Un anno di incertezze e anche di paure

Un anno di incertezze e non nascondo anche di paure.

Una profonda amarezza rimane dopo aver sfogliato le carte del fascicolo messo assieme dagli investigatori. In apparenza un copioso lavoro, nella sostanza pochi approfondimenti anche laddove forse qualcosa di interessante poteva essere sviluppato. Tante immagini di gente comune al distributore di benzina per riempire una mezza tanica per il tagliaerba. Ma chi l'ha detto che è stata usata la benzina per incendiare due nostre autovetture alle 20 del 12 ottobre 2020?

Nessuno, perché nemmeno il tipo di innesco è stato individuato. Generici i vigili del fuoco che scrivono sul verbale di incendio normale (generico) di probabile origine dolosa; poco curiosi i Pubblici Ministeri - almeno tre - dalle cui mani è passato il fascicolo; non competenti in materia i carabinieri. Insomma con che cosa abbiano incendiato le nostre macchine nessuno l'ha scoperto.

Lo so, sembra incredibile, eppure è così. Due auto di giornalisti date alle fiamme, il rischio di esplosioni se si fossero propagate alle condutture del gas e alle vicine case e nessuno sa con che cosa è stato innescato l'incendio.

E, ovviamente, meno che mai chi possa essere stato. Un fallimento totale dell'attività investigativa. Attività non priva di errori, basti pensare che una chiamata giunta al cellulare intercettato (sì perché i soli intercettati sono state le vittime dell'attentato) partita da via Lombardia di Merate è stata collocata in una cella telefonica di Ronco Briantino. Finire nei guai, così, è un rischio molto elevato oggi.

E ora, un anno dopo l'ultimo Pm che ha ereditato il fascicolo ha pensato bene di chiedere l'archiviazione del caso. Non è successo nulla. Si possono minacciare i giornalisti, Dare fuoco alle loro auto a Merate non nella Locride. Si possono colpire quelli scomodi che scrivono di mafia. Che tanto non succede nulla.

A partire dalla Prefettura, qualche riflessione andrebbe fatta.

Forse per i cosiddetti investigatori la vicenda è chiusa. Per me no, quel 12 ottobre 2020 con le fiamme alte diversi metri che divoravano le auto non lo dimenticherò mai.

Luisa Biella
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