Lomagna: 'riorganizzazione aziendale' e 2 licenziamenti agitano i lavoratori di Deutz

Due procedure di licenziamento come un fulmine a ciel sereno. Motivazione addotta dalla società, stando a quello riferito dai sindacati: riorganizzazione aziendale. La preoccupazione dei 58 dipendenti sale. Siamo a Lomagna, nella sede operativa di Deutz Italy, filiale della multinazionale con quartier generale a Colonia. In via Garçia Lorca i lavoratori temono che le lettere ricevute dai colleghi - uno assunto da una trentina d'anni e l'altro da più di dieci - possano essere un'avvisaglia di ulteriori passi nella medesima direzione da parte del nuovo amministratore delegato arrivato a Lomagna nei mesi scorsi.

La sede di Deutz a Lomagna

I primi ribollimenti di tensione si sono già verificati, pur senza il clamore mediatico. Mercoledì 8 settembre si è svolta un'assemblea sindacale per capire cosa stia succedendo nello stabile di quasi 18 mila metri quadrati, dove lavorano per lo più impiegati, tecnici e magazzinieri. Si occupano di rivendere motori per diversi settori di impiego, con la possibilità di modificare i prodotti in base alle esigenze dei clienti. Dalla riunione è emersa preoccupazione per un futuro incerto, dopo la notizia dei licenziamenti che sconforta anche per il mancato preavviso e l'assenza di ogni qualsiasi forma di concertazione con le rappresentanze sindacali. È stata inoltre espressa solidarietà nei confronti dei due colleghi che hanno ricevuto la lettera, uno di persona in ditta, l'altro tramite raccomandata perché opera a Roma in quanto copre l'area commerciale del centro-Italia.

Il giorno successivo all'assemblea sindacale, il 9 settembre, i dipendenti di turno alla mattina hanno sospeso il servizio per un'ora. Dalle 11.00 alle 12.00 si sono allontanati dal luogo di lavoro. Allo sciopero non è ancora seguita una reazione da parte della dirigenza. Per Domenico Alvaro, funzionario FIOM-CGIL Lecco, quello di Lomagna è un caso di "licenziamento senza giustificato motivo oggettivo" dice il sindacalista. "Chiederemo un incontro urgente alla dirigenza, comunicandolo anche a Confindustria - preannuncia Alvaro - Normalmente, in un clima di corrette relazioni sindacali, le aziende non procedono unilateralmente. Si apre un confronto, si fanno delle proposte e magari si trovano delle soluzioni differenti per evitare i licenziamenti".

L'azienda fino ad ora aveva dato l'impressione di solidità, non aveva dato segnali di preoccupazione sul fronte occupazionale. Nel periodo Covid, non ha interrotto l'attività e non ha fatto ricorso alla cassa integrazione. Finita la stagione del blocco dei licenziamenti voluto dal Governo, la risoluzione dei rapporti di lavoro è tornata possibile. "A maggio abbiamo avuto un incontro in cui abbiamo conosciuto il nuovo AD. Ha esposto i problemi nel reperimento della materia prima, ma ha anche rassicurato dicendo che non ci fosse ragione di allarme per i lavoratori" aggiunge amareggiato il funzionario FIOM.

Lavoratori, RSU e sindacato non ci stanno però ad accettare passivamente quanto è accaduto e soprattutto quanto ancora potrebbe succedere. Sono pronti a battere i pugni sul tavolo. Anche perché lo stop al blocco dei licenziamenti è stato deciso dal Governo a seguito dell'intesa raggiunta a fine giugno tra le parti sociali, con la sottoscrizione di un avviso comune che raccomanda (non è un obbligo) l'utilizzo degli ammortizzatori sociali, lasciando i licenziamenti come ultima spiaggia. Deutz Italy, pur essendo associata a Confindustria, non l'ha fatto.

Lo spazio resta a disposizione per eventuali repliche o precisazioni.

M.P.
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