Unione della Valletta: gli studenti rendono immortali i caduti in guerra dei 3 comuni

Da sinistra: Gabriele Gargantini (3^D), Colombo Sofia (3^B), Sveva Pacelli e Viola Lamparelli (3^C) e Francesca Sala (3^A)


"Non morirò del tutto": è il titolo, ma anche una dichiarazione d'intenti, del volume presentato nel salone don Gaspare Cattaneo a La Valletta Brianza (ex Rovagnate) dai ragazzi della scuola secondaria di primo grado don Piero Pointinger. L'evento, a cui hanno assistito anche l'assessore Ambra Biella della Valletta e il sindaco di Santa Maria Hoè Efrem Brambilla, è stato patrocinato dall'Unione dei comuni lombarda della Valletta, con la collaborazione dalle Associazione Nazionale Alpini Gruppo San Genesio e dall'Associazione del Fante di Santa Maria Hoè.

L'assessore Ambra Biella

Il dirigente scolastico Paolo D'Alvano

È stata scelta proprio la ricorrenza del centenario della tumulazione presso l'Altare della Patria a Roma del Milite Ignoto per rendere pubblica la simile impresa in cui si sono cimentati gli alunni delle classi terze dell'anno scolastico 2018/2019: rendere immortali, restituendo una voce ed identità ai caduti dei comuni di Perego, Rovagnate e Santa Maria Hoè.



Per fare questo hanno provato ad immedesimarsi in alcuni di loro (coadiuvati dai propri docenti e dai ricercatori presso l'archivio di Stato di Como), immaginando di scrivere delle lettere dalle trincee della prima guerra mondiale.
Per prima ha preso la parola l'assessore Ambra Biella a nome dell'amministrazione comunale della Valletta "le testimonianze raccolte e riscritte in questo testo sono emozionanti ed uniche. È significativo per me leggere le storie dei giovani di ieri riscritte dai giovani di oggi e sono curiosa di capire le emozioni e gli insegnamenti che questo viaggio nella memoria ha lasciato agli studenti dell'Istituto".

Il professor Emanuele Fumagalli

 

"Avevano pochi più anni di loro in effetti. È stato un lavoro di scelta della fonti disponibili, un lavoro storiografico e di immedesimazione della mentalità dei giovani di un secolo fa" ha continuato il dirigente scolastico Paolo D'Alvano prima di ringraziare gli studenti e gli insegnanti coinvolti nel progetto.
Il professor Emanuele Fumagalli ha quindi introdotto le letture dei ragazzi: "scrivere per non morire: la frequenza con cui i soldati al fronte scrivevano a casa è la dimostrazione di quanto fosse urgente la necessità di sentirsi ancora vivi".

"Purtroppo noi non abbiamo a disposizione gli scritti che i soldati dei nostri paesi caduti nella prima guerra mondiale hanno inviato ai loro cari. Ecco perchè abbiamo voluto dar loro voce attraverso testi personali interpretati dai ragazzi delle classi terze per non dimenticare tutti loro e per tramandare ai posteri la loro testimonianza".
Hanno descritto le atrocità della guerra attraverso gli occhi di ragazzi dell'epoca, immaginandosi come avrebbero confidato le proprie paure ad una pagina di diario o di come avrebbero potuto chiedere alla madre notizie della famiglia e rassicurare i propri cari.

La classe 3^A ha ricordato attraverso la lettura di Francesca Sala il 23enne Crippa Francesco, originario di Santa Maria Hoè, Caduto il 24 giugno 1915, dopo essere stato colpito da schegge di granata.
L'alunna Colombo Sofia della 3^B ha raccontato la storia del Rovagnatese Angelo Felice, morto per malattia dopo essere rientrato a casa in licenza il 24 aprile 1916, mentre Sveva Pacelli e Viola Lamparelli per i compagni della sezione C hanno parlato mediante delle verosimili lettere destinate ai famigliari di Riva Carlo Enrico della sua morte per broncopolmonite nell'ospedale militare di Pisa nel giugno 1918, dopo essere partito per il fronte dalla sua Santa Maria Hoè. Infine è toccato a Gabriele Gargantini leggere la straziante lettera scritta dai ragazzi di 3^D con cui il soldato Brivio Luigi di Enrico (da Perego) avrebbe potuto salutare i suoi genitori, certo che prima o poi sarebbe arrivata la sua ora. Così fu il 25 maggio del 1917, in seguito ad un grave ferimento.

Il capogruppo del gruppo alpini san Genesio

L'incontro si è concluso con le parole del capogruppo del Gruppo Alpini Monte san Genesio Carlo Brambilla: "la presenza più bella oggi è quella di voi ragazzi: noi associazioni d'Arma vi ringraziamo davvero di cuore per quello che avete fatto. Ci avete permesso di organizzare un'opera che resterà nel tempo".
Ha quindi chiesto ai presenti di elevare un applauso per tutti i Caduti compaesani oggi ricordati "Sono passati cent'anni ma non dobbiamo assolutamente dimenticarli perchè il loro sangue e il loro sacrificio è quello che ci ha permesso come Paese di restare uniti".
F. F.
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