Rocchetta: il parroco don Emidio Rota sul bollettino edita un testo per fare chiarezza

La versione dei fatti e di quelle che erano le intenzioni sui rapporti tra la gestione del santuario della Rocchetta e il suo custode Fiorenzo Mandelli, è arrivata pubblicamente, pur col contagocce, da don Emidio Rota che nel bollettino diramato nella giornata di domenica a Cornate ha raccontato la "sua" (CLICCA QUI).

L'incontro, secondo Fiorenzo un processo, tra il sacerdote e sette esponenti della parrocchia si sarebbe tenuto per "vedere e valutare insieme alcuni aspetti gestionali", senza però specificare quali.

Il lavoro fatto in questi dieci anni a titolo gratuito, di puro volontariato, è stato apprezzato dalla comunità, si legge nello stringato testo, e dunque la decisione del custode di riconsegnare le chiavi è apparsa tanto inaspettata quanto non richiesta.

Il silenzio della parrocchia, infine, è stato finalizzato a non alimentare inutili e ora, in questa comunicazione, non vi è risentimento ma solo volontà di fare chiarezza.

Il giorno dell'inaugurazione della statua di Leonardo alla Rocchetta. Presenti don Emidio,
lo scultore Andrea Gaspari, il sindaco Renzo Rotta e il custode Fiorenzo


In soccorso alla "trasparenza" è arrivato anche Avvenire, il quotidiano cattolico, che nella giornata di domenica ha fornito quale elemento in più.
L'articolo a firma di Giovanni Conte (CLICCA QUI), inizia elogiando il ruolo dei volontari, risorsa importante, a volte fondamentale, a condizione "che non venga mai meno il rapporto di fiducia con l'ente per il quale si presta la propria opera". Il rischio, in questi casi, è che si arrivi a una personalizzazione del servizio, fino a una gestione "in proprio" del bene senza l'autorizzazione del padrone di casa. Quello che, si lascia intendere, è avvenuto alla Rocchetta.
Da qui l'intervento del sacerdote e di una rappresentanza del consiglio pastorale e per gli affari economici per "indicazioni di buon senso" al fine di "migliorare la collaborazione" tra le parti in causa.
In particolare, si citano tre esempi, come preoccupazioni esposte e "mal-digerite" da Fiorenzo: la questione della manutenzione del sito su presupposti di sicurezza, le celebrazioni liturgiche senza espressa autorizzazione del parroco responsabile e la presenza di statue e addobbi poco pertinenti al decoro degli edifici ecclesiastici.

Fattori questi che hanno spinto don Emidio a convocare Fiorenzo per dei chiarimenti e che hanno avuto come risultato quello di mortificare il custode, giunto al punto di riconsegnare le chiavi.

Ora il santuario, che "nelle scorse domeniche è stato parzialmente aperto" (diversamente da prima che era praticamente sempre fruibile e non solo la domenica), vedrà una riorganizzazione in base alle disponibilità di volontari della comunità pastorale. Tempi e modalità al momento non si sanno ancora.

Prosegue nel frattempo la rete di solidarietà e sostegno che si sta manifestando in diversi modi: dalla petizione cartacea (con banchetti allo Stallazzo nel prossimo fine settimana CLICCA QUI) a quella online (CLICCA QUI) per arrivare ai messaggi di stima e di apprezzamento in forma pubblica e personale rivolti a Fiorenzo.

S.V.
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