Merate, Robbiani: il Piano di gestione della Riserva Lago è un insieme di regole per la fruizione rispettosa della biodiversità

Andrea Ambrogio Robbiani è un veterano dell'Aula consigliare. Di lui anche i muri della sala Zappa di Villa Confalonieri ricordano le autentiche aggressioni verbali, acute, dialetticamente curate, in genere con cognizione di causa ai danni della Giunta guidata da Giovanni Battista Albani, tra il 2004 e il 2009 a capo del gruppo leghista. La fede nel Carroccio è antica, tra le più antiche rispetto a quanti si sono poi affacciati alla ribalta politica. Di fronte a lui, ma dalla parte della maggioranza c'era un giovanissimo consigliere di Sartirana, Roberto Perego, record di preferenze nonostante fosse alla sua prima candidatura. Anche allora i due incrociarono le lame, sia pure con minor vigore rispetto a oggi. Perché appare evidente che da un lato a trascinare "Cambia Merate" è spesso l'avvocato Perego e dall'altro, stante l'inesperienza del capogruppo Paolo Centemero, è proprio l'assessore all'ecologia e innovazione Andrea Robbiani, non sempre in sintonia col sindaco e sodale di partito Massimo Augusto Panzeri. Anche sul Piano di gestione della Riserva a scontrarsi sono stati Robbiani e Perego, con lucida determinazione. Ora il Piano è adottato e nel giro di 120 giorni potrebbe essere approvato. Dentro c'è tutto quello che occorre sapere di quell'angolo bellissimo e triste al tempo stesso della nostra città. Vediamo dunque di conoscere almeno gli aspetti essenziali di questo nuovo Piano, proprio con l'assessore Robbiani.

Andrea Robbiani


 
Quando e perché è emersa la necessità di riscrivere il Piano di gestione della Riserva?

La necessità di rivedere il piano in forma integrata, è emersa sin dai primi mesi del mio insediamento, quando si iniziò a parlare dei progetti di bonifica dello specchio lacustre. D'altro canto, l'attuale piano è del 2011 ed era arrivato comunque il momento di rivederlo per definire con precisione le azioni di medio e lungo periodo che si dovranno attuare nei prossimi dieci anni, con una focalizzazione particolare sul ripopolamento della specie autoctone e, ripeto, sul risanamento delle acque.




Come si è giunti alla stesura finale?

E' stato un lungo percorso, iniziato alla fine del 2020 che ha visto il consiglio di gestione della riserva operare con Idrogea (la società a cui è stata commissionata la stesura del piano integrato),  per definirne i contenuti, partendo dal documento di "scoping". Si è poi, in un secondo momento, passati all'analisi delle osservazioni pervenute, alcune delle quali ritenute pertinenti in sede di consiglio di gestione e quindi integrate nel documento.







Ritiene che le restrizioni adottate siano in definitiva meno rigide di quelle contenute nel piano tuttora vigente?

Io non parlerei di restrizioni ma di regole per la fruizione controllata. Dato che stiamo parlando di una ZSC (Zona Speciale di Conservazione), è evidente che si debba prevedere una serie di regole il cui rispetto è semplicemente finalizzato alla protezione e preservazione dell'habitat nel suo complesso, con particolare attenzione alle specie animali. Sicuramente il nuovo piano adotta regole di buon senso e per certi versi meno restrittive. Sin dalla prima stesura, era già previsto ad esempio l'accesso libero tutto l'anno nell'area che va dalla passerella del capanno di osservazione, sino al bagnolo, consentendo anche la pesca, cosa che con l'attuale regolamento non è prevista. 
 



In seno al Consiglio della Riserva si è convenuto sul nuovo testo oppure è rimasto il dissenso?

Intanto è bene precisare che il consiglio di gestione della Riserva ha un ruolo consultivo e non esecutivo, precisazione necessaria per chiarire ai lettori, magari non avvezzi alla gestione di aree protette, che l'ultima parola spetta sempre e comunque all'ente gestore, in questo caso il Comune di Merate. Per rispondere è chiaro che in un consiglio nel quale sono presenti associazioni ambientaliste, rappresentanti dei parchi, rappresentanti delle associazioni di pescatori, consiglieri comunali, è complicato trovare sintesi fra posizioni per loro natura spesso divergenti.  Alla fine, credo che sia emerso un diffuso senso di responsabilità verso un luogo che è un patrimonio collettivo per il quale tutti devono, ciascuno per i propri ambiti, fare un passo indietro rispetto ai propri interessi ed un passo avanti verso la preservazione del luogo.




Come giudica la raccolta firme avviata su iniziativa dell'ex sindaco Andrea Massironi?

Legittima, come tutte le manifestazioni democratiche. Tuttavia, stupisce che avendo lui svolto il ruolo di Sindaco nella scorsa consigliatura e potendo quindi decidere di redigere il piano integrato (la norma regionale lo consente dal 2015), non abbia in realtà mosso alcun passo in questo senso, così come non vi sia stato nessun genere di interesse verso il tema della bonifica delle acque. Così come stupisce, visto il suo trascorso di assessore esterno nella mia giunta, la totale mancanza di un contatto diretto con me, per confrontarci in maniera aperta su temi che poi sono diventati oggetto della raccolta firme, alcuni dei quali, tra l'altro, irricevibili a prescindere, poiché non in linea con la normativa.



Molti osservatori sono convinti che le minori rigidità siano proprio dovute all'ondata di firme, oltre mille, raccolte in un mese dal comitato che ha coinvolto un gran numero di residenti a Sartirana e Cassina. Lei che ne pensa?

Ognuno ha diritto di pensare come preferisce.  Le osservazioni sono state tutte vagliate, come da prassi, dall'estensore del piano e, se pertinenti, sono state recepite, indipendentemente fossero presentate da un singolo cittadino, da una associazione, o da una raccolta firme.




Dia un giudizio complessivo del lungo lavoro fatto per arrivare in Aula l'altra sera.

Il giudizio è sicuramente positivo e come ho detto in aula, con l'adozione da parte dell'ente gestore e con la successiva approvazione in sede di giunta regionale, non concludiamo un percorso ma in realtà ne iniziamo uno molto articolato e complesso che vedrà interventi di vario genere, che nel corso degli anni andranno in attuazione,  in particolar modo quelli legati al risanamento delle acque. Vorrei ricordare che siamo la prima amministrazione, che investe 500mila euro per realizzare un immissario artificiale (nei prossimi giorni inizieranno i lavori del pozzo esplorativo) e ha in previsione un piano di circa 3 milioni per l'eliminazione del sedimento contaminato da fosforo e da altre sostanze nocive. Un progetto questo, davvero molto complesso, ma che personalmente ritengo necessario se vogliamo evitare in futuro, morie di pesci o la proliferazione estiva dei cianobatteri.



Corrisponde al vero che le assenze di peso come quelle dell'assessore Procopio e del presidente di commissione Tamandi siano causate da un dissenso rispetto al testo o al modo con cui si è giunti a portarlo in Aula?

Non credo: il consigliere Tamandi aveva già informato che il 27 non ci sarebbe stato e poi comunque lui è membro del consiglio di gestione della Riserva e come tale ha contribuito alla realizzazione del documento condividendone i contenuti. Sarebbe quanto meno singolare credere che non lo condivida. L'assessore Procopio era assente per motivi di lavoro (si trovava nelle Marche). Francamente se ogni volta che c'è una assenza si deve fare della dietrologia, allora non se ne esce più.  Stupisce invece come sia passata sottotraccia la spaccatura (quella si, vera), del gruppo di minoranza che ha votato l'adozione del piano con il voto di astensione del consigliere Perego. A parti invertite avremmo visto titoloni a caratteri cubitali e invece la cosa, stranamente è passata liscia come l'olio.




Gli attestati di stima di Alessandro Pozzi sicuramente Le hanno fatto piacere. Ma come li valuta dal punto di vista strettamente politico?

Pozzi ha svolto un ruolo attivo in seno al consiglio di gestione della Riserva e lo ha fatto come penso di averlo fatto io, ovvero mettendo da parte le appartenenze politiche e operando per il bene esclusivo della Riserva. Personalmente lo ringrazio, perché spesso io e lui abbiamo visioni diametralmente opposte, e a volte ci siamo anche mandati a quel paese, ma io riconosco a Pozzi di essere uomo coerente con le sue idee e come dico sempre, "le idee giuste non sono di destra o di sinistra: sono giuste".



Isole e canneti, ritiene che sia un problema il continuo avanzamento che inghiotte porzioni sempre più ampie del lago?

Si tratta di un tema complesso, che non può essere sviscerato in poche righe. Di sicuro il canneto ha una funzione di protezione della fauna, ma è anche vero che il suo lento espandersi comporta una certa stagnazione delle acque e quindi è necessario trovare un equilibrio. Sicuramente dovremo agire sui canali e mantenere quanto più possibile sagomate le isole. Ad ogni modo è escluso che si possa intervenire con una drastica riduzione, proprio in virtù della sua funzione naturale quale luogo di protezione e nidificazione.




Domanda di partito: come giudica l'ingresso nella Lega di Daniele Nava e Mauro Piazza

L'epoca dei partiti monolitici sostenuti da granitiche ideologie è ormai storia del secolo scorso. Nonostante si sia tentato più volte, attraverso continue riforme elettorali, di inseguire un modello maggioritario, che garantirebbe in teoria una maggiore governabilità del paese, assistiamo da anni ad una continua frammentazione politica, con movimenti e partiti che nascono e muoiono nell'arco di un paio di legislature, con esponenti politici noti e meno noti che si muovono da un partito all'altro con la stessa agilità di Messi quando dribbla i difensori avversari.  Se poi guardiamo alla Lega, da quando è il primo partito del paese è sicuramente diventato attrattivo. Dalla Sardone, passando per la Ravetto, la Zanella e Carrara, la Lega già da alcuni anni, ha attratto figure di rilievo del centrodestra e in particolare da Forza Italia. Se parliamo di Piazza, a livello regionale,  sono sicuro che il lavoro congiunto con l'altro nostro consigliere Formenti, porterà ulteriori benefici alla nostra provincia ed al meratese. Sono altresì convinto, che questi passaggi non sono dettati da convenienze legate a una riconferma  (Piazza ha dichiarato conclusa la sua permanenza al Pirellone e che allo scadere del mandato non si ricandiderà), o ad un futuro ricollocamento in altri ambiti di rilievo dalle parti di Roma o di Bruxelles. Anche perché, mi preme sottolineare il lavoro dei nostri attuali parlamentari Faggi, Arrigoni e Ferrari, che è svolto in maniera egregia e dal mio punto di vista meritano la riconferma. Qualora per motivi diversi, ciò non dovesse accadere, abbiamo tanti bravi militanti storici e amministratori di lungo corso, che meriterebbero una chance per mostrare il loro valore, senza nulla togliere ai nuovi arrivati.
 



Perché la Lega non indice un congresso per definire una volta per tutte la linea politica, dato che ormai è evidente la spaccatura tra i filo-salviniani, i cosiddetti moderati "draghiani" e i nostalgici che con Castelli si sono ritrovati a Cisano?

La domanda andrebbe posta a livelli più alti e non ad un semplice militante quale io sono. Se mi chiede un parere, personalmente ritengo che si debba aprire una stagione congressuale a tutti i livelli (non solo a livello federale), e lo dico indipendentemente da come andrà questa tornata elettorale. Credo sia assolutamente necessario, per una verifica della linea politica del partito. Certi passaggi di questi ultimi anni, hanno per certi versi disorientato la base storica del movimento, quella per intenderci radicata nei nostri territori e a mio avviso è necessario che al più presto si arrivi ad una fase di confronto. 
Claudio Brambilla
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