Brivio: amministratore di condominio a processo. A dicembre audizione del consulente

La tesi difensiva, confermata anche dalle testimonianze odierne, è che l’imputato nulla abbia fatto materialmente: a gestire il tutto era ed è sempre stata la compagna. Di fatto però, quei soldi dalle casse dei condomini sono spariti. È proseguito nel pomeriggio odierno al cospetto del giudice monocratico Giulia Barazzetta il procedimento a carico di A. L., meratese, classe 1937 di professione amministratore di condominio, accusato di appropriazione indebita per aver sottratto alle casse di due palazzi da lui gestiti un totale di 72mila euro tra il 2013 e il 2017. Dopo un rinvio concesso dal giudice in quanto l’imputato si è trovato lo scorso marzo sprovvisto di un difensore, affidandogli così la difesa d’ufficio dell’avvocato Simona Crippa, il procedimento è entrato nel vivo quest’oggi con l’audizione di tutti i testimoni ad eccezione del consulente tecnico della parte civile. Quest’ultima è curata dall’avvocato Daniele Tino che, in qualità di amministratore, ha deciso di costituirsi in giudizio per difendere gli interessi dei suoi condomini. Ed è stato proprio il legale a testimoniare per primo: spogliatosi della toga e accomodatosi al banco dei testimoni, ha raccontato incalzato dalle domande del Vpo Mattia Mascaro quale fosse la situazione cui si è trovato quando gli è stato affidato l’incarico di amministrare i due stabili: “ho dovuto, con il consulente, ricostruire la rendicontazione degli immobili a ritroso, chiedendo alle banche perchè l'amministratore precedente non ha saputo consegnarmi i documenti”. La motivazione fornita al legale sulla mancanza della documentazione sarebbe stata un improvviso allagamento che avrebbe distrutto i fogli e un’incursione di ladri che avrebbero trafugato tutto quanto. “Io ho sempre e comunque parlato solo con la compagna dell’imputato, mai con lui” ha dichiarato l’avvocato. Da un condominio sarebbero “spariti” 30mila euro, mentre dal secondo 42mila ma i pagamenti dei condomini dei due stabili erano in regola: “le rate dei condomini non coincidono con la somma indicata dall’amministratore nel bilancio” ha affermato il Tino, “ho riscontrato pagamenti nei confronti di altri condomini gestiti dall’amministratore, nonché emissione di compensi in suo favore largamente superiori alle annualità concordate e pagamenti a fornitori che nulla avevano a che fare con i due stabili”. L'avv. Daniele Tino ha aggiunto che "...quando si è trattato di recuperare tutti i documenti relativi ai due immobili” mi sono recato a casa dell'imputato ma mi sono sempre confrontato con la compagna”. Una direzione quindi assunta esclusivamente dalla donna, come anche confermato dai due condomini sentiti quali testimoni di parte civile: i due residenti infatti hanno raccontato al giudice il loro stupore nel sapere che in realtà la nomina era stata affidata all’84enne. La scelta di revocare l’incarico all’imputato - che tra l’altro è stato già condannato per il medesimo reato nei confronti di un condominio di Imbersago - è giunta in seguito a diversi episodi: “all’inizio non ci facevo caso” ha raccontato una condomina, “pensavo che essendo la signora anziana magari potesse essersi fatta sfuggire qualcosa. Ma poi ha iniziato a negare la potatura degli alberi del giardino; nel giugno 2016 senza motivo ci è stato staccato il gas e ha dato la colpa ad uno di noi che era indietro nei pagamenti. Parlando con lei dei controlli che la provincia stava facendo nelle diverse caldaie le ho chiesto di visionare i documenti e non me l’ha lasciato fare, in seguito abbiamo scoperto che non eravamo a norma”. E ancora i condomini si sarebbero resi conto che i costi dell’acqua erano lievitati del triplo rispetto al normale: “quando le abbiamo chiesto di farci vedere le bollette, dopo un po’ ci ha consegnato una fotocopia che aveva qualcosa di strano. Ci siamo accorti che aveva oscurato una frase che ci accusava di non essere in regola con i pagamenti, tanto che poi sono arrivati gli addetti a casa chiedendoci i soldi”. La decisione finale, dopo aver anche scoperto di essere senza assicurazione ma pur pagando il canone, è giunta quando pochi mesi dopo è stato loro staccato nuovamente il gas: “più volte abbiamo chiesto spiegazioni e la signora, che era l’unica con cui noi ci confrontavamo, rispondeva sempre in modo evasivo o diceva che i documenti non li aveva perchè glieli avevano rubati i ladri”. Lo stesso imputato ha detto che l’attività era sempre stata gestita dalla compagna: “lei era bravissima, siamo arrivati a gestire fino a 60 condomini” ha risposto alle domande del suo difensore, “io partecipavo solo con la mia presenza alle riunioni. Aveva anche lei la firma per agire sui conti correnti dei condomini. Non sono mai stato in grado di gestire, ho studiato da geometra e poi ho fatto l’agente di commercio". Ad oggi l’uomo si trova a vivere in miseria perchè, come spiegato al giudice, “mia moglie ha una mentalità religiosa, deve aiutare chi è in difficoltà e ha svuotato tutto il mio conto corrente per regalare quei soldi ai condomini”. Terminato l’esame dell’imputato e dopo che la difesa ha rinunciato all’audizione della sua compagna, il giudice ha aggiornato il processo al prossimo 21 dicembre per l’audizione del consulente tecnico della parte civile e per la discussione.
B.F.
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