Merate incontra l'autore/5: ''Delitto in canonica'' di Ambrogio Andreotti chiude la rassegna
Si è chiusa nel grigio pomeriggio di sabato 30 ottobre la rassegna 'Merate incontra l'autore', il ciclo di appuntamenti che ha portato nella sala della biblioteca civica A.Manzoni cinque autori e autrici locali e i loro romanzi. L'ultimo incontro è stato con lo scrittore classe '54 Ambrogio Andreotti, originario di Morbegno ma residente a Paderno d'Adda.
Contrariamente a 'Un letto a tre piazze', che si concentra appunto sugli anni di storia della famiglia del protagonista e altri personaggi, raccontando aneddoti e dipingendo con attenzione l'Italia di quegli anni, 'Delitto in canonica' è un appassionante thriller - ambientato tra Lecco, Valtellina, Friuli, Romagna e Solvenia tra il '73 e il '74 - in cui il colonnello Poletti, che nella vita è un avvocato, si ritrova a dover difendere don Sante Arnone, finito in cima alla lista dei sospettati per l'omicidio della bella governante Erica, rinvenuta morta all'interno di una canonica dell'alta Valtellina. Sarà solo grazie a Antonio, un ragazzo che ha lavorato nella bottega di famiglia del colonnello Poletti, che si farà luce sul mistero e si scoprirà chi è stato a uccidere realmente la governante.
Un discorso differente invece per la storia alla base di 'Delitto in canonica'. Il 'vero' colonnello Poletti infatti, ha spiegato Andreotti, si è trovato sul serio ad avere a che fare con un fatto simile, ma non è quello raccontato. La trama trova spunto in un altro fatto sempre realmente accaduto: l'omicidio di una perpetua avvenuto all'interno di una canonica in Val d'Ultimo nel 1973, per cui venne accusato il sacerdote don Josef Steinkasserer. Già la scrittrice sudtirolese Maria Luise Maure scrisse il romanzo 'Il cappello nero' ispirandosi a questa storia e appassionandosi moltissimo alle indagini.
Per il capitolo conclusivo della trilogia avente come protagonisti Antonio, il colonnello Poletti e la sua famiglia - 'Spietati. La vendetta del Sangue' -, Andreotti si è ispirato alle storie che si raccontano riguardo a una villa di Palazzolo dello Stella (Friuli), secondo cui la casa sarebbe infestata dagli spiriti. Nulla a che vedere invece con i lavori precedenti il quarto romanzo di Andreotti, attualmente ancora in fase di scrittura, che sarà ambientato a Napoli e racconterà di un altro personaggio realmente esistito e che il disegnatore/scrittore padernese ha avuto occasione di conoscere nel corso della sua vita.
Quello presentato da Andreotti è stato 'Delitto in canonica', il suo secondo romanzo, pubblicato per PlaceBook nel maggio del 2021. Il libro si inserisce al centro di una trilogia iniziata nel 2020 con 'Un letto a tre piazze', un'appassionante storia che racconta le vicende della famiglia del colonnello Giovanni Poletti dagli anni Venti del Novecento fino agli anni Sessanta, e chiusa da 'Spietati. La vendetta del sangue', uscito proprio settimana scorsa sempre per la medesima casa editrice.
La storie, ha spiegato Andreotti, sono tutte a loro modo vere. Ambrogio infatti nella vita era un disegnatore e per lavoro ha viaggiato per tutta Italia e conosciuto molte persone. Tre anni fa, arrivato il momento della pensione, ha deciso di poggiare la matita con cui per anni ha lavorato e impugnare una penna per iniziare a scrivere storie vere, di uomini e famiglie realmente esistite. Il colonnello Poletti, ha raccontato, è esistito, ovviamente non era questo il suo nome, e lui ha avuto modo di conoscerlo, parlarci e frequentare sia lui che la sua famiglia, che altro non è che la famiglia descritta nel romanzo 'Un letto a tre piazze'. "Persino il letto a tre piazze ho avuto modo di vedere nella villa che nel romanzo ho scritto trovarsi a Varenna, ma che in realtà si trova altrove".
Alla verosimiglianza e alla veridicità delle storie di Andreotti si aggiunge il suo stile, che lui stesso ha definito "facile e scorrevole", e la sua cura per i dettagli a livello storico, geografico, ma soprattutto gastronomico. Molti i piatti tipici delle zone citate che lo scrittore ha voluto ricordare, come i pizzoccheri e i taroz valtellinesi. Un'attenzione particolare rivolta anche alle auto dell'epoca, come l'Alfa Romeo Pescara Spider del colonnello Poletti.
E.Ma.