Olgiate: camionista picchiato nel 2017 per questioni 'di cuore', due romeni a giudizio

A divorzio ormai sancito, non si sarebbe comunque rassegnato alla fine del matrimonio, minacciando a più riprese l'ex moglie e il suo nuovo compagno, fino a passare alle vie di fatto, organizzando con altri un vero e proprio raid punitivo contro chi, a suo avviso, gli aveva usurpato il posto nel cuore della "sua" donna. Questa parrebbe essere la cornice della vicenda approdata quest'oggi all'attenzione del giudice monocratico del Tribunale di Lecco Salvatore Catalano. Già uscito di scena, patteggiando una pena pari a 6 mesi, colui il quale potrebbe essere ritenuto il perno del caso e dunque Florin F., classe 1998. Il processo continua invece per suo fratello Gabriel F. (classe 1986) e per Vasile F. (classe 1987), un loro amico. Prima a rendere testimonianza, questa mattina, è stata l'ex consorte di Florin, costituitasi parte civile, così come il suo attuale uomo per il tramite dell'avvocato Francesco Cogliati. La giovane, incalzata dalla domande delle parti, è così tornata con la memoria al 17 giugno 2017 quando nell'area industriale di Olgiate avrebbe assistito al violento pestaggio messo in atto dagli originali tre imputati e altri soggetti ai danni del suo compagno, camionista di professione e quel giorno intento, con il suo aiuto, a allestire un nuovo mezzo ottenuto in dotazione dal suo datore di lavoro. Già in mattinata Florin avrebbe minacciato telefonicamente il "rivale", presentandosi anche con Vasile sul parcheggio dove l'uomo stava sistemando il suo bisonte della strada per poi tornare nel primo pomeriggio. Sarebbe così stato spruzzato dello spray urticante negli occhi di un altro autotrasportatore presente, per inseguire poi la vittima prescelta e prenderla ripetutamente a calci, nonostante la presenza del piccino nato dalla relazione tra il "capo banda" e la donna contesa. "Il bambino è intervenuto, è stato spinto, è caduto e Florin ha spruzzato anche a lui lo spray ma ha continuato ad attaccarsi alla sua vita urlando "papà smettila, papà smettila"" ha raccontato la teste, aggiungendo di come solo la prontezza di riflessi del suo compagno abbia scongiurato il peggio, riuscendo a infilarsi sotto l'asse del camion che in parte l'ha protetto dai colpi concentrati soprattutto nella parte alta del corpo, come refertato poi in pronto soccorso. Ed anche presso il nosocomio le minacce sarebbero proseguite. Mentre infatti si trovava in sala d'aspetto l'ex - che prima di allontanarsi dal piazzale di Olgiate le avrebbe mollato un ceffone apostrofandola come "zoccola" - l'avrebbe raggiunta telefonicamente per rammentarle come il suo nuovo amore avrebbe ricevuto lo stesso trattamento riservatogli poco prima ogni qualvolta si fosse presentata l'occasione e come "non ci sarà pace finché non morirà per mano sua". Una chiamata a cui avrebbe fatto seguito un contatto anche con Gabriel, pronto a spiegare come per lui fosse normale sostenere il fratello, addossando ogni responsabilità all'ex cognata, colpevole di aver voltato le spalle alla famiglia. Minacce, quelle rivolte alla donna che, a suo dire, sarebbero continuate fino allo scorso anno. "La cosa più pesante è avere sempre paura" ha dichiarato, sostenendo come il suo ex fosse sempre a conoscenza dei suoi spostamenti. "Non è bello aver paura del padre di tuo figlio" la chiosa. Dopo aver sentito anche il papà della denunciante, il processo è stato aggiornato al prossimo 20 aprile quando, con l'ausilio di un interprete, sarà sentito anche il suo attuale compagno. Prevista anche l'escussione degli imputati, assistiti dagli avvocati Samira Duccini (Gabriel F.) e Simona Crippa (Vasile F.).
A. M.
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