La vicenda Endoscopia, ovvero come non rendere attrattivo il san Leopoldo Mandic
Anche il ricorso interno è stato respinto, così Antonio Armellino, responsabile della struttura semplice di Endoscopia digestiva del San Leopoldo Mandic e in servizio presso il reparto dal 2003 non ha potuto prendere parte al concorso svoltosi venerdì per la carica di direttore della struttura complessa di Endoscopia digestiva, in quanto privo di requisiti. Abbiamo chiesto e sollecitato il servizio comunicazioni a fornire le ragioni autentiche del parere negativo espresso dall'ufficio del personale retto dalla dottoressa Ilaria Terzi ma ancora nulla ci è stato spiegato. Non tanto a noi, ovviamente, ma ai tanti che hanno dimostrato piena solidarietà al dottor Armellino. I tre candidati che si sono presentati sono stati ritenuti idonei. Il dottor Nico Pagano, classe 1974 da Milazzo (Messina) ha ottenuto il punteggio più alto, 83,183 seguito dal dottor Alessandro Ettore Redaelli, classe 1970 da Lecco (ora in servizio a Monza e il cui primario era membro di Commissione) con 78,567 e il dottor Francesco Domenico Stillitano, classe 1963 da Reggio Calabria, punteggio 60,893, in servizio presso l'azienda ospedaliera Vimercate-Desio, curiosamente il presidio in cui operava l'attuale primario di Chirurgia del Mandic, dottor Andrea Costanzi. Ora spetta al direttore generale Paolo Favini assegnare l'incarico scegliendo a discrezione uno dei tre idonei. L'attesa è carica di suspence.....!
Certo penalizzare un operatore già in servizio al Mandic da almeno 25 anni, come chirurgo e medico di medicina d'urgenza - per quanto cavillosamente giustificabile, ma questo lo stabilirà il Tar se Armellino vorrà farvi ricorso - non aiuta a rendere più attrattivo il presidio
Noi per salvaguardare un quadro clinico già un po' compromesso evitiamo interviste ai vertici dell'ASST, ma il dovere ci impone di leggere chi ha animo di farle o meglio, di offrirle all'interlocutore nel miglior modo per lui possibile. Perché viceversa la prima domanda da porre sarebbe: caro Direttore generale chi dovrebbe rendere attrattivo l'ospedale? Con tutto il rispetto non pensiamo il personale di portineria, né quello addetto alle pulizie. Forse compete alla Direzione strategica - non casualmente definita tale - predisporre strategie atte a rendere il presidio attrattivo. Diversamente dall'ufficio comunicazioni di Lecco la cui presenza a noi appare superflua, quello di Vimercate guidato dall'ottimo dottor Antonio Urti informa puntualmente su tutte - e sono davvero tante - le iniziative, i nuovi servizi, le prestazioni specialistiche e così via che la Direzione strategica presieduta da Marco Trivelli promuove per rendere attrattivi i presidi aziendali di Vimercate, Desio, Carate, Seregno e Giussano; ciascuno con una peculiarità che lo rende più attrattivo rispetto alle altre strutture dell'Azienda.
Altre domande interessanti: come è stato possibile per la Chirurgia perdere il 50% degli interventi in elezione, Covid a parte? Eppure il dottor Costanzi, neo primario è stato "scelto" - dopo apposito concorso ovviamente - dallo stesso Dg Favini, ritenendo fosse lui stesso attrattivo. Non è così? O soltanto l'ASST di Lecco soffre cronicamente della mancanza di anestesisti?
E la Ginecologia-Ostetricia - sicuramente uno dei reparti più apprezzati dall'utenza ospedaliera - è favorita nella sua attività o, al contrario, come appare, è ostacolata? E come si fa a dire che il punto nascite è morente quando, nonostante tutte le disposizioni atte a favorire il reparto di Lecco, diretto da Antonio Pellegrino, sotto la supervisione del capodipartimento Materno-Infantile Roberto Bellù , si sono superati i 400 parti pur avendo perso parte dell'utenza dell'altra sponda dell'Adda a causa dei problemi al ponte?
Per chiudere perché negli altri presidi anche del vimercatese la Psichiatria funziona e al Mandic è stata chiusa e buonanotte? E la Chirurgia pediatrica? E l'Ortopedia pediatrica? Due eccellenze con Marco Bernardi e Cristina Viganò. E l'Otorinolaringoiatria ormai ridotta a livello di ambulatorio?
Per favore Eugenio Mascheroni, Antonio Conrater, Marco Molgora, Battista Albani (e pure Perego e Massironi), Valter Motta, Antonio Colombo fate come Napolitano (e forse come farà Mattarella), tornate in servizio quanto prima, al diavolo l'età. Questa nuova generazione non conosce la storia, fatica a comprendere il presente e più che alla missione punta al proprio status.
E questo per tutto il territorio è un guaio, un grosso guaio.
Claudio Brambilla