12 ottobre 2020, ore 20, mani ignote incendiano due auto di giornalisti. Un anno dopo zero risultati e archiviazione
Avevo scritto che se nelle 48 ore successive nulla fosse emerso gli incendiari sarebbero rimasti sconosciuti. Ci furono battute su questa affermazioni definita da telefilm e invece la realtà l'ha confermata.
Non parlerò dell'attività investigativa. E nemmeno della drammatica situazione in cui versa la Procura della Repubblica di Lecco che ha visto il fascicolo transitare da un Pm all'altro fino all'ultimo che ne ha chiesto l'archiviazione.
La fiducia è già a un livello bassissimo per infierire.
Mi limito a riscontrare la grande differenza di comportamento tra le Autorità civili e quelli militari più in generale rappresentanti delle forze dell'ordine. In un anno mentre tutti i sindaci della Brianza meratese-casatese hanno inviato per iscritto la loro solidarietà per il gravissimo attentato all'informazione libera nessun esponente delle forze dell'ordine locale o provinciale si è sentito in dovere di fare almeno una telefonata di cortesia, giusto per sapere se si fossero verificati altri fatti preoccupanti.
Un disinteresse che lascia senza parole nonostante che l'incendio alle due autovetture sia stato il fatto più grave sinora accaduto, ben più grave di qualche minaccia scritta ad altri valenti colleghi. Qui si è passati alle vie di fatto.
E nonostante ciò siamo stati abbandonati a noi stessi. Ignorati.
E pensare che S.E. il Prefetto è stato a lungo un collega e ben conosce quindi le difficoltà a muoversi in un ambiente ristretto, spesso ostile per il solo fatto di scrivere cose non gradite.
Si va avanti.
Ora sarà un Gip a decidere se archiviare o meno la vicenda. Se deciderà di prorogare le indagini dovrà però affidarle a altri investigatori. Più attrezzati ad affrontare attentati di matrice politico-mafiosa.