Osnago: la scuola di musica Suzuki compie dieci anni. La direttrice Musmeci si racconta

La scuola di musica Suzuki di Osnago compie oggi dieci anni. Un traguardo che rappresenta certamente un vanto sia per il sodalizio che per l'amministrazione osnaghese la cui lungimiranza ha contribuito alla crescita dell'associazione culturale Arché, che è stata il motore della nascita della scuola di musica, e che da sempre è impegnata nella promozione e nell'organizzazione di concerti, e più in generale, di eventi culturali in collaborazione con enti locali e altre associazioni del territorio.

Cecilia Musmeci

A raccontarci come è iniziata questa esperienza è proprio la fondatrice dell'associazione, Cecilia Musmeci, nonché direttrice della scuola di Musica di Osnago, dove insegna a suonare il violino e la viola con il metodo Suzuki. "Nel 2011 qualche vicina di casa aveva iniziato a chiedermi perché non dessi lezioni di musica. Ero arrivata ad avere circa una decina di bambini così che andai dall'allora ex sindaco di Osnago, Paolo Strina, a chiedere di avere un'aula dove poter fare lezioni di gruppo. Il sindaco accolse con piacere la proposta. Eravamo quindi questa decina di bambini e bambine e i rispettivi genitori. Oggi siamo una scuola, con 9 insegnanti, 11 classi e quasi 150 bambini". Questo risultato, spiega, è stato possibile grazie anche all'entusiasmo e alla  disponibilità riscontrate sia nella precedente, che nell'attuale amministrazione guidata da Paolo Brivio, che hanno creduto nel progetto e hanno compreso che oltre alla creazione di una scuola di musica con un metodo innovativo rivolto in particolare ai bambini in età prescolare, ci sarebbe stato un beneficio sulla comunità e sull'educazione di un'intera generazione di futuri cittadini.

 

Sì perché ci sono due componenti che rendono particolare il metodo Suzuki, dice la presidente, "La prima è l'approccio allo strumento in età precoce. Si tratta di un approccio di tipo imitativo, certamente non c'è dietro uno strumento o uno spartito, ma un maestro che suona per il bambino o la bambina. L'altro aspetto è la presenza attiva del genitore in aula sin dal primissimo giorno". La scuola propone infatti un primo corso, chiamato Lullaby, che va da 0 a 3, e un secondo, un laboratorio musicale per bambini dai 3 ai 6 anni, "in cui viene messa in pratica una didattica che è propedeutica all'inizio di un percorso strumentale, ma è propedeutica più in generale alla vita - riferisce Musmeci - i bambini mettono in pratica tutta una serie di attività che rientrano nel campo della motricità fine, ma al tempo stesso imparano l'ascolto, la concentrazione, e ad essere parte di un gruppo". La figura del genitore presente a lezione è fondamentale proprio perché ha il compito di impegnarsi a ripetere quello che viene fatto a lezione, poi a casa, impostando nella routine del bambino una sorta di rituale musicale quotidiano. L'aspetto che tiene a sottolineare l'insegnante Cecilia è però quello della comunità, "Noi crediamo che il nostro metodo sia oltre che il mezzo per imparare a suonare uno strumento, un mezzo per crescere. L'idea di comunità si riassume nel fatto che la didattica è di tipo trasversale, cioè non ha il solo fine di insegnare a suonare uno strumento, ma si impegna a migliorare varie abilità che rendono i bambini più capaci, più fiduciosi, più autonomi."

 

Si sa che settembre è un po' il mese della ripartenza, e anche per la scuola di Musica, ci sono in serbo alcune novità. La prima è racchiusa nel profondo legame che unisce la scuola al piccolo Gioele Petza, la cui vita si è bruscamente interrotta, a soli 7 anni, nel maggio scorso dopo esser stato travolto da un'auto in via degli Alpini, a Merate. Gioele amava la musica, e in particolare le percussioni. Da questa sua casuale volontà di imparare a suonare uno strumento che però non rientrava in quelli "convalidati" al metodo Suzuki ne è nata una stupenda collaborazione con il volenteroso insegnante di Gioele, Sebastiano di Gennaro, che ad oggi fa parte del team della scuola. "Aveva solo cinque anni quando i genitori di Gioele sono venuti a manifestarmi il suo desiderio - racconta Musmeci - quindi abbiamo pensato di indirizzarlo verso un docente che fosse disposto a insegnare percussioni a un bambino così piccolo. Abbiamo trovato Sebastiano, un concertista appassionato di didattica che essendo residente a Osnago conosceva il metodo Suzuki e ne era rimasto molto affascinato. La sua tenacia e la sua creatività gli hanno permesso di studiare a fondo il metodo e trasferirlo per gli strumenti a percussione modulando un percorso ad hoc per il piccolo Gioele sulla base della propria esperienza musicale. Questo lavoro strepitoso ha portato alla prima stesura di un metodo Suzuki per percussioni e di conseguenza si sono create le basi per la pubblicazione di un libro che ne documentasse il percorso". L'eredità che Gioele ha lasciato, congiunta allo sforzo del suo insegnante, verrà dunque documentata e presentata in un libro che è ispirato alla filosofia e al repertorio Suzuki. Anche l'Istituto Suzuki Italiano (ISI) ha supervisionato questo lavoro e suggerito di continuare a tenere traccia dei successi, affinché un domani vi sia la possibilità che il metodo Suzuki per percussioni ottenga il riconoscimento ufficiale. "Questo è quello che ci interessa meno - aggiunge Cecilia - vogliamo che questo prezioso regalo che l'insegnante Sebastiano e Gioele ci hanno fatto, grazie anche alla disponibilità della famiglia, gli sia dedicato". 

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L'altra novità riguarda invece quelli che si possono ormai definire gli alunni "veterani" della scuola, che hanno iniziato quando avevano 3, 4, 5 anni e che oggi sono adolescenti e hanno fatto della musica una compagna di vita. "Per loro abbiamo trovato una guida speciale, Mauro Rossi, un concertista di fama internazionale, violinista e direttore di orchestra che li ha conosciuti e ha voluto prenderli in carico creando quella che abbiamo chiamato "OrchestraJunior" - spiega Musmeci. È un orchestra di archi, composta da 18 elementi, che dovrebbe fare il suo primo debutto con un concerto questo inverno. "Avere una guida del calibro di Mauro Rossi per loro è davvero stimolante. Lui ha vissuto per molti anni all'esterno, ha vinto una moltitudine di concorsi e dopo trent'anni di carriera è tornato in Italia e vorrebbe trasmettere tutte la sua esperienza a questi giovani, che nonostante tutti gli impegni che hanno, non perdono un sabato pomeriggio di lezione con lui - prosegue la direttrice della scuola esprimendo tutta la sua gratitudine - per noi è un'emozione grande, li abbiamo visti crescere e siamo stati in un certo modo il loro trampolino di lancio. Non sappiamo dove approderanno, ma questi ragazzi sono per noi un po' una promessa". Quello che conta, spiega, è che nella loro vita, tra i diversi impegni, sia rimasto un momento profondo, serio, che è la musica. La direttrice della scuola si lascia infine andare a una personale considerazione, "Negli ultimi anni questa generazione di adolescenti ha perso molti riferimenti. E il fatto di avere nella vita un momento, un riferimento, che in questo caso è la musica, in cui vieni accolto e sei il benvenuto, penso che sia educativo. Anche perché la cosa bellissima della musica è che non devi necessariamente parlare, ma semplicemente hai un posto e una sedia che ti aspetta".

 

Terza ed ultima novità è invece il proseguimento del corso di teatro. La collaborazione iniziata a giugno con l'insegnante Eugenio Fea Bosia, proseguirà per questo e per i prossimi anni. La scuola ha poi in programma per sabato 18 settembre una giornata dedicata agli open day che si svolgerà presso la sala comunale di via Rimembranze, a partire dalle 16. Per rispettare la normativa vigente in materia di covid è necessario prenotarsi entro il 17 settembre per poter prendere parte alle tre presentazioni dei corsi in programma: Lullaby, il laboratorio musicale (CML) e infine per i bimbi dai 5 anni, la presentazione di uno strumento (violino, viola, violoncello, arpa, pianoforte e percussioni). Per visualizzare la locandina, CLICCA QUI.

L'entusiasmo che l'insegnante di viola e violino ha trasmesso nel raccontare l'esperienza della scuola di musica è lo stesso che rivolge a tutti i genitori desiderosi di iniziare questo percorso con i propri figli, invitandoli a riflettere sul fatto che ciascuno possiede un talento, l'importante è educarlo. "E tutti i bambini che iniziano con il metodo Suzuki ci riescono, questa è una certezza." dice la direttrice, riassumendo proprio una massima del Metodo Suzuki, ossia, "Ogni bambino può".

F.Fu.
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