Verderio, 4 Novembre: corteo, preghiera e omaggio ai Caduti con autorità e associazioni

Sui colori caldi di una fresca domenica autunnale, quest'oggi la comunità di Verderio ha ricordato il 4 Novembre, data in cui si celebra la festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Il corteo - guidato dagli Alpini e dai volontari della Protezione Civile, seguiti dal sindaco e da una rappresentanza dell’Amministrazione - è partito dal Municipio diretto al piazzale della chiesa parrocchiale dei Santi Giuseppe e Floriano dove è stata deposta la prima corona di alloro di fronte al monumento dei Caduti, che proprio quest'anno compie 100 anni dalla sua realizzazione.




Il parroco, don Emanuele Ronco, ha scandito il primo messaggio di speranza: “Siamo qui ad onorare la memoria dei nostri fratelli che hanno versato il loro sangue. Si dice che la storia è maestra di vita, ma a quanti di noi non ha insegnato nulla... E questo lascia profonda amarezza, ma noi dobbiamo continuare a sperare in un mondo migliore. Chissà che i giovani il gelo non li geli tutti ma li faccia crescere come bucaneve. E allora dico a voi quello che Gesù diceva alle sue genti: “Beati i costruttori di pace che sono uomini veri””.

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Dal piazzale il corteo si è rimesso in moto lungo via dei Municipi per raggiungere il Cippo degli Alpini e dell’AIDO. Qui il messaggio di don Emanuele si è riassunto in un ringraziamento da parte di tutta la comunità agli sforzi che compiono le Penne Nere e tutti volontari della Protezione civile mettendosi al servizio del bene comune e intervenendo prontamente in casi di calamità naturali. Ha poi chiuso la predica con un riferimento anche ai donatori, in particolare a Don Carlo Gnocchi che donò le sue cornee a due ragazzi restituendo loro il dono della vista: “Diceva don Gnocchi, i miei occhi non sono i miei ma sono quelli di chi non ci vede e con cui vedo la bellezza del cielo”.




Il sindaco Robertino Manega

Al termine della Santa Messa celebrata da don Emanuele nella parrocchia di Verderio ex Inferiore, si è portata a termine l’ultima parte della celebrazione: la posa della seconda corona di alloro al Monumento dei Caduti di Piazza Annoni. Lì ha preso la parola il primo cittadino, Robertino Manega, invitando a “non dimenticare gli orrori della guerra e il sacrificio delle genti che hanno condotto alla crescita sociale e culturale dell’Italia, fatta di uomini e donne fermi nel perseguire obiettivi e principi che vediamo quotidianamente riconfermati”. Come durante la battaglia contro il virus, ha riferito il sindaco, complimentandosi con i cittadini, perchè “oltre il 95% della popolazione vaccinabile di Verderio si è sottoposta alla prima dose”. Manega ha poi ringraziato tutti i presenti, don Emanuele, le Penne Nere e i volontari della Protezione Civile.




Don Emanuele Ronco

Prima della benedizione del sacerdote, l’alpino Gianpaolo Oggioni ha ricordato che è consuetudine festeggiare queste date insieme agli altri comuni di Paderno e Robbiate. Dato che il 2 giugno si è celebrato a Robbiate, e ieri il 4 novembre a Paderno, la festa della Liberazione del prossimo 25 aprile verrà fatta a Verderio. La mattinata si è chiusa con l’augurio di San Francesco, pregato da don Emanuele, “il quale amava dire a tutti: pace e bene”, e con il canto dell’Inno Nazionale.
F.Fu.
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