Comodamente sedute/17: un viaggio in 4 tappe sulla Via Francisca per ... ritrovarsi

Giovanna Biollo
Buongiorno care amiche,
se non avete ancora deciso come trascorrere i giorni del bellissimo ponte del 1 Novembre che sta arrivando, e siete alla ricerca di un'esperienza veramente speciale, approfittando della temperatura ancora mite, vi consiglio di cimentarvi in un breve cammino in solitaria o in compagnia. Io l'ho affrontato alla fine di Agosto e prima che l'esperienza diventi ricordo, desidero condividerlo, perché raccontandolo io possa anche solo un poco suscitare in ciascuna di voi, il desiderio e il coraggio di mettervi in cammino, di misurarvi con i vostri limiti, di sfidare le vostre paure e le vostre debolezze, perché alla fine, noi possiamo essere il più grande ostacolo verso noi stesse oppure la più grande forza.

LA VIA FRANCISCA

La Via Francisca del Lucomagno è lunga 510 km, di cui 135 in Italia. Il tracciato è ben segnalato e in sicurezza e può essere percorsa da chiunque durante tutto l'anno, a piedi o in bicicletta, non serve allenamento, basta avere la passione del cammino. Il percorso è diviso 8 tappe ricche di cultura, natura e arte e lungo tutta la via si possono trovare diverse accoglienze. Prepararsi al cammino è semplice, bastano pochi accorgimenti ben descritti sul sito https://www.laviafrancisca.org/ e la credenziale.

E'possibile percorrerlo tutto da Lavena Ponte Tresa a Pavia oppure, se si ha soltanto un weekend a disposizione o non si possiede esperienza di lunghi cammini si può optare per una delle proposte per due giorni. Molto utili e preziose l'app dedicata al percorso da scaricare sullo smartphone e la guida cartacea edita da Terre di mezzo.

Io ho percorso le prime quattro tappe e se avete voglia di leggermi, ve le racconto.

1 TAPPA: LAVENA PONTE TRESA - GANNA KM 14,2

L'ENTUSIASMO

Questa prima tappa è immersa nella natura. Parte da Lavena Ponte Tresa e costeggia il lago di Lugano fino al centro del paese per poi entrare dolcemente in mezzo ai boschi fino ad arrivare alla bellissima Badia di San Gemolo dove termina la prima tappa.

Questo è il giorno in cui mi sono sentita più forte, determinata e fiera di me. Sono partita la mattina con il mio zaino in spalla, ho preso due treni e un pullman per arrivare al punto di partenza del mio cammino ed ero carichissima di emozioni ed entusiasmo. Di quel giorno ricordo lo stupore per la bellezza dei paesaggi che mi circondavano, e la gioia di stare realizzando un sogno cullato a lungo. La sera, splendida accoglienza del proprietario all'albergo Trerisotti dove ho anche cenato.

2 TAPPA: GANNA - VARESE 18,8 KM

LA CONSAPEVOLEZZA

La seconda tappa della Via Francisca ha come obiettivo uno dei luoghi più incantevoli della provincia di Varese: il Sacro Monte. La Via Sacra del Sacro Monte di Varese è un ampio viale acciottolato che sale per più due chilometri fino a raggiungere il Santuario di Santa Maria svolgendo un cammino scandito da quattordici cappelle dedicate ai Misteri del Rosario. Il Sacro Monte di Varese è bene Unesco dal 2003.

Questa tappa mi ha letteralmente lasciato senza fiato per la sua bellezza e per la sua faticosa salita.

Mentre la percorrevo, il mio obiettivo era camminare senza fretta di arrivare alla meta, perché il cammino stesso era per me un grande traguardo. Così mi sono concessa una sosta preziosa ad ogni cappella per scattare qualche foto e rivolgere un pensiero alle persone care della mia vita.

Grata alla signora Adriana del B&B villa Adriana per la camera confortevole e molto graziosa che mi ha messo a disposizione, per il suo sorriso cordiale e sincero, per il suo gatto bellissimo che mi ha fatto sentire a casa.

3 TAPPA: VARESE - CASTIGLIONE OLONA KM 14,8

LO SCORAGGIAMENTO

La terza tappa della Via Francisca mi ha portato a scoprire nuove aree verdi. Partendo dal centro di Varese ho attraversato la città raggiungendo prima Capolago, poi Gazzada, Morazzone per arrivare alla bellissima Castiglione Olona.

Questa è stata in assoluto la tappa più faticosa.

Il peso dello zaino non mi ha dato tregua un solo istante e la stanchezza dei km percorsi implorava di essere considerata. Il mio corpo cercava un riposo che non ero ancora pronta a concedere.

Quel giorno ho sbagliato strada due volte macinando km supplementari e il b&b che avevo prenotato distava a un'ora di cammino dall'arrivo della tappa.

Vi dico la verità, ho creduto di non farcela. E' stato il punto più alto dello scoraggiamento.

Poi al mio arrivo al b&b Morazzone, ho trovato ad accogliermi il signor Beppe, il proprietario, grande camminatore da sempre, che ha consolato la mia stanchezza con un'ottima cena e un sonno ristoratore.

4 TAPPA: CASTIGLIONE OLONA -CASTELLANZA KM 20,7

LA DETERMINAZIONE

La quarta tappa della Via Francisca si è svolta completamente lungo il vecchio tracciato ferroviario che da Castiglione Olona segue il fiume fino a Cairate. Al termine ho preso il treno e fatto ritorno a casa.

Mille pensieri per la testa, e nel cuore un milione di sentimenti, primo fra tutti la gratitudine.

Grata ai miei bastoncini da trekking che mi hanno tenuto costantemente compagnia evitandomi cadute rovinose e inciampi pericolosi. Grata alle mie gambe che mi hanno sorretta senza tradirmi fino all'ultimo. Grata al mio zaino e al suo peso, che mi ha fatto pensare che il cammino alla fine, è un po' come la vita, e quel peso che ci portiamo sulle spalle del quale faremmo volentieri a meno certi giorni, per viaggiare leggeri, altro non è che l' esperienza preziosa che ci risparmia qualche scivolone doloroso. Ma la consapevolezza più grande che mi ha spalancato il cuore è che ho scoperto che abbiamo una forza dentro di noi, e anche quando crediamo di averla completamente esaurita come di incanto ne salta fuori altra e altra ancora, ed è con quella forza li che troveremo sempre il coraggio di andare avanti, nonostante tutto.

La vera casa dell'uomo non è una casa, è la strada.
La vita stessa è un viaggio da fare a piedi.

Bruce Chatwin


Vi auguro una buona domenica e se volete passare a salutarmi, vi aspetto come sempre nel mio blog www.comodamentesedute.com

Rubrica a cura di Giovanna Fumagalli Biollo
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