La Valletta: quartiere invivibile per rumori e odori, donna a processo per atti persecutori
"Sarebbe un paradiso terrestre o quasi... se non fosse per il rumore che arriva da casa sua": così hanno descritto alcuni abitanti di La Valletta Brianza la situazione esasperante che li avrebbe portatia denunciare una vicina di casa, oggi a giudizio per atti persecutori nei loro confronti.
La 53enne, secondo l'accusa, si sarebbe resa responsabile del reato previsto dall'art 612 bis del nostro codice penale: da anni, tra schiamazzi ad ogni ora del giorno e della notte e l'abbaiare incontrollato dei propri cani, avrebbe reso invivibile la permanenza nel complesso residenziale. Non solo, ma l'aria fresca di campagna sarebbe stata resa addirittura irrespirabile dall'odore delle deiezioni dei cani non opportunamente raccolte dall'imputata.
Per questo, il proprietario della villetta attigua si è costituito parte civile, assistito dall'avvocato Viviana Bove, dopo aver sviluppato un "disturbo dell'adattamento con umore misto ansioso e depressivo in forma cronica".
"Ho l'impressione che le mie proteste abbiano anche peggiorato il suo comportamento" ha raccontato un'altra vicina, chiamata a testimoniare oggi, al Vpo Caterina Scarselli. Secondo la donna né le gentili richieste di abbassare il tono di voce, né i richiami dell'amministratore di condominio, né tantomeno l'intervento dei Carabinieri avrebbero avuto l'effetto sperato di restaurare il quieto vivere all'interno del quartiere residenziale.
Il giudice Martina Beggio ha rinviato al prossimo 5 ottobre per proseguire con la fase istruttoria
La 53enne, secondo l'accusa, si sarebbe resa responsabile del reato previsto dall'art 612 bis del nostro codice penale: da anni, tra schiamazzi ad ogni ora del giorno e della notte e l'abbaiare incontrollato dei propri cani, avrebbe reso invivibile la permanenza nel complesso residenziale. Non solo, ma l'aria fresca di campagna sarebbe stata resa addirittura irrespirabile dall'odore delle deiezioni dei cani non opportunamente raccolte dall'imputata.
Per questo, il proprietario della villetta attigua si è costituito parte civile, assistito dall'avvocato Viviana Bove, dopo aver sviluppato un "disturbo dell'adattamento con umore misto ansioso e depressivo in forma cronica".
"Ho l'impressione che le mie proteste abbiano anche peggiorato il suo comportamento" ha raccontato un'altra vicina, chiamata a testimoniare oggi, al Vpo Caterina Scarselli. Secondo la donna né le gentili richieste di abbassare il tono di voce, né i richiami dell'amministratore di condominio, né tantomeno l'intervento dei Carabinieri avrebbero avuto l'effetto sperato di restaurare il quieto vivere all'interno del quartiere residenziale.
Il giudice Martina Beggio ha rinviato al prossimo 5 ottobre per proseguire con la fase istruttoria
F.F.