Lomagna: dopo lo scontro con un'auto si allontanò dall'incidente. 53enne a giudizio

Dopo aver perso il controllo di una Fiat Punto mentre affrontava la strada che collega Lomagna a Usmate, nei pressi dell'ex RDB, si era schiantato contro l'auto che procedeva dall'opposto senso di marcia. Un impatto violentissimo con danni di non poco conto per la donna al volante della piccola utilitaria Peugeot, finita d'urgenza al pronto soccorso dell'ospedale Manzoni di Lecco. A distanza di quasi due anni da quel terribile sinistro è chiamato a rispondere del reato di lesioni stradali - con l'aggravante della fuga - D. M., il 53enne che quel giorno si trovava alla guida della vettura.

Dell'episodio occorso nel novembre 2019 si è parlato stamani in tribunale a Lecco, nell'udienza celebrata al cospetto del giudice in ruolo monocratico Giulia Barazzetta. Assente l'imputato - difeso d'ufficio dall'avvocato Marinella Gavazzi - a prendere la parola è stata la parte lesa del procedimento, non costituitasi parte civile in quanto già risarcita dall'assicurazione.



La donna, residente a Usmate, ha risposto alle domande postele dal vice procuratore onorario Mattia Mascaro ricordando come quel pomeriggio di quasi due anni fa stesse rientrando a casa dopo aver fatto visita alla mamma, residente a Montevecchia. Percorsa la strada stretta e senza la linea di mezzeria in territorio di Lomagna, la donna si era accorta di un'auto che, come impazzita, stava ruotando su se stessa. Nemmeno il tempo di realizzare quel che stava accadendo che la conducente ha sentito un colpo fortissimo dovuto appunto allo scontro con la Fiat Punto di colore grigio che aveva travolto la sua piccola Peugeot 107, spingendola nell'area boschiva a margine della carreggiata. Soccorsa dal personale del 118, l'usmatese è stata portata all'ospedale di Lecco e ricoverata nel reparto di neurochirurgia, avendo riportato fratture lombari e costali. Al Manzoni è rimasta per una decina di giorni, senza rientrare al lavoro sino al mese di gennaio. Insomma, una lunga convalescenza, conclusasi definitivamente con l'inizio dell'estate.

La teste non ha potuto riferire nulla in merito alla condotta del conducente poiché subito soccorsa e caricata in ambulanza. Qualche elemento utile lo ha fornito stamani in tribunale la figlia dell'intestataria della Punto al volante della quale si trovava l'imputato; era stata lei, infatti, a prestare all'uomo - al quale sarebbe legata da un rapporto di amicizia - la propria autovettura. ''Quando sono arrivata sul posto lui non c'era già più'' ha riferito in aula la donna, ricordando di aver visto la conducente della seconda vettura, una Ford, rimasta marginalmente coinvolta nel sinistro. ''Ho provato a chiamarlo ma era irreperibile....sono riuscita a parlarci soltanto la sera'' ha aggiunto la teste, riferendo che l'amico avrebbe ricondotto il sinistro ad un problema allo sterzo che gli aveva impedito di mantenere la tenuta del mezzo sulla strada.

Ha invece descritto la dinamica del sinistro l'ultimo testimone escusso stamani nel corso dell'udienza. Il giovane che ha assistito in diretta all'incidente ha parlato di un'andatura elevata, riferendosi alla velocità di percorrenza della Fiat Punto che dopo essere finita contro la Peugeot della donna ferita, avrebbe urtato una seconda vettura, pur non cagionando danni gravi. ''Sceso dall'auto ha fornito i propri documenti e poi si è allontanato senza dare spiegazioni'' ha precisato il teste, l'ultimo ad essere sentito stante l'assenza dei carabinieri della stazione di Merate che avevano rilevato il sinistro. A questo proposito il prossimo 18 gennaio sarà acquisita l'annotazione di servizio e sottoposto l'imputato ad esame, prima di passare alla discussione finale.


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G.C.
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