Merate-Brivio: la dottoressa Giulia Albo il nuovo medico di famiglia. ''Ho fatto tirocinio in pieno covid, un'esperienza pesante''

La sua è una eredità pesantissima e non solo nei numeri ma il sorriso, la grinta e l'entusiasmo con cui sta affrontando questo suo primo incarico hanno già conquistato i pazienti che pian piano la stanno conoscendo e apprezzando.
La dottoressa Giulia Albo, infatti, è la sostituta per Merate del dottor Michele Bonanomi, andato in pensione una settimana fa (CLICCA QUI), mentre a Brivio prende il posto della dottoressa Bagheri subentrata a sua volta, dopo una serie di medici, al dottor Mauri, deceduto per Covid.
Classe 1995, fresca di laurea, è nativa di Brivio dove il nonno Romolo Ferrari era stato anche sindaco del paese. È la prima che, in famiglia, si è dedicata alla professione medica, dove invece ha spadroneggiato il Politecnico.
A indirizzarla su quella strada, in realtà, è stata la nonna paterna, Luigia, che "sarebbe stata un'ottima infermiera. Quando ero piccola, infatti, la aiutavo nelle medicazioni e nella cura della mia bisnonna. Io ero sempre lì con lei e la imboccavo e questo mi
La dottoressa Giulia Albo
è rimasto impresso". Ottenuto il diploma al liceo Agnesi, in realtà, non avrebbe mai pensato di passare il test di medicina al primo colpo. Ad affascinarla, per via di un tirocinio svolto all'ospedale Manzoni di Lecco, c'era anche ostetricia e quindi le strade percorribili si stava preparando erano diverse. E invece il test superato al primo colpo in Bicocca è stato l'inizio di un cammino tutto in salita ma percorso brillantemente.
Il medico di famiglia non era nei piani della dottoressa Albo ma la situazione di difficoltà in cui si trova tutto il territorio lombardo e il desiderio di dare un aiuto alla propria gente, in virtù anche della "missione" che si è scelta come mestiere, le hanno fatto accettare la proposta di ATS di sostituire due colleghi in altrettante zone rimaste scoperte.
"Era un mestiere che non avevo considerato. Ma ora sto scoprendo che è davvero molto bello avere a che fare con le persone, instaurando con loro un rapporto diretto che diventa poi duraturo negli anni" ha spiegato, seduta alla scrivania di via De Amicis a Merate "il contatto che ho qui in ambulatorio con le persone, in ospedale non esiste. Si riesce ad avere una visione di insieme del paziente, si instaura un legame stretto di confidenza e se fatto bene è molto utile e può sgravare il carico degli ospedali".
In pronto soccorso alla clinica Zucchi di Monza, tra l'altro, la dottoressa Albo sta prestando servizio, nei turni del fine settimana. Un modo sempre per essere a disposizione del territorio ma anche per mettere in pratica quanto imparato in università.
A Merate, teoricamente, ha ereditato 1500 pazienti, 500 invece da Brivio.
1500 di un ambulatorio li ha assistiti in queste settimane , ma come incarico in fase di conclusione.
Tre i telefoni, infatti, che si alternano a suonare sulla scrivania. "Preferisco gestirmi da sola le chiamate. Per adesso ho deciso di non affidarmi al centralino, quindi di rapportarmi direttamente col paziente: in questo modo riesco a comprendere anche le necessità e a modulare le tempistiche degli appuntamenti".
Il suo è stato un tirocinio nell'anno del Covid. "E' stata una esperienza terribile, che ci ha segnato tutti. Ci siamo trovati tanti volte impotenti e abbiamo constatato come molte patologie siano state trascurate per dare precedenza all'emergenza sanitaria che era in corso. Tutto era diverso e pesante. Anche solo a pensare di essere bardati da capo a piedi, con calzari, mascherine, guanti. I pazienti non ci riconoscevano, sembrava di essere sulla luna".
S.V.
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