Lomagna: per diffamazione e molestie, se la cava con 500 €

La versione resa dall'imputato per nulla collima con quella della querelante, a sua volta caduta più volte in contraddizione, in Aula, anche rispetto al contenuto delle denunce presentate nel tempo e alle dichiarazioni rese poi dal marito. Ma come lasciato intendere dal giudice durante l'esame dell'imputato, annessi e connessi in questa vicenda poco spostano rispetto al capo d'imputazione, circostanziato, formulato a carico di Salvatore F. - classe 1959, nativo di Portici ma residente a Lecco - a processo per "Diffamazione" e "Disturbo o molestie alle persone".

Se abbia avuto una relazione con la sua denunciante - una madre di famiglia residente a Lomagna - come da lui sostenuto, facendosi spillare dalla stessa soldi per ben otto anni o se come detto invece dalla donna, la loro amicizia si sarebbe incrinata per la gelosia di lui verso un parente arrivando poi a farle piazzate in continuo, dunque, poco sposta rispetto al nocciolo della questione e dunque rispetto a quelle affermazioni circa la sfera sessuale della donna contestate al lecchese e agli innumerevoli tentativi di contatto messi in atto da lui - tramite chiamate e messaggi - verso l'utenza telefonica di lei. "Tutto il condominio lo sa" aveva sostenuto la donna circa la voce - a suo dire infondata - messa in giro dall'uomo che le avrebbe dato della prostituta. A dibattimento non è emersa la prova di quando e dove Salvatore F. avrebbe pronunciato, in assenza della denunciante, la frase incriminata. Da qui l'assoluzione sancita dal giudice, senza perdersi troppo in quisquiglie. Non perdonato invece dal dr. Paolo Salvatore il "fuoco di fila di telefonate e messaggi", in parte del resto ammesso anche dall'imputato stesso rendendo esame, pur sostenendo di aver provato a contattare la donna dopo che la stessa gli aveva promesso, a fronte di dazioni di denaro, di ritirare una delle querele sporte a suo carico. 500 euro d'ammenda, la pena irrogata a carico del lecchese (difeso dell'avvocato Elda Leonardi). Il giudice ha altresì condannato il 62enne al pagamento di un risarcimento quantificato in altri 500 euro nei confronti della persona offesa - costituita parte civile per il tramite dell'avvocato Francesca Allegra - nonché al pagamento delle spese processuali. Nei suoi confronti la pubblica accusa, sostenuta dal vpo Caterina Scarselli, aveva chiesto l'assoluzione in toto.



Articoli correlati
A. M.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.