Comodamente sedute/18: la piadina che si indigna e il vero significato delle parole

A casa nostra la piadina una volta alla settimana non manca mai.
E’ un piatto unico che accontenta tutti, colora la giornata, e mette di buonumore.
Di solito noi la farciamo con affettato a scelta, mozzarella o squacquerone, pomodori, insalata e a chi piace, un po’ di maionese.
Quando ho voglia di sorprendere i miei figli però, cambio ripieno e ne preparo uno speciale che ho elaborato traendo spunto da altre ricette.
Ho creato un misto tra lo Sloppy Joe e il Chili e l’ho chiamato Sloppy Giò (che sta per Giovanna)

Ingredienti per 4 o 5 piadine
1 cipolla o se non vi piace anche uno scalogno
Olio
Un peperone giallo o rosso
500 gr. di carne trita
Sale
Una bottiglia di salsa di pomodoro
Zucchero di canna un cucchiaino
Salse che avete in casa: ketchup, salsa barbecue, senape, salsa Worcester
Aromi, quelli che vi piacciono: curry, peperoncino
Una scatola di fagioli
Una scatola di mais

Preparate un soffritto con la cipolla e l’olio, aggiungete il peperone tagliato molto sottile e dopo qualche minuto la carne trita, fateli tostare bene, aggiungendo un goccio di vino bianco e poi la passata di pomodoro come per preparare un ragù. Io aggiungo anche un po’ di acqua calda di solito. Salate e aggiungete lo zucchero di canna e tutti i sapori che vi piacciono. Cottura per un’oretta a fuoco lento, quindi aggiungete i fagioli e il mais e lasciate cuocere ancora un po’, diciamo fino a quando il tutto non diventa piuttosto ristretto (essendo un ripieno per piadina non deve essere troppo liquido). Scaldate bene la piadina e adagiate lo Sloppy Giò ancora caldo.  
E’ un piatto che diverte, si dimenticano le regole del bon ton e ci si sporca facilmente la bocca, ma credetemi se vi dico che è un’esperienza fantastica. L’insieme di sapori che si sprigiona in bocca è davvero appetitoso!
Quando preparo questo ripieno, tuttavia la mia piadina si indigna, perché manco di rispetto alla sua origine e alla sua tradizione, mettendo in discussione la sua assoluta convinzione (errata) di essere appetitosa soltanto con il classico affettato.
Io la trovo un’indignazione ingiustificata, nata dall’incapacità di guardare oltre i pregiudizi e di aprirsi a nuovi sapori.
Preparare questo piatto mi ha fatto pensare all’uso e all’abuso che anche a noi spesso capita di fare di questa parola dal profondo significato.

Indignazione:
stato dell’animo indignato,
risentimento vivo soprattutto per cosa che offende il senso di umanità, di giustizia e la coscienza morale.

Questa parola ha perduto secondo me un po’ del suo significato più autentico. Spesso ci indigniamo per motivi banali, perché siamo diventati un po’ insofferenti a tutto e basta poco per irritarci.
Ho visto gente indignarsi per i capricci di un bambino, per un auto male parcheggiata, per un abbigliamento o un colore di capelli incompatibili con i loro gusti, per i politici inconcludenti, i calciatori super pagati e gli attori che non riescono a tenere insieme una famiglia.
Giovanna Biollo Fumagalli
Ma di indignazione non dobbiamo esagerare, perché è un nobile sentimento che nasce davanti al non degno, e non ha nulla a che vedere con la delusione, la rabbia e il disprezzo.
L’autentica indignazione nasce dentro di noi quando ci troviamo di fronte a un fatto o una situazione che reputiamo profondamente ingiusta.
Io mi indigno di fronte alla pena di morte, alla violenza nei confronti di esseri umani e animali, all’ingiustizia in ogni sua espressione e all’ipocrisia di chi crede che basti quella per cavarsela in ogni situazione.
È fondamentale avere ogni giorno una valida ragione per indignarci, perché in questo modo tiriamo fuori la nostra parte più agguerrita, scuotiamo la nostra coscienza, desideriamo davvero cambiare le cose, e l’indignazione si trasforma in virtù.
“Quando qualcosa ci indigna allora diventiamo militanti, forti e impegnati”
STÉPHANE HESSEL
Ma se l’indignazione è generata dal pregiudizio, dal pettegolezzo, da luoghi comuni, lascia il tempo che trova, non fa crescere e non ci rende persone migliori.
“L’indignazione fa così presto a logorarsi che andrebbe tenuta da parte e riservata solo per le ingiustizie di fondo”.
SAUL BELLOW
Io mi indigno per chi si indigna senza fondate ragioni.
Un po’ come la mia piadina insomma.
E voi per cosa vi indignate?
Ma soprattutto con cosa farcite la vostra piadina?
E se non volete perdere nemmeno un articolo di questo blog, venite a trovarmi: www.comodamentesedute.com
Rubrica a cura di Giovanna Fumagalli Biollo
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