Vendemmia nel lecchese: un po' in ritardo per il maltempo ma sarà di ottima qualità
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A fornire un quadro generale della situazione dei viticoltori nella provincia di Lecco è la signora Franca Riva, segretaria del consorzio Terre Lariane, nonché proprietaria della Tenuta Montecchio che si affaccia sul Lago di Como, a Colico. "La maggior parte delle aziende del consorzio sta iniziando la vendemmia in questi giorni, vi è dunque un ritardo di circa poco meno di due settimane a causa delle condizioni meteorologiche - spiega confermando le stime di Coldiretti - questo però non ha influito né sulla qualità né sulla quantità, è solo la maturazione che è leggermente in ritardo". Facendo poi riferimento alla sua tenuta, in alto lago, aggiunge che le tempistiche possono essere lievemente differenti rispetto ai viticoltori delle zone di Montevecchia. Nelle vigne di Colico si inizierà dunque, la prossima settimana, con le uve bianche base spumante, "sulle rosse non sono ancora iniziate le campionature, quindi la previsione certa non l'abbiamo ancora" conclude la signora Franca.
Si è in partenza nell'azienda agricola Le Terrazze, di Montevecchia, dove il titolare Mario Ghezzi, racconta che proprio ieri stava valutando con l'enologo i risultati delle analisi. Anche quest'anno si prospetta un buon raccolto e un buon vino, infatti, il signor Ghezzi, racconta scherzosamente, "mi chiedono quando inizio a vendemmiare? Io rispondo (in dialetto, ndr) che l'uva la si raccoglie quando è matura". Insomma, ritardo sì, ritardo no, per Ghezzi bisogna attendere che le analisi diano i risultati migliori. Si partirà con il bianco per la base spumante, ed è importante che i valori dell'indice alcolico e di quello dell'acidità siano equilibrati. "Anche sulle quantità si prova a fare una stima, e forse quest'anno sarà un filino meno rispetto all'anno scorso causa anche la grandine che fortunatamente qui intorno ci ha risparmiato. Io avrò perso un 10-15% del raccolto ma questo non ha compromesso la maturità dell'uva. Si perde in quantità ma non in qualità". Questa settimana è il turno delle uve bianche, poi fra 10/15 giorni più o meno si inizierà con la rossa.
Rimanendo sempre sulle colline di Montevecchia, per Lorenzo Ronchi, titolare dell'azienda agricola Runch, la vendemmia inizierà settimana prossima con il bianco fermo, con qualche giorno di ritardo rispetto all'anno scorso. "Nonostante la stagione, che dal punto di vista meteorologico, non è stata delle migliori tra grandine vento ecc. il sole di agosto sembra che stia recuperando il freddo che ha fatto a giugno". Anche Ronchi è quindi, in generale, soddisfatto dei risultati che si prospettano, e conta di terminare verso la metà di ottobre con i vini rossi.
Già al lavoro Marco Casati, titolare della Fattoria Laghetto, di Merate (frazione Brugarolo), "Abbiamo iniziato a vendemmiare la base per lo spumante, un merlot vinificato in bianco e poi reso spumante. Sì è vero siamo un po' in ritardo visto il freddo che ha fatto a maggio e la siccità di luglio ma l'uva qualitativamente è bella". Per Casati, la qualità viene sempre prima alla quantità, "se capita che c'è tanta uva su una pianta si dirada per ottenere un vino più buono", confessa. Anche sul piano delle grandinate può dirsi fortunato, perché le sue vigne non ne hanno particolarmente risentito, sia quella in frazione Brugarolo dove si fa la base spumante, ma soprattutto quella che ha in gestione da ormai dieci anni nel giardino del Convento dei Frati Francescani di Sabbioncello, particolarmente riparata dalle intemperie e che evidentemente gode della benevolenza di San Francesco, che gli garantisce un ottimo rosso Riserva. Casati terminerà la vendemmia proprio con il vino nero, intorno alla terza decade di settembre.
Se fino ad ora i bilanci di questa vendemmia erano apparsi abbastanza rosei non si può esattamente dire lo stesso per l'azienda agricola di Simone Rossi, che si trova a Calolziocorte, in frazione Rossino, lungo la strada che porta verso Carenno e Erve, a un'altitudine di circa 650 metri, ai piedi del Resegone. La famiglia Rossi produce un'unica etichetta da uve Merlot, ma quest'anno cosi' come per i precedenti almeno a partire dal 2019, il grosso problema è stata la selvaggina, a quelle altitudini molto florida, "I cinghiali - racconta Rossi - questa primavera hanno mangiato le prime cacciate e quando le viti iniziano a soffrire l'inizio poi ritardano. Poi abbiamo avuto le gelate e la grandine che ha ritardato lo sviluppo delle gemme, però tutto sommato con l'inizio del caldo abbiamo recuperato. Quello che è rimasto è buono". Se da un lato si è sfortunati per la presenza di animali selvatici che devastano le vigne, dall'altro il buon clima, per niente arido, permette un'ottima riuscita dell'uva. "L'anno scorso su 70 quintali ne abbiamo raccolti soltanto 15 e avevano un'uva splendida, ma i cinghiali hanno fatto strage. Abbiamo lavorato un anno per ottenere 1.000 bottiglie e perderne 5.000. Il risarcimento che ho ricevuto dalla Provincia è stato di 2000 euro" ha confessato un po' amareggiato Rossi. È ancora un po' presto per tirare le somme, visto che la raccolta per il Merlot inizierà ad ottobre, ma comunque si prospettano quantità inferiori data la problematica degli ungulati.
F.Fu.