Montevecchia: celebrato il 4 Novembre, l'Inno Nazionale intonato da una soprano

Una corona di alloro in memoria dei militari montevecchini morti o dispersi in guerra è stata tributata dinanzi al Monumento ai Caduti situato nello spiazzo esterno al cimitero. La nuova amministrazione comunale, guidata da Ivan Pendeggia, ha ricordato per la prima volta la celebrazione civile dell’Unità nazionale e delle forze armate che ricorre il 4 novembre.




“Questo è il nostro tributo per coloro i quali hanno dato la vita per Montevecchia, ma anche per un ideale più grande, per una grande nazione che è l’Italia” ha dichiarato il sindaco. Pendeggia ha richiamato i concetti di patria e di unità nazionale che, per quanto possano apparire lontani, dovrebbero risuonare nelle coscienze di ciascuno.

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“Oggi non stiamo vivendo un periodo di guerra e nessuno sta mettendo in discussione i nostri confini – ha pronunciato la consigliera Francesca Colombo nel leggere il discorso del sindaco, limitato alla voce da un lieve malanno di stagione – Per questo motivo la Festa dell’Unità nazionale oggi può essere un momento per riflettere su quanto sia importante sentirsi parte di un’unica realtà statale, fatta di italiani che condividano il valore di portare l’Italia con sé in tutto quello che fanno”.




Oltre al primo cittadino e alla consigliera Colombo erano presenti in rappresentanza dell’amministrazione comunale il vice sindaco Davide Blatti, l’assessore Nicoletta Palmieri e il consigliere Luigi Sala. Pendeggia, che ha rivolto anche un pensiero ai militari impegnati nelle missioni all’estero, ha ringraziato la sovrintendente di Polizia locale di Montevecchia Sara Fumagalli. Il momento rituale ha previsto il tributo della corona di alloro da parte dell’alpino Roberto Maggioni e del volontario della parrocchia Giovanni Maggioni. Poi la soprano Elisabetta Piterà ha intonato l’Inno d’Italia.




In ricorrenza dei cento anni dalla tumulazione del Milite Ignoto presso l’Altare della Patria a Roma, il sindaco Pendeggia ha ricordato l’evento storico del passaggio della salma da Aquileia alla capitale, passando attraverso numerose città lungo lo stivale. L’auspicio finale è che non si abbiano a ripetere periodi bellici “bui e crudeli” come nella prima metà del XX secolo.
M.P.
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