La Valletta, 4 Novembre: alla cerimonia svelata una targa per il Milite Ignoto

I 100 anni dalla tumulazione del Milite Ignoto hanno dato un valore aggiunto alle celebrazioni della Festa dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate tenute dall'Unione dei comuni Lombarda di La Valletta Brianza, che al simbolo dei caduti nella Prima guerra mondiale ha voluto riconoscere la cittadinanza onoraria. A seguito della Santa Messa nella chiesa di San Giorgio Martire a Rovagnate un corteo di cittadini, Autorità (tra cui il Sindaco di Santa Maria Hoè Efrem Brambilla) e militari si è portato in raccoglimento davanti al Monumento ai caduti in piazza Suor Agnese Colombo.




Lì al piccolo Riccardo è stato affidato il compito di disvelare la targa in onore del Milite Ignoto, coperta da un drappo tricolore, poi il corpo bandistico Giuseppe Verdi di Airuno ha eseguito l'Inno di Mameli, mentre la cittadinanza rendeva onore alla Bandiera.

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Una corona d'alloro, benedetta da don Paolo Brambilla, è stata solennemente deposta ai piedi del monumento dal Gruppo Alpini Monte San Genesio e dall'Associazione del Fante della Sezione di Santa Maria Hoè, quindi è toccato all'Assessore Ambra Biella concludere la cerimonia con una riflessione: “Era il 4 novembre 1921 quando all'altare della patria a Roma arrivò e fu tumulato il Milite Ignoto” ha esordito quest'ultima. “La salma, posta su un treno a vapore, partì da Aquileia, attraversò cento città fino all'arrivo nella capitale. Quel viaggio ha ricucito un Paese sì diviso, ma che aveva come comune denominatore il dolore, la perdita ma anche la speranza di ripartenza”.



“Questo aspetto mi ha ricordato un recente passato che tutti noi abbiamo vissuto un anno e mezzo fa: le bare di Bergamo del covid, delle tante persone che ci hanno lasciato. Sono stati i padri, i nonni, gli anziani, testimoni dell'epoca che stiamo commemorando a pagare il prezzo più alto. Per i motivi che noi tutti conosciamo l'anno scorso la cerimonia è stata più raccolta. Oggi abbiamo la fortuna, grazie alla scienza e al senso civico di tutti noi, di poterci ritrovare qui in tanti”.




Infine ha riassunto l'importanza di ricordare e di commemorare i caduti in giornate come queste con una citazione: ““Impariamo dalla storia che non impariamo dalla storia”. Dopo il sacrificio di tanti nella Prima guerra mondiale c'è stato un altro conflitto, e oggi ancora ne perdurano altri. Questa frase impone la grande responsabilità di agire diversamente dal passato”.

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F.F.
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