Calcio: lo psicologo-allenatore Fredella in un libro racconta i benefici del pallone

Come essere un allenatore a 360 gradi. Una guida per mister, genitori ed insegnanti di educazione motoria induce a ripensare i canoni dell'istruttore, in chiave moderna, per valorizzare la crescita dei giovani atleti. Lo sport come palestra di vita, sin dalla tenera età. Un concetto non nuovo, che rischia però di rimanere una massima, un appunto aforistico se non lo si razionalizza. "A scuola di calcio" - che come suggerisce il titolo si concentra sullo sport più popolare in Italia - è un volume di 184 pagine che analizza i bisogni dei bambini, approfondisce la cura che gli allenatori sono chiamati ad avere nei confronti dei componenti della squadra e sviscera i più consoni percorsi di apprendimento. Casi specifici, concreti, che possono capitare ogni giorno sui campi da gioco esemplificano i concetti teorici e gli esiti di ricerche che vengono citate senza appesantire la lettura.

Andrea Fredella

Autori del volume, edito da Erickson, sono Andrea Fredella e Gian Marco Marzocchi. Il primo, classe 1989, è un allenatore di calcio con qualifica Uefa B, con in tasca una laurea in Psicologia dello sviluppo. Il libro risente positivamente di questa doppia anima: l'esperienza pratica e la competenza teorica, raggiungendo una bilanciata sintesi che gioverà ai lettori addetti del settore. Fredella ha collaborato con diverse società sportive del territorio: Calco, Montevecchia (anni in cui in paese le iscrizioni sono esplose), La Valletta Brianza. Attualmente lavora per la USD Brianza Olginatese. Ad Olginate allena i più piccoli, mentre per entrambe le sezioni (Cernusco Lombardone e Olginate) sta sviluppando un progetto psicologico-mentale che sarà presentato allo staff.

Per arrivare alla concretizzazione del libro è stato fondamentale l'apporto del prof. Marzocchi, docente all'Università di Milano Bicocca in Psicologia dello Sviluppo e dell'Educazione. Si occupa in modo prevalente di disturbi dell'apprendimento scolastico e ADHD e svolge attività clinica presso il Centro per l'Età Evolutiva di Bergamo. "A scuola di calcio" contiene un ampio approfondimento anche sulle modalità di allenamento per bambini con bisogni educativi speciali. Viene dunque consigliato come agire per potenziare le abilità che hanno bisogno di un'attenzione maggiore e che possono diventare degli elementi aggreganti per il gruppo squadra se ogni componente lavora nella stessa direzione.

Il libro cerca di mettere in rilievo quei tratti dell'allenamento che solitamente passano in second'ordine, al punto da diventare quasi rivoluzionario nell'impostazione. Chiedere ad esempio al giovane atleta cosa ha provato, quali emozioni ha sentito, quando ha segnato o subito un goal. Senza aspettarsi un'analisi articolata dal bambino, lo si induce comunque a riflettere, a interrogarsi. O ancora l'importanza di dare e far rispettare le regole dentro e fuori dal campo. "Si potrebbe cominciare a far andare i bambini a bere ordinatamente in fila. Si innesca così un processo di inibizione comportamentale, una forma di autocontrollo, che, come dimostrano diversi studi, avrà delle implicazioni favorevoli sulle performance dei giocatori in campo" suggerisce Fredella al suo esordio nel mercato librario. "Il libro vuole dimostrare che un allenatore, con una buona competenza e capacità comunicativa, può trarre dal calcio tutte le possibili potenzialità cognitive, educative, formative e relazionali" esamina l'allenatore-psicologo.

L'ultima parte del libro, già disponibile sul sito internet della casa editrice Erickson, è dedicata alle interviste a bambini, genitori e allenatori, per dare voce ai punti di vista dei protagonisti.

M.P.
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