La Semina: lunedì l'alba dell'informatica italiana
Lunedì 27 settembre, dalle ore 20,45 alle ore 22, in streaming su:
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L'alba dell'informatica italiana: una storia di umanità e coesione.
L'archeologo dell'informatica Maurizio Gazzarri presenta con l'Associazione no profit La Semina di Merate il suo volume "ELEA 9003. Storia del primo calcolatore elettronico italiano" (Edizioni di Comunità).
(DA LUNEDÌ 27 E' POSSIBILE ACQUISTARE IL LIBRO ANCHE PRESSO LA LIBRERIA LA TORRE IN VIA MANZONI A MERATE - LC).
La realizzazione dei primi computer italiani: l'iniziativa dell'Università di Pisa, Adriano Olivetti, l'ingegnere Mario Tchou e i giovani scienziati che hanno investito sul futuro. Cosa si nasconde dietro alla sfida avveniristica che nella seconda metà del ventesimo secolo portò alla realizzazione della CEP (Calcolatrice Elettronica Pisana), primo computer italiano a scopo scientifico, e dell'ELEA 9003, primo "cervello elettronico" a transistor messo in commercio dalla Olivetti a partire dal 1959? "Ci sono storie di impegno, umanità e coesione che - spiega Maurizio Gazzarri, archeologo informatico e autore del romanzo 'I ragazzi che scalarono il futuro' e del saggio storico 'ELEA 9003. Storia del primo calcolatore elettronico italiano' - oggi possono darci le risposte per la ripartenza e per la formazione di una nuova generazione di scienziati".
Toscano, laurea in Informatica e master in Big Data Analytics and Social Mining, Gazzarri sta percorrendo un sentiero ancora poco esplorato: la storia dell'informatica italiana. È del 2018 il romanzo I ragazzi che scalarono il futuro (Edizioni ETS), ambientato nella seconda metà degli anni Cinquanta, Premio Biella Letteratura e Industria 2019 (sezione della Giuria dei Lettori), in cui Gazzarri scrive della nascita dei primi computer italiani, la CEP (Calcolatrice Elettronica Pisana) dell'Università di Pisa e l'ELEA 9003 di Olivetti.
Nel 2021 esce il saggio storico ELEA 9003. Storia del primo calcolatore elettronico italiano (Edizioni di Comunità), l'unica pubblicazione sulla genesi del computer della Olivetti, che narra di come l'azienda, guidata da Adriano, a partire dal 1949, pensò alla realizzazione di un elaboratore da mettere in commercio, l'ELEA, e di come ci riuscì dieci anni più tardi con il modello 9003. Alle ricerche d'archivio e alla raccolta di testimonianze dirette, già svolte per la redazione del romanzo del 2018, si aggiungono nuove fonti e materiali inediti. Una storia non solo a carattere scientifico e tecnologico, ma anche altamente umana, nella quale i protagonisti, oltre ad Adriano Olivetti, sono un drappello di giovani fisici e ingegneri coordinati da Mario Tchou, un trentenne italocinese con spiccate qualità tecniche e manageriali. Emblematica, in questo senso, una delle frasi dette da Tchou in una intervista del 1959: "Le cose nuove si fanno solo con i giovani".
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L'alba dell'informatica italiana: una storia di umanità e coesione.
L'archeologo dell'informatica Maurizio Gazzarri presenta con l'Associazione no profit La Semina di Merate il suo volume "ELEA 9003. Storia del primo calcolatore elettronico italiano" (Edizioni di Comunità).
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La realizzazione dei primi computer italiani: l'iniziativa dell'Università di Pisa, Adriano Olivetti, l'ingegnere Mario Tchou e i giovani scienziati che hanno investito sul futuro. Cosa si nasconde dietro alla sfida avveniristica che nella seconda metà del ventesimo secolo portò alla realizzazione della CEP (Calcolatrice Elettronica Pisana), primo computer italiano a scopo scientifico, e dell'ELEA 9003, primo "cervello elettronico" a transistor messo in commercio dalla Olivetti a partire dal 1959? "Ci sono storie di impegno, umanità e coesione che - spiega Maurizio Gazzarri, archeologo informatico e autore del romanzo 'I ragazzi che scalarono il futuro' e del saggio storico 'ELEA 9003. Storia del primo calcolatore elettronico italiano' - oggi possono darci le risposte per la ripartenza e per la formazione di una nuova generazione di scienziati".
Toscano, laurea in Informatica e master in Big Data Analytics and Social Mining, Gazzarri sta percorrendo un sentiero ancora poco esplorato: la storia dell'informatica italiana. È del 2018 il romanzo I ragazzi che scalarono il futuro (Edizioni ETS), ambientato nella seconda metà degli anni Cinquanta, Premio Biella Letteratura e Industria 2019 (sezione della Giuria dei Lettori), in cui Gazzarri scrive della nascita dei primi computer italiani, la CEP (Calcolatrice Elettronica Pisana) dell'Università di Pisa e l'ELEA 9003 di Olivetti.
Nel 2021 esce il saggio storico ELEA 9003. Storia del primo calcolatore elettronico italiano (Edizioni di Comunità), l'unica pubblicazione sulla genesi del computer della Olivetti, che narra di come l'azienda, guidata da Adriano, a partire dal 1949, pensò alla realizzazione di un elaboratore da mettere in commercio, l'ELEA, e di come ci riuscì dieci anni più tardi con il modello 9003. Alle ricerche d'archivio e alla raccolta di testimonianze dirette, già svolte per la redazione del romanzo del 2018, si aggiungono nuove fonti e materiali inediti. Una storia non solo a carattere scientifico e tecnologico, ma anche altamente umana, nella quale i protagonisti, oltre ad Adriano Olivetti, sono un drappello di giovani fisici e ingegneri coordinati da Mario Tchou, un trentenne italocinese con spiccate qualità tecniche e manageriali. Emblematica, in questo senso, una delle frasi dette da Tchou in una intervista del 1959: "Le cose nuove si fanno solo con i giovani".