Accadeva/2: storie del vecchio oratorio e della vita che girava intorno. Il racconto del ''Palio'' tra i 5 rioni colorati della città
Ci siamo lasciati con il gruppetto composto da Gianni Comi, Angelo Milani, GianCarlo Bosisio e don Peppino intenti a suddividere Merate in rioni colorati per varare il primo Palio delle Contrade. Obiettivo: valorizzare e ampliare l'offerta formativa, spirituale e ludica dell'oratorio San Luigi. In realtà l'edificio avrebbe dovuto diventare la versione prealpina della Basilica di Lourdes. Progettata nel 1906 da Spirito Maria Monsignor Chiappetta, ingegnere e architetto di fiducia di Papa Pio XI, su di un'area di 4 mila metri quadrati, a pochi passi dal cimitero cittadino, doveva diventare, secondo il progettista, un edificio di culto capace di attrarre fedeli da tutta la Lombardia. Però i soldi finirono prima della conclusione del cantiere e l'opera, rimasta sospesa a metà, venne convertita in parte in un oratorio con aule, teatro e abitazione. Prima di arrivare alle attuali desolanti condizioni, la Parrocchia aveva ceduto l'immobile al Comune che l'aveva utilizzato dapprima come canile e poi come deposito municipale, dove venivano stoccati i sacchi di sale da usare in caso di gelate, i cartelli stradali e loculi cimiteriali da interrare. Non sapendo a quale altra destinazione assegnarla, la costruzione sempre più diroccata e in parte andata distrutta nel 2002 da un incendio, sta ancora in cima al colle di San Rocco a indicare i danni che provocano le complessità burocratiche e la mancanza di idee. Eppure in quegli anni (dal 1959 al 1965) l'oratorio San Luigi, prima dell'entrata in funzione di quello nuovo in centro paese, era una fucina di iniziative e le grida festose di bambini e ragazzi rendevano gioioso anche quel luogo, così vicino al silenzioso camposanto.
"Però, come ti ha già detto GianAndrea Cacciatori in una precedente intervista, lì non c'era proprio nulla. Soltanto uno spiazzo sterrato sulla sinistra del fabbricato, con 2 porte in legno, che consentiva ai più grandi di fare una partita a pallone. Sul lato destro c'era un altro spazio erboso, un campetto privo di porte, destinato ai più piccoli che potevano divertirsi rincorrendosi a palla avvelenata, giocando a nascondino, alla lippa o ad altri giochi. Alcuni massicci tavoli di pietra, disposti sotto frondosi tigli, delimitavano a sud il campetto. Era il posto ideale per i più attempati frequentatori che potevano stare in santa pace, e al fresco, giocando a carte, leggendo Il Vittorioso o parlando di sport. A sud e davanti a questo campetto, in posizione più bassa, c'erano pure due campi da bocce, ma pieni d'erbacce e quindi inutilizzabili. Da questo campetto, tramite 4 gradini, si accedeva al bar del nostro compianto e amatissimo Leo. Consisteva in due locali, gli unici con una stufa a legna e carbone per scaldarci d'inverno, dove si poteva giocare a carte e acquistare bibite, pasticcini, dolciumi, e granite d'estate. Purtroppo, questa fu la reale situazione che trovò don Peppino al suo arrivo a Merate. Grazie a Dio, però non si scoraggiò, per nostra fortuna".
Torniamo al Palio delle Contrade anche se è bello ricordare quel luogo nel quale in tanti siamo cresciuti, felici anche con nulla.
"Subito dopo il rientro dalla gita di Firenze, la sera, in casa di don Peppino, si incominciò a elaborare dettagliatamente il progetto del Palio. Furono disegnati i confini dei 5 rioni e assegnati loro Santi protettori e colori distintivi: GIALLO (San Dionigi), per i ragazzi del centro città; VERDE (San Bartolomeo), per i ragazzi residenti nella parte sottostante il centro; AZZURRO (Santa Maria di Loreto), per i ragazzi residenti nella parte bassa di Merate, da Caneva in giù; BLU (Sant'Ambrogio), per quei ragazzi che abitavano da piazza Vittoria alla chiesa parrocchiale; ROSSO (San Gregorio), per coloro che abitavano dopo la parrocchia, intorno a Turba e nella parte alta di Merate. Fu compito arduo ma si fece in modo che il numero di ragazzi di ogni singolo rione fosse il più possibile di pari consistenza. Il progetto fu presentato ai ragazzi, da Angelo Milani e da me, una domenica pomeriggio del settembre 1959, nella cappella dell'oratorio, dopo il vespero e la breve omelia di don Peppino. E qui devo fare un piccolo inciso. Le prediche del nostro don Peppino erano sempre brevi: 5 minuti d'orologio. Non solo all'oratorio, anche in parrocchia. Era quasi una imposizione, spesso "controllata" da noi giovani. Al termine della presentazione i ragazzi furono invitati a eleggere il loro capitano e portavoce, uno per rione, comunicare il domicilio della propria sede ufficiale, realizzare la propria bandiera, con uno stemma e uno slogan attenendosi alle disposizioni fornite loro. Un boato esplose a questo punto nella cappella. I ragazzi furono colti di sorpresa dalla novità e l'entusiasmo si impadronì subito di tutti. Improvvisamente, dagli ampi finestroni senza vetri entrò una folata d'aria fresca. Una brezza benefica che aleggiò sull'oratorio San Luigi e su tutta Merate per alcuni anni".
Brezza alimentata anche da un vecchio amplificatore a valvole e un microfono col quale Angelo Milani dava il meglio di sé commentando in diretta gli avvenimenti sportivi trasmessi dalla rete nazionale..
"Ricordi bene. Nella palazzina dell'oratorio, adibita a direzione, c'era un vecchio mobile che ospitava un altrettanto vetusto impianto radiofonico con giradischi, amplificatore a valvole e microfono. Quanto bastò a Angelo per dare vita alla R.O.M.M. (Radio Oratorio Maschile Merate). Il piccolo altoparlante posto sul davanzale della finestra, recuperato dai miei esperimenti di radiotecnico, non era però sufficiente a raggiungere tutti i punti dell'oratorio e poi la obsoleta apparecchiatura andava spesso in tilt per cui era necessario l'intervento riparatore dell'Ing. Luigi Zappa - Sindaco di Merate dal '64 al '75 - e di Cesare Ferrario (ul Tuleta, elettricista molto noto nella vecchia Merate perché amava scorrazzare per le vie della città con la sua Fiat 1100, equipaggiata di potente impianto di amplificazione sul tetto, annunciando, sul territorio di Merate e dintorni, le manifestazioni e gli eventi religiosi, di partito e oratoriani calendarizzati. Naturalmente, erano le notizie riguardanti il Palio a interessare maggiormente i frequentatori dell'oratorio. Al di là di Milan, Inter, Bartali, Coppi e Magni. E tantissima gente saliva al colle per sapere come stavano andando i confronti tra le squadre rionali. Nel bar di Leo c'era un cartellone, aggiornato regolarmente dopo ogni gara, con la classifica a punti per i 5 rioni. Visti il successo e l'interesse suscitati, d'accordo con don Peppino, acquistai a Milano un moderno amplificatore a valvole con tre trombe esponenziali della ditta Geloso, per ovviare ai continui malfunzionamenti del nostro vecchio sistema di comunicazione e per valorizzare al meglio la nostra ROMM. Piazzate le trombe in posizioni chiave, ora la voce dello speaker Angelo poteva arrivare su tutte le aree esterne dell'oratorio e la nostra esistenza non era più relegata al solo colle San Rocco ma era anche percepibile fino in centro Merate".
Se non vado errato di notizie importanti da comunicare ai giovani frequentanti l'oratorio, ed ora anche ai Meratesi, ne avevate parecchie.
"Hai detto bene caro Direttore. L'amico Angelo Milani era uno speaker formidabile. Oltre a commentare goliardicamente le notizie sportive nazionali aveva una verve unica nell'aggiornare i suoi ascoltatori. Dopo una notizia nazionale riguardante una gara automobilistica di Imola, annunciava che sul campo di calcio locale si stava svolgendo la partita tra GIALLI e VERDI e che questi ultimi erano in vantaggio di 2 gol a 0. E così via, alternando anche le notizie vere a improvvisati spot pseudo-pubblicitari, riguardanti prodotti e negozianti meratesi. Tra un annuncio e l'altro inseriva sempre brani di musica classica, prelevati da dischi 78 giri de - La Voce del Padrone - e 45 giri di musica leggera, portati in loco dalle nostre case. Le notizie riguardanti il Palio erano molte. Infatti, nel calendario dell'anno oratoriano, che andava da Settembre al successivo mese di Giugno, oltre agli eventi più importanti, come: Concorso Presepi, Sfilata di Carnevale e Caccia al Tesoro, entravano molte altre gare e tornei che servivano a mantenere alta la competitività e il campanilismo tra i giovani meratesi. Furono, infatti, organizzate: gare di Ping Pong; gare di Atletica e di Podismo; gare di Scopa e Ramino; gare di salto in alto e in lungo; gare con giochi di Abilità per i più piccini; Corse nei sacchi e con le Rane. Non mancavano neppure tornei: di Calcio; di Pallavolo; di Calcio Balilla; di Bocce e, persino era stata organizzata anche una Corsa Ciclistica su circuito cittadino, con enorme successo e gradimento di pubblico".
A quanto mi è dato sapere c'è sempre stata una grande ed entusiastica partecipazione dei giovani oratoriani a tutte queste iniziative ludiche, sia a quelle interne dell'oratorio sia a quelle esterne che coinvolgevano i meratesi.
"Corretto. Tutti i giovani gareggiavano per la conquista del Palio ed erano gasatissimi. Portavano tutti orgogliosamente il loro distintivo colorato, sul bavero della giacca o su il colletto della T-shirt, e il foulard colorato al collo, quando era necessario. Dietro richiesta dei loro capitano erano sempre pronti a dare una mano nei lavori, o a partecipare ad una gara. Si impegnavano al massimo, con anima e corpo, incuranti spesso dei pericoli. Mi ricordo che Il compianto amico Giovanni Motta (i Motta gestivano l'osteria Cantinun, sita all'inizio di Viale Lombardia nel Rione-San Dionigi dei Gialli, oggi sede di un banca), durante la caccia al tesoro del 1961, mentre nel magazzino sul retro cercava una gabbia, cadde malamente finendo sopra una damigiana di vetro che si ruppe procurandogli un profondo taglio alla mano destra. Ma non volle saperne di andare al pronto soccorso. Si fasciò, alla bell'e meglio, la mano e proseguì imperterrito la sua caccia al tesoro".
Penso che di aneddoti da raccontare forse ne hai ancora. Continueremo nella prossima puntata.
2/continua
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C.B.