90 anni di storia tra sacrifici e spirito di fraternità degli alpini del Monte San Genesio

Il gruppo Alpini Monte San Genesio ha festeggiato domenica 10 ottobre, con circa un anno di ritardo a causa della pandemia, i novant'anni della sua fondazione, avvenuta nel 1930. Per l'occasione si è pensato di ripercorrere la storia del gruppo sin dagli albori della sua costituzione, nell'estate del 1930, quando si contavano 100 soci iscritti, abitanti delle pendici del Monte San Genesio, al quale deve il suo nome.

 

La signora Maria Mauri vedova Fumagalli, moglie del fondatore Danilo De Capitani, capogruppo scoprono il monumento

Il monumento in un'immagine del 1964 e in uno scatto del 2014


Il fondatore, mente e anima del gruppo, fu il Maggiore Alessandro Fumagalli, che si spese in maniera attenta e premurosa al suo sviluppo e organizzazione sino al 1952. Un gruppo che nel corso dei decenni subì una serie di scissioni interne: nel 1938 gli alpini residenti nel comune di Olgiate Calco si staccarono dal San Genesio e formarono una sezione autonoma (Alpini di Olgiate Calco). Lo stesso accadde vent'anni dopo la fondazione, nel 1950, con i comuni di Castello e Colle Brianza, che diedero vita, a loro volta, al Gruppo Alpini di Castello di Brianza e al Gruppo del Campanone.

Adunata Alpini della Bassa Brianza (2016)

Una piccola rappresentanza del gruppo al Pian delle Betulle

Altra figura cardine che fece seguito a Fumagalli, per il decennio dal '52 al '62, fu Luigi Agostoni che si fece promotore per realizzare un monumento - un'aquila sorretta da due colonne in granito - in ricordo degli alpini caduti, insieme a morti di tutte le guerre. L'opera però non venne portata a compimento a causa di due gravi incidenti avvenuti nel corso dei lavori, che costarono la vita all'alpino Giorgio Perego e ferirono Giuseppe Colombo.

Ricordo di due prigionieri alla Baita Pessina, di Giovenzana (2017)

Il progetto venne dunque momentaneamente accantonato fino al 1962 con l'elezione del capogruppo Danilo De Capitani, che portò nuovamente in auge l'idea del monumento ma con un progetto nuovo che venne affidato allo scultore Caslini di Carate Brianza, e inaugurato due anni più tardi, nel 1964, raffigurante un alpino in armi dallo sguardo fiero, che ha alle sue spalle le colline brianzole dalle quali emerge proprio il monte San Genesio. Il monumento si può ammirare tutt'oggi a Santa Maria Hoè, alla confluenza della strada che da Tremonte porta a Hoè con quella che porta a Rovagnate.

 

Foto di repertorio del 2010


Tra il 1969 e il 1978 venne nominato capogruppo il tenente Franco Panzeri, poi, dal 1978 fino ai primi anni novanta, assunse la guida del gruppo il sergente Silvestro Lavelli, al quale si deve la realizzazione un progetto molto ambizioso: la costruzione della nuova "economica" sede sociale di viale Lombardia a Santa Maria Hoè, che venne inaugurata nel settembre del 1994, e divenne un luogo da dedicare a convivi, incontri e manifestazioni. Oggi è la sede del gruppo e proprio nel 2019 si sono festeggiati i 25 anni dalla sua inaugurazione.

L'attuale capogruppo e alpino Carlo Brambilla


Sempre nel 1994 il nuovo capogruppo fu l'alpino Antonio Spreafico che mantenne l'incarico fino al 2010 quando a succedergli fu Carlo Brambilla che è tutt'oggi alla testa degli alpini San Genesio.

25° anniversario della baita, sede degli alpini (2019)


Celebrazioni del 4 novembre 2019

Adunata: parte del gruppo alpini San Genesio


Un'altra iniziativa degna di nota, avvenne nel giugno del 1986, con l'ideazione della Festa del Tricolore. In quell'occasione gli alpini donarono la bandiera agli alunni della scuola media statale consortile "Don Piero Pointinger", di Rovagnate, Perego, Santa Maria Hoè, Colle Brianza e Castello Brianza. Alla cerimonia parteciparono anche le autorità cittadine del Consorzio, il Preside, il corpo insegnanti e gli alunni, insieme a una folta rappresentanza di alpini. Proprio nel corso della manifestazione a prendere la parola fu il tenente Franco Panzeri, che pronunciò il seguente discorso: "Gli alpini sono di poche parole, ma qualche parola da dire ce l'hanno pure loro, e soprattutto in una circostanza come questa. Fuori da ogni retorica consegnare una Bandiera, la Bandiera, alle scuole materna, elementare e media, è un fatto e non certo soltanto coreografico. Per noi Alpini donare una bandiera ai fanciulli e ai ragazzi, pretendiamo che abbia questo preciso significato: affidare loro una "consegna", cioè, in termini meno militari, un incarico da assolvere con grande dignità e con alta coscienza".

Il gesto della consegna ha racchiuso un significato importante per gli alpini che si é tradotto nel soddisfare fondamentalmente tre impegni: la fraternità autentica, il sacrificio e la costruzione di un mondo di pace partendo soprattutto da quello che può fare ognuno noi, cioè le cose più semplici e quotidiane.

F.Fu.
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