidenziare il buon andamento dell'inserimento. Egli infatti non soltanto non ha mai attuato propositi di allontanamento dalla struttura, ma anzi aderisce positivamente a tutte le iniziative e le proposte formulate nel suo interesse, sicché può affermarsi che egli stia ad oggi vivendo una condizione di ritrovato benessere.
Riguardo al progetto di rientro, per quanto gli organi della procedura abbiano valutato le varie possibilità, rimane l'ostacolo della lunghezza delle procedure giudiziarie in corso volte ad ottenere la liberazione dell'immobile del "Cere", che peraltro richiederebbe una radicale ristrutturazione (essendo privo di riscaldamento e dotato di impianti e servizi obsoleti e non a norma), intervento a cui l'amministrato è contrario. La residenza in altre abitazioni è esclusa dallo stesso amministrato e comunque permarrebbe la difficoltà di garantire idoneo personale di assistenza e protezione che egli allo stato rifiuta categoricamente.
Al Prof. Gilardi non è stata ovviamente mai negata la possibilità di vedere o contattare coloro che lo stesso ha chiesto o accettato di incontrare, essendo stato interpellato sulle richieste in tal senso di amici e conoscenti. Allo stesso modo non gli è stato mai imposto di ricevere chi non ha mostrato interesse a vedere ovvero chi lui stesso ha affermato di non volere incontrare.
Il breve resoconto illustrato sintetizza ciò che emerge dal fascicolo ed è stato oggetto di molteplici controlli e verifiche da parte delle Istituzioni competenti, anche sugli aspetti patrimoniali che sono stati oggetto di denuncia.
Si auspica quindi che gli elementi esposti, tutti facilmente riscontrabili sulla base di una semplice ricerca su internet, trovino adeguato spazio anche nella narrazione di quelle trasmissioni televisive che hanno costantemente reiterato, in modo unilaterale e qualche volta fazioso, accuse di illegittima privazione della libertà di Gilardi Carlo per appropriarsi del suo patrimonio, non curandosi di contribuire ad alimentare così un linciaggio mediatico del tutto ingiustificato ai danni delle Istituzioni e delle persone che vi operano.
Il presidente dottor Ersilio Secchi
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