Comodamente sedute/22: il coraggio di fare il primo passo per avvinarci agli altri
IL PRIMO PASSO
In questi ultimi giorni di autunno mi sto occupando di un'incombenza alla quale non posso sottrarmi: la raccolta delle foglie secche di cui il mio giardino si riempie inevitabilmente ogni anno (ve li ricordate i miei castagni?)
Mentre mi stavo dedicando a questa attività lenta e ripetitiva, mi sono messa un po'a pensare che in fondo somigliamo un po' tutti quanti a queste foglie, viviamo gli uni accanto agli altri, facendo tuttavia attenzione a stare indietro di un passo, per timore, per obbligo, per buon senso e comunicare dietro una mascherina alle volte è davvero faticoso. Foglie apparentemente simili tra loro, eppure profondamente uniche e irripetibili, ciascuna con la propria storia e in fondo, con la propria solitudine.
Per tante persone, soprattutto anziane le giornate sono lunghe e le ore trascorrono lente, soprattutto se si è in perenne attesa di una visita o di una telefonata che tardano ad arrivare.
Ma c'è un gesto prezioso che ciascuno di noi potrebbe compiere con poca fatica.
Io lo chiamo il primo passo.
Facciamo il primo passo quando prendiamo l'iniziativa di andare verso qualcuno senza timore di sembrare inopportune, di sentirci respinte, di disturbare.
Quante volte ci è venuto desiderio di compiere il primo passo e abbiamo rinunciato perché di gran lunga preferiamo lasciare parola alla testa anziché al cuore.
Ma ora più che mai è il momento di non soffocare più questi buoni pensieri.Di mestiere faccio la counsellor che sembra una parola difficile, in realtà ha un significato molto semplice: offrire ascolto e dialogo per aiutare le persone che si trovano in un momento di difficoltà e di fatica molto concreto della loro vita, affrontare insieme a loro questo momento e fare in modo che tornino a credere in se stesse e nel loro valore. E vi posso assicurare che di persone sole e in difficoltà ne incontro davvero tante.
Non si tratta di saper fare ma di saper essere.
Ora, se vi fermate un momento a pensare alle foglie e vi viene in mente qualcuno che volentieri vorrebbe un po' di compagnia, potete fare solo una cosa: con coraggio fare il primo passo e andare verso di loro con la più banale delle scuse (offrire una fetta di torta, chiedere un uovo, invitare a bere un caffè). Avvicinare le persone sole è anche un'occasione per arricchire noi stessi, perché siamo fatti per stare in relazione con gli altri.
Abbiamo tutti un vuoto dentro da colmare e sapere che qualcuno ha pensato a noi con l'intenzione di provare a riempirlo è qualcosa che scalda il cuore e ci distingue dalle foglie.
Da quando è mancato mio marito non è trascorso un solo giorno in cui non abbia ricevuto un messaggio, un saluto, un pensiero, una preghiera come dimostrazione di affetto e se oggi posso offrire il mio conforto, lo devo soprattutto a chi me ne ha fatto dono in abbondanza. Prima di salutarvi, volevo suggerirvi a proposito di regalini, un bellissimo lavoretto che ho realizzato assieme alla mia paziente terzogenita con le foglie raccolte in giardino e che potrebbe essere un'idea carina per riempire questa domenica un po' infreddolita.
Sono sicura che non vi sarà difficile procurarvene qualcuna (meglio se sottili e un po'ruvide), assieme a qualche vasetto di vetro, un po'di Vinavil, un pennello e qualche pezzetto di spago.
Prendete le vostre bellissime foglie, stendetele con cura tra due fogli di Scottex e metteteci sopra un bel libro pesante per qualche ora.
A questo punto prendete i vasetti e aiutandovi con un pennello, stendete bene la colla. Applicate le foglie seguendo la vostra fantasia e poi terminate applicando altra colla sopra le foglie.
Lasciate asciugare per qualche ora. Al termine stendete un po' di colla anche intorno al collo del vasetto e applicate qualche giro di spago.
Provate a inserire un piccolo cero e ad accenderlo.
Visto che effetto meraviglioso?
Certo io non sono una maga del bricolage, ma sono sicura che voi saprete realizzarne di ancora più belli. Quando saranno pronti, diventeranno un'ottima scusa per fare un regalino a qualcuno in segno di affetto e vicinanza.
Vi auguro un buon pranzo e se non volete perdere nemmeno un articolo di questo blog, potete sempre venirmi a trovare www.comodamentesedute.com. A me farebbe molto piacere.
Rubrica a cura di Giovanna Fumagalli Biollo