Merate: presentazione delle materie STEM agli studenti del liceo, contro i pregiudizi

Continuano le iniziative promosse dal gruppo meratese "Ora Basta" nel mese in cui ricorre la giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

Giovedì mattina cinque classi del liceo scientifico M.G. Agnesi di Merate -una quarta e una quinta di scienze applicate e tre quinte del liceo scientifico- hanno potuto assistere all'incontro "Donne e carriere STEM", evento proposto per sottolineare l'importanza che un maggior numero di donne possa scegliere e crescere professionalmente nelle materie STEM (acronimo che sta per le parole inglesi Science, Technology, Engineering and Mathematics), ambiti tradizionalmente frequentati da un numero minoritario di donne.

La professoressa Silvia Penati e la professoressa Nadia Malaspina


Le due relatrici della conferenza, le professoresse dell'università Bicocca di Milano Silvia Penati -ordinario di gravità quantistica e teoria quantistica dei campi, settore di ricerca fisica teorica, modelli e metodi matematici- e Nadia Malaspina -docente associato dei corsi deformazione e metamorfismo nei margini convergenti e introduzione alla petrografia, settore di ricerca metrologia e petrografia- fanno infatti parte del Centro Interdipartimentale "ABCD" per gli studi di genere della stessa università, che studia e promuove la costituzione di un'area di interesse finalizzata alla produzione, valorizzazione e disseminazione di forme di sapere multidisciplinare in tema di studi di genere: due figure che, sia per gli studi che compiono sia per la professione svolta, hanno saputo comunicare agli studenti tutte le difficoltà e i pregiudizi che le donne della scienza incontrano nel loro cammino di crescita professionale.

Isabella Mauri

Un incontro incentrato su un ambito già affrontato dagli studenti nel corso di educazione civica che, come presentato dalla professoressa Patrizia Bui, hanno avuto "la possibilità di visitare la mostra "Donne e scienza" promossa da Toponomastica Femminile, una mostra che ha suscitato tanti stupori negli studenti. Siamo convinti che più la figura della donna assumerà dignità all'interno della società, meno violenza si potrà perpetrare contro di lei. Una delegazione composta da due nostre classi parteciperà anche al flash mob che si terrà a Merate il 27 novembre, per rendere tutti più consapevoli di quel che succede alle donne".

Un cambiamento culturale promosso anche da parte del comitato "Ora Basta", oggi rappresentato dalla dott.ssa Mauri Isabella, anch'ella in forze all'università Bicocca: "in questi anni di iniziative volte a contrastare la violenza sulle donne il nostro gruppo ha capito che la violenza va combattuta prima: è necessario avviare un cambiamento culturale profondo e da quale migliore ambiente partire se non dalle scuole e da voi giovani che siete il futuro? Quest'anno il tema portato avanti dal gruppo è quello del linguaggio e delle carriere STEM. È importante che le ragazze scelgano liberamente quale carriera lavorativa intraprendere, senza condizionamenti. Bisogna capire che se il 50% delle donne viene tagliato fuori da un ambito lavorativo, è un problema di tutto il Paese, non solo delle donne: è una necessità sociale".

La professoressa Patrizia Bui

La parola poi è passata alle relatrici che hanno saputo catturare l'attenzione della giovane platea in maniera "interattiva", offrendo loro dei questionari anonimi a cui rispondere semplicemente dal loro telefono cellulare: se in un primo momento alcuni ragazzi sono usciti dal tema principale con risposte non proprio consone all'ambiente e all'argomento affrontato, dopo una "lavata di capo" di una loro professoressa hanno iniziato a collaborare e a partecipare in maniera costruttiva. In particolare la prof.ssa Penati ha dimostrato con alcuni grafici che lo sviluppo professionale nelle carriere STEM di uomini e donne ha epiloghi molto diversi, anche a seconda delle diverse discipline: se infatti all'inizio della carriera, ovvero nel corso degli studi universitari, la percentuale in alcune materie si aggira su un 50% di donne iscritte, più si va avanti verso la categoria dei docenti di prima fascia (attraversando cioè le fasi della laurea, del dottorato, del dottorato di ricerca, della ricerca e del docente di seconda fascia) la percentuale femminile diminuisce in maniera drastica, arrestandosi ad uno scarso 20%, se non un 3% analizzando l'ambito della fisica teorica.

Alla base di questa disparità ci sono sia ragioni culturali (che vedono ovvero le discipline STEM pensate per maschi) sia ragioni sociali in quanto per le donne conciliare la carriera, soprattutto in fase iniziale, è più difficile specialmente se vi è in corso la costruzione di una famiglia, che per pregiudizi consci e inconsci: tutti infatti siamo abituati ad associare, consciamente o meno, ruoli con specifiche qualità solo agli uomini. "Dovremmo preoccuparci di valorizzare le donne e più in generale la diversità nella scienza? Si/no e perchè?" È stato poi chiesto agli studenti. Tutti -a parte uno- hanno risposto sì, affermando che la diversità sia una ricchezza che potrebbe aiutare a sviluppare nuove teorie scientifiche: l'essere "diversi" non è un ostacolo a determinati ambienti, secondo gli studenti. E infatti le professoresse hanno affermato che il primo passo importante da compiere individualmente sia proprio quello di acquisire consapevolezza del problema e di essere pronti a riconoscere che i pregiudizi, consci o inconsci che siano, esistano.

La prova che effettuando "buone pratiche", ossia pubblicizzare le borse postdoc tra le giovani studentesse, incoraggiare le ragazze a fare domanda, inserire donne nelle commissioni di valutazione e corsi online per le commissioni sul riconoscimento dei pregiudizi inconsci, la si è avuta vedendo i dati raccolti da uno studio europeo portato avanti dal 2005 che ha visto sempre più donne applicarsi a ambiti di ricerca postdottorato, in alcuni casi superando le domande presentate dagli uomini.
B.F.
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